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AUTHOR
Rosa Marchese
Figli benefattori, figli straordinari. Rappresentazioni senecane dell' 'essere figlio'
E' noto che la cultura romana ha riconosciuto un ruolo assolutamente centrale, anche dal punto di vista simbolico, alla figura del pater, che è insieme generatore biologico, capo della famiglia, chiave di volta della gens all'interno della comunità. In questa società dominata dai padri è possibile il riconoscimento di una specifica identità dei figli? La relazione padre/figlio è in Roma antica un modello forte in grado di spiegare e dotare di senso buona parte delle relazioni interpersonali: a partire da tale assunto queso libro prova ad indagare alcune rappresentazioni dell'essere figlio in significativi segmenti della produzione letteraria di Anneo Seneca. Nella riflessione che il filosof…
Mutat terra vices. Identità, cambiamento e memoria culturale nell'ultimo Orazio
Per molto tempo il quarto libro di odi di Orazio è rimasto ai margini degli studi sull’autore e sulla sua produzione, ora relegato nell’angolo della poesia antica meno interessante, perché esplicitamente frutto della commissione del potere, ora riletto come opera della quale è impossibile, e forse inutile, individuare la specificità. Questo volume prende le mosse proprio dal dato più problematico offerto dalla raccolta, ossia la dichiarata discontinuità rispetto ai primi tre libri lirici, e mette a fuoco la centralità, tematica e strutturale, che il cambiamento e i suoi effetti assumono nei quindici componimenti che la costituiscono. Viene delineata così una pista esegetica che interpreta i…
Me coniugem opto. Medea, le violazioni parentali e la crisi del soggetto tragico
Orizzonti. Presentazione della sezione
Recensione a M. Degand, Sénèque au risque du don. Une éthique oblative à la croisée des disciplines, Brepols 2015
recensione al volume
Il vendicatore imperfetto:Egisto nella riscrittura senecana
This paper analyses the transformation of Aegisthus character in Seneca's Agamemnon. In this drama, the son of Thyestes, born by incest, becomes a type of corrupted avenger, whose heroic imperfection carries out the revenge on Agamemnon in the peculiar way of his father, that is to say by adultery and blood confusion. The role of Aegisthus in the play shows clearly the cultural meaning attributed from Seneca to the plot of vengeance: if Greek revenge was "a solution", a form of necessary repayment to a violation, restoring the regularity of cosmos, Senecan revenge is a criminal competition establishing the chaos, corresponding to virtutum certamen that, in Roman society, opposed fathers and…
Uno sguardo che vede. L'idea di rispetto in Cicerone e in Seneca
Il “rispetto” appartiene, senza ombra di dubbio, al sistema degli atteggiamenti che consideriamo necessari alla convivenza pacifica, e d’altro canto la sua mancanza è percepita come una violazione che mette a rischio la pienezza della condizione umana; esso quindi costituisce una tema sensibile del tempo in cui viviamo. Questo libro prova a tracciare una mappa linguistica delle rappresentazioni culturali del rispetto in Roma antica, entro la quale inquadrare lo studio del "de officiis" di Cicerone e del "de beneficiis" di Seneca, per scoprire come, e in quale misura, nella tarda repubblica e in età neroniana due intellettuali che erano anche uomini pubblici, esposti in politica e sensibili …
Generi letterari e storiografia a Roma fra I secolo a.C. e I secolo d.C.
Introduzione alla sezione della rivista che raccoglie gli atti del convegno svoltosi a Palermo il 13 e 14 dicembre 2018. Introduction to the section of the magazine that collects the proceedings of the conference held in Palermo on 13 and 14 December 2018.
