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Daniela Chinnici

L'immediatezza nel processo penale

LO STUDIO ANALIZZA IL PRINCIPIO DI ORALITA'' NEL PROCESSO PENALE, ALLA LUCE DELLA COSTITUZIONALIZZAZIONE DEL PRINCIPIO DEL CONTRADDITTORIO. SI SCANDAGLIANO TUTTI I PRINCIPALI MECCANISMI DI FORMAZIONE DELLA PROVA PER VERIFICARE SE L''ABBANDONO DELL''ORALITA'' POSSA APPARIRE GIUSTIFICABILE OVVERO NO RISPETTO AL PRINCIPIO DI IMMEDIATEZZA CHE, SEBBENE NON CODIFICATO, E' CRISTALLIZZATO COME CANONE SOGGETTIVO, TONIFICATO DA NULLITA' ASSOLUTA PER LA RELATIVA VIOLAZIONE.

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L'imparzialità dell'organo giurisdizionale e le relative procedure di controllo

L'oggetto dello studio è il principio della terzietà del giudice dall'angolazione dei meccanismi predisposti per garantirne l'effettività. Vengono passati in rassegna astensione, ricusazione e rimessione, con particolare attenzione al punto critico relativo alla 'sorte' processuale degli atti compiuti dal giudice poi sollevato.

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Sulla testimonianza del Presidente della Repubblica nel procedimento sulla c.d. Trattativa Stato-mafia

Il contributo analizza la 'spinosa' questione della testimonianza del Presidente della Repubblica Napolitano nel processo sulla c.d. trattativa Stato mafia, i cui punti nevralgici sono individuati nell'oggetto della prova, nel diniego della revoca dell'ordinanza ammissiva e nel diniego della partecipazione degli imputati all'assunzione della prova dichiarativa. In particolare si critica quest'ultimo profilo in patente violazione col diritto sancito dal giusto processo di cui al comma 3 dell'art. 111 Cost.

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Diritti dei detenuti e sovraffollamento carcerario. Rimedi compensativi e tutele preventive

Per molto tempo, la teoria polifunzionale della pena, e l'agnosticismo conseguente, ha permeato il dibattito sul senso della pena, emarginando così il vincolo rieducativo alla sola fase finale del momento punitivo. Il contributo fornisce una riflessione sull'identità costituzionale della pena tenendo conto dei moniti europei, e in particolare della sentenza pilota Torreggiani che ha imposto al legislatore di intervenire per rimediare alle carenze strutturali riscontrate da Strasburgo. Vengono quindi scandagliate le risposte del legislatore, guardando con favore alla figura del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute. Un cammino lungo appena iniziato verso un nuovo modello di pe…

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Competenza territoriale e indagini collegate in materia di associazioni di tipo mafioso

Il collegamento delle indagini costituisce un modulo investigativo inedito. La disciplina madre si rintraccia nella norma di cui all'art. 371 c.p.p.. Quanto ai delitti in materia di associazione di stampo mafioso è stata prevista però in fase di indagini una disciplina specifica all'art. 371 bis c.p.p., predisponendosi un modulo investigativo ad hoc, che assurge a criterio primus inter pares rispetto a quello generale. Il contributo analizza la disciplina in particolare della competenza territoriale e delle indagini collegate, con un ultimo sguardo ai profili e i limiti di Eurojust.

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I nuovi parametri in tema di motivazione del provvedimento di restrizione cautelare della libertà personale e dell'ordinanza del tribunale de libertate

L'analisi dello studio in oggetto riguarda le modifiche sulla disciplina della motivazione delle ordinanze cautelari, sia quelle emesse dal giudice che procede sia quelle del c.d. Tribunale della Libertà. L'approccio, dopo una breve esegesi del testo normativo, è di tipo critico in quanto si cerca di valutare l'effettivo impatto della riforma sull'iter argomentativo del giudice della cautela rispetto alle prassi invalse, basate sulle tecniche del c.d. copia e incolla, prima, e, poi, sulla motivazione per relationem.

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Comandamenti europei e resistenze interne

Lo studio analizza il ruolo della Corte europea rispetto a quello interno, ritenendo ormai definitivamente cambiato il rapporto "di forze" tra le due giurisdizioni, sebbene con distonie e non poche incertezze in punto di attuazione dei dicta europei. Vengono in particolare analizzati l'istituto del ne bis in idem, i principi del processo equitable nella versione di diritti fondamentali della persona e avanzate possibili soluzioni per orientamenti applicativi più in linea con i canoni accreditati dal giudice di Strasburgo.

