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G. Gucciardo

Unaccompanied Migrant Children in Sicily. From the Arrival to a Social Inclusion Project

Knowledge about the language of the country of arrival or living, is the basic for the access to citizenship rights and social rights. Knowledge of language becomes an instrument with which to decipher the surrounding reality, translating the grammar from the field to democracy. Equality also passes through the possession of the word.Starting from the hypothesis that exists a strong link between Italian language speaking, listening, comprehension capacities and in general multilingual skills and the social inclusion of young migrants, the research aims to explore two dimensions of the Life Project of Uams. The research analyses the attendance in CPIAS (Italian language teaching and learning…

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Leggere, scrivere, esserci. Minori stranieri non accompagnati: bisogni formativi e processi di inclusione.

Il fenomeno migratorio del periodo contemporaneo ripropone la questione dell’integrazione, della parità dell’accesso ai diritti fondamentali e ai diritti sociali. Per i migranti che arrivano nel nostro Paese pone altresì la questione dell’accesso alla conoscenza della lingua italiana come presupposto di integrazione. Esiste, infatti, una relazione tra conoscenza della lingua ed inclusione sociale: le parole che abbiamo, ma soprattutto le parole che ci mancano, sono la misura della nostra capacità di essere cittadini. Le capacità di leggere e scrivere possono essere considerate le competenze minime necessarie per poter intraprendere un percorso di inclusione sociale (Favaro, 2011). Le parole…

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La frana sul Caos della città dei Templi

Il 19 luglio del 1966 a Agrigento fu apocalisse. Svelò trame, illegalità, corruzioni, pratiche diffuse di malgoverno. Quel giorno si scoperchiò il pentolone di una speculazione edilizia smisurata e arrogante. La politica si permetteva tutto, senza ritegno. La magistratura – ma non solo essa – non vedeva, non sentiva, forse dormiva. Palazzi che non dovevano superare i 25 metri di altezza ne raggiungevano 53. Altre costruzioni, che dovevano arrivare a 17 metri, salivano fino a 48. Via Empedocle era la più abusata. Fu frana tremenda. Col merito, paradossale, di mettere un freno a eccessi per non poche ragioni ingiustificabili.

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