Prima del perdono: "non condannare" in Roma antica
Questo saggio affronta il tema che è posto al centro della Settimana Alfonsiana 2016 chiamando in causa le connessioni che la riflessione etico-politica compiuta in Roma antica ha saputo intrecciare tra idee come giustizia, violazione, condanna, e ancora dono della vita, compassione, autorità. La considerazione delle categorie culturali romane utili a interpretare il “non condannare” di Gv 8 introduce quindi dentro la riflessione sulla "clementia", sulle prerogative che appartengono alle figure di autorità, sull’importanza di distinguere la generica emozione dalla determinazione etica di rimettere la colpe degli uomini, e infine riporta dentro l’azione espressa dal verbo latino "ignoscere".…
Il senso della pena
Il diritto di cambiare, l'opportunità che delitti orrendi siano puniti senza divorare tale diritto. L'articolo affronta, a partire dal libro di E. Fassone "Fine pena: ora" (Sellerio 2015), alcuni possibili percorsi di riflessione su colpa e pena, utilizzando, tra l'altro, anche gli strumenti interpretativi offerti dalla cultura latina. The right to change, the opportunity that horrible crimes are punished without devouring this right. Starting from the book by E. Fassone "Fine pena: ora" (Sellerio 2015), the article deals with some reflections on guilt and punishment, using, among other things, also the interpretative tools offered by the Latin culture.
Cicerone, Bruto. Introduzione, traduzione e note di R.R. Marchese
Composto nei primi tumultuosi mesi del 46 a.C., mentre Cesare sconfigge i pompeiani in Africa e consolida il suo potere, il Brutus registra, in modo lucido e coraggioso, la morte della repubblica e con essa il declino precoce ma irreversibile imposto all’uso pubblico della parola, nel quale i contemporanei di Cicerone individuavano un tratto forte della propria identità. La prima storia dell’eloquenza romana sembra nascere dunque come una sorta di elogio funebre; tuttavia per Cicerone ricordare l’oratoria significa soprattutto conservare un modello di azione e di intervento nella realtà che, nutrendosi di reciprocità e di gratitudine, può essere ancora rianimato e consegnato ai più giovani …
INTERPRETARE ORAZIO CON ORAZIO? A PROPOSITO DI CARMINA, LIBRO IV
In the work “Mutat terra vices. Identità, cambiamento e memoria culturale nell’ultimo Orazio” (Palermo 2010), I focused my attention on interpretative and methodological questions concerning the last Horatian book of carmina. In this paper the aim is to demonstrate how the topic of change and discontinuity points out, on the surface of these poems, the presence of conspicuous interferences between the execution of a role by authorial "persona", and the expression, at the same time, of role distance. I mean here especially to describe how gift, reciprocity and exchange in patronage frames contributed to the definition of Horace’s self and of his official duties as interpreter of common memor…
Libri e reciprocità. Aspetti simbolici della circolazione libraria tra Cicerone e Tacito
In this ‘late age of printing’, while we still feel part of a book culture, other media have taken the place of books in important respects. The change has affected not only the objects used for writing or reading or communicating, but also the frames of meaning hitherto associated with these practices. This paper sets out to discuss some types of meaning attaching to books in Latin literature from Cicero to Tacitus. Reconstructing the cultural meanings of books in literary representations from the Latin world could prove helpful by raising questions about our ability to orient ourselves in the present period of change.
Recensione a : Renata Raccanelli, Esercizi di dono. Pragmatica e paradossi delle relazioni nel "de beneficiis" di Seneca, Palermo, Palumbo, 2010
Recensione al volume di Renata Raccanelli
SPEECH AND SILENCE IN CICERO’S FINAL DAYS
Composed in spring of 46 BC, Cicero’s Brutus emphasizes oratorical silence, in stark contrast with the prominence of the speech act found in the Pro Marcello and first Philippic. Yet in the face of those difficult times and amidst the silence that such times engender, Cicero ironically finds his voice. This paper will demonstrate Cicero’s acute awareness, in his final days, of the need to employ his rediscovered voice in light of eloquence’s changed role in Rome’s new political climate.
Microcosmi. Il teatro di Seneca a Palermo tra marginalità e canone
In the last thirty years the study of Seneca’s theatre has become central in Italy, and particularly in the microcosm of Palermo University. This paper analyses the processes that have originated this development and attempts to document the consequences of the shift of Seneca’s theatre from the margins to the centre of the research interests. Three aspects will be taken into account: the renewal of the Latin literary canon in academic education, the diffusion of the study of Seneca at school, and the contribution of Seneca’s studies to the construction of relevant academic identities in contemporary scientific debate.