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Giudizio penale di seconda istanza e giusto processo - Seconda edizione

IL LAVORO SI OCCUPA DELLO STUDIO DEL PROCESSO PENALE DI APPELLO ALLA LUCE DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE HA INTRODOOTO IL "GIUSTO PROCESSO" NELL''ART.111. LO STUDIO SI PREFIGGE DI VERIFICARE LA COMPATIBILITA'' DEL SECONDO GIUDIZIO CON IL PRINCIPIO DEL CONTRADDITTORIO E DEGLI ALTRI CANONI FORNDAMENTALI DEL PROCESSO A VOCAZIONE ACCUSATORIA, VISTO L''INNEGABILE FISIONOIMIA DI MECCANISMO DI CRITICA DEL PRIMO GIUDIZIO, COME TALE CARTOLARE E NON ORALE. SI PROPONGOO SOLUZIONI NORMATIVE PER SUPERARE GLI ASPETTI DI FRIZIONE CON IL MODELLO DEL PROCESSO ACCUSATORIO ACCREDITATO IN COSTITUZIONE ALL''ART. 111.

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Verso il "giusto processo" d'appello: se non ora quando? Dalla irriducibile staticità nello ius positum italiano al dinamismo cognitivo nel diritto vivente europeo

L'Autrice si sofferma sul dogma della necessità del doppio giudizio di merito sottolineando la crisi della struttura cartolare dell'appello nel sistema processuale di parti. In seguito viene affrontato il dinamismo del secondo giudizio nella giurisprudenza europea per verificare la possibilità di una interpretazione costituzionalmente e "convenzionalmente" orientata.

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The protection of children in cross-border migration

According to official data, there are 50 million children in migration world wide and one in every 200 children is a refugee. In 2016 children comprise over 30% of all see arrival to November 2016. Despite the reality that children comprise a significant proportion of refugee and migrants, the response is often fragmented and there is a pressing need to ensure concerted, collective efforts to join the dots and ad- dress the gaps. The present paper will focus on the protection of children from all forms of violence in searching to establish "a comprehensive child protection system". The primary objectives cover a wide range of interventions, including prevention, identification, reporting, r…

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Contraddittorio, immediatezza e parità delle parti nel giudizio di appello. Estenuazioni interne e affermazioni europee

Notwithstanding art. 111 Cost. and the European Convention on Human Rights, in Italy it is still allowed for the judge in Appeal - even without new evidence - to condemn the defendant after the Court of First Instance's acquittal.

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Prescrizione e ragionevole durata del Processo Penale

Lo scritto analizza in maniera critica l’introduzione della novella in materia di prescrizione che viene definita disorganica, affrettata e senza una rinvenibile ratio giuridica.

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La rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale nel giudizio di appello

La disciplina della prova nel giudizio di appello penale ancora oggi è calibrata sulla rivalutazione delle prove già formate nel processo di primo grado. L'acquisizione nel contraddittorio orale è assestata sostanzialmente su declinazioni ecccezionali: la sussistenza di elementi probatori nuovi, reperiti o sopravvenuti dopo il primo processo. Tuttavia, alla luce del principio costituzionale del c.d. giusto processo non si può più avallare un giudizio che riformuli la decisione nel merito sulla base di rivalutazioni di conoscenze ex actis soprattutto per ribaltare una decisione di proscioglimento in sentenza di condanna. Questa interpretazione del resto è ormai pacificamente adottata dalle C…

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La sentenza del giudice ricusato nelle more sulla verifica dell'incompatibilità

La Corte di cassazione è intervenuta in materia di decisione di revoca del provvedimento del Tribunale di sorveglianza emessa, in violazione del divieto di cui all'art. 37,co. 2, c.p.p. Gli antecedenti prima dell'intervento della Corte di cassazione hanno riguardato la sospensione in via cautelare, da parte del magistrato di sorveglianza, della misura di affidamento in prova al servizio sociale, con trasmissione degli atti al Tribunale di sorveglianza per la decisione sulla revoca della misura. Il Difensore del reo informava oralmente il tribunale di avere presentato dichiarazione di ricusazione nei riguardi di uno dei membri del collegio giudicante. L'A. esamina gli istituti dell'astension…

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Regime delle ricerche e delle notifiche dell'imputato latitante

Il contributo intende esporre l'iter per le ricerche e le notifiche al soggetto in tale stato, alla luce della peculiarità del presupposto psicologico, sottolineando il favor per l'effettività degli adempimenti.

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“Appunti” sul Garante dei diritti delle persone in vinculis. “Disappunti”... quando la funzione non è una “pura formalita”

Il contributo ha ad oggetto la figura del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, istituita dal d.l. 23 dicembre 2013, n. 146, conv. con modificazioni dalla l. 21 febbraio 2014, n. 10. Nello specifico poi si analizza si analizza l'esperienza concreta del Garante dell'Umbria, riflettendo sulle difficoltà operative che la nuova figura incontra, sia per obiettive ambiguità della disciplina legislativa, sia per resistenze culturali da parte dell'Amministrazione Penitenziaria, che trova difficoltà nell'"inquadrare" il nuovo Soggetto visto spesso come un "intruso".

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Tutela dei terzi tramite il ricorso a Strasburgo

Lo studio ha ad oggetto la 'rete normativa' per la tutela dei diritti della persona relativamente alle situazioni protette dalla Convenzione europee dei diritti dell'uomo e del cittadino. Si analizzano sia i preventivi rimedi nazionali sia quelli europei in un'ottica oltre la dimensione 'statocentrica', del resto oramai superata. Preliminare è l'individuazione della figura di vittima, il requisito del previo esaurimento delle vie nazionali nonché i requisiti per l'ammissibilità del ricorso alla Corte di Strasburgo e il complesso procedimento. Infine, viene inquadrata la c.d. sentenza pilota e il ruolo della grande Chambre, cercando di illuminare i profili virtuosi del meccanismo di tutela s…

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voce Rimessione del processo

La voce ha per oggetto l'istituto del trasferimento del processo in caso di dubbio sulla imparzialità e terzietà del collegio giudicante. Vengono sottolineate le perplessità, condivise dalla dottrina, sul reinserimento del "legittimo sospetto" tra le cause di remissione, a seguito della riforma n. 248 del 2002. L'analisi passa in rassegna il procedimento con la differenza poi tra sospensione facoltativa e sospensione obbligatoria, soffermandosi infine sulla sorte degli atti compiuti dal giudice originario, sottolineando in modo sostanzialmente favorevole il recepimento della più attenta giurisprudenza che ha avallato la posizione ortodossa della rinnovazione degli atti probatori innanzi al …

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Sulla modifica dell’art. 275, co. 2-bis, c.p.p., tra punti fermi e zone d’ombra

Il d.l. 27 giugno 2014, n. 92, intitolato «Disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'art. 3 Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al co-dice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione (...)», entrato in vigore il 28 giugno 2014, ha introdotto innovazioni al codice di rito che hanno subito suscitato forti perplessità interpretative. Certamente una delle norme di maggior rilievo è contenuta dall'art. 8, che sostituisce il comma 2-bis dell'art. 275 c.p.p., prevedendo che la misura della custodia cautelare in…

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La connotazione della gravità della colpa ostativa alla riparazione per ingiusta detenzione

Il commento è favorevole alla sentenza della Cass. pen., sez. IV, 27 maggio 2014, n. 21598, in quanto è corretto non negare il risarcimento per ingiusta detenzione sulla base di elementi fattuali vaghi e privi di univoco fondamento probatorio, dovendo al contrario fondarsi su comportamenti concreti o specifici rivelatori di grave o macroscopica negligenza. Nell'occasione si fa un excursus dell'istituto della riparazione per ingiusta detenzione e dei profili critici che hanno spesso portato a negare la riparazione nonostante la successiva valutazione del giudice competente che ha sconfessato la legittimità del provvedimento in vinculis.

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Appello (evoluzione)

La voce analizza l'istituto dell'appello penale nella fisionomia attuale nonché nella interpretazione che dovrebbe scaturire dall'orientamento europeo dopo le pronunce di condanna degli ordinamenti che non hanno garantito il rispetto del diritto al contraddittorio in caso di ribaltamento dell'esito liberatorio del primo grado. Infine si tenta una possibile soluzione normativa per allineare il giudizio di secondo grado alle linee guida fissate in sintonia con i dritti della Cedu.

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Ministerio Público y apelación en el proceso penal italiano: Historia de una relación "difficil"

Il contributo analizza il ruolo del pubblico ministero nel giudizio di appello. In particolare si riflette sulle modifiche impresse dalla legge n. 46 del 2006 che hanno eliminato il potere del pubblico ministero di impugnare la sentenza liberatoria di primo grado salvo il caso di novum probatorio decisivo. Quindi ci si sofferma sulla pronuncia di incostituzionalità della disciplina in oggetto con il sostanziale ritorno alla possibilità anche per il titolare dell'azione penale di appellare le sentenze di proscioglimento. La lettura è critica per il ritenuto male inteso approccio argomentativo della Corte costituzionale sulla parità delle parti in punto di doglianza della sentenza e dei conne…

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Commento agli artt. 234-243 del c.p.p

Il commenta riguarda la disciplina della prova documentale. Si analizza il concetto di documento valido come prova nel processo e le peculiarità rispetto alla prova orale (art. 234), i documenti che costituiscono corpo di reato (art. 235), quelli relativi al giudizio sulla personalità (art. 236); l'acquisizione dei documenti provenienti dall'imputato. Specifica attenzione è rivolta ai controversi istituti dei verbali di prove di altri procedimenti (art. 238) e delle sentenze irrevocabili. Infine l'analisi concerne l'acquisizione e l'utilizzazione dei documenti anonimi e dei documenti falsi, con un taglio sia sistematico sia giurisprudenziale.

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L'oltre ogni ragionevole dubbio: nuovo criterio del giudizio di condanna?

Il contributo contiene riflessioni sulla reale portata applicativa della formula di nuovo conio inserita nel corpo dell’art. 533 c.p.p. dalla l. n. 46 del 2006. Dopo una breve ricognizione sull’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale del suddetto parametro decisorio prima della sua codificazione, si vuole valutare se, in concreto, esso aggiunga un quid novi per il giudizio di responsabilità, ovvero abbia solo il valore di rafforzare i principi di garanzia già