QUASI QUIDAM ORNATUS VITAE. Il decorum nel de officiis di Cicerone
The theory of decorum in Cicero’s de officiis (44 BC) seems to suggest to the Romans not simply the fourth virtue of a general system of conduct, but a super-virtue able to act as a “shock absorber” in the exercise of social and political life, summarized in a principle that Cicero defines as verecundiae partes, that is non offendere homines. Thus, while Romans citizens suffer the most radical crisis of their history, he indicates the decorum as the backbone of the complex architecture that constitutes the common good. In this paper I argue that Cicero’s contribution to the political and theoretical discussion on justice and respect may bring a very helpful tool for rethinking critically th…
Le opportunità della crisi. Letteratura latina, formazione, ricerca
Riflessione sulle prospettive dell'insegnamento/apprendimento della letteratura latina nella cornice di svalutazione che ha colpito i cosiddetti "saperi umanistici" nei percorsi universitari e nel dibattito scientifico.
SPEECH AND SILENCE IN CICERO'S FINAL DAYS
Composed in spring of 46 BC, Cicero's Brutus emphasizes oratorical silence, in stark contrast with the prominence of the speech act found in the Pro Marcello and first Philippic. Yet in the face of those difficult times and amidst the silence that such times engender, Cicero ironically finds his voice. This paper will demonstrate Cicero's acute awareness, in his final days, of the need to employ his rediscovered voice in light of eloquence's changed role in Rome's new political climate.
Recensione a AA.VV., Le Brutus de Cicéron. Rhétorique, politique et histoire culturelle, sous la direction de Sophie Aubert-Baillot &Charles Guérin, Brill, Leiden-Boston 2014, pp. VI-262.
Recensione
Morir d'amore. Il nesso Amore/Morte nella poesia di Properzio
In questo volume lo studio di una specifica topica elegiaca, il nesso Amore/Morte, viene affrontato nella sua più immediata ricorrenza a livello di struttura superficiale della poesia di Properzio, ma anche nelle sue interrelazioni con la struttura profonda del testo, cioè con l'ideologia dell’autore, che si esprime prevalentemente nella riflessione sulle condizioni dell'esistenza elegiaca. Si rileva così una tensione, che percorre l’intera opera del poeta umbro, verso la costruzione di un sistema etico, di un mondo morale elegiaco, che si serve di Amore e Morte in quanto immagini in grado di sostenere tale processo nel modo più autentico, sul piano degli atteggiamenti e sul versante più sp…
Dignità e diseguaglianza. Il rispetto nella relazione fra benefattori e beneficati
L'indagine, relativa al primo libro del 'de beneficiis' di Seneca, mostra la contiguità tra la diagnosi degli 'errores' nella 'beneficentia', condotta dal filosofo, e la rilevanza riconosciuta alle correnti di rispetto fra benefattore e beneficato. Nel processo di eticizzazione cui Seneca sottopone il 'beneficium', un ruolo importante e pertinente occupano per la prima volta la formazione e il consolidamento del rispetto dell'altro, non più vittima dell'affermazione del modello di autorità del benefattore, ma partner con cui avviare una 'contentio honestissima' che non elimina le differenze ma riconosce ad esse, reciprocamente, autonomia.
Diseguaglianza, potere, giochi di ruolo. Processi di formalizzazione del 'beneficium' fra 'pro Marcello' e 'de beneficiis'
"Et cura vacare et negotio". Cicerone e la storiografia.
Il "Brutus", la prima opera composta e fatta circolare da Cicerone dopo Farsàlo e il rientro a Roma, è un testo nel quale l’autore mette a fuoco il bisogno di conservare e trasmettere, dell’eloquenza romana, ciò che essa ha significato come modello di azione e di intervento nella realtà. In qualche misura, esso sembra configurarsi anche come un esperimento di narrazione storiografica, che risponde ai requisiti che Cicerone aveva considerato necessari per dedicarsi a tale attività nell’apertura del "de legibus".
"Veniet et vobis furor". Seneca tragico e la perennità del male.
Seneca’s drama leaves up to the following development of this genre an idea of tragic, offering a representation of an impossible atonement from the evil, for men's world, for their passions, for their frameworks; the supposed discontinuity between philosophical project and tragedy keeps on arouse conflict of interpretations. And if the choice of tragedy constitutes the perfect background for the philosopher who believes that neither the "fall" or the "development" are enough to explain the complexity of all that is real? A support persuasive for this working theory comes from the evaluation of the re-writing work on the function of vengeance in Agamemnon’s play, both from the reading of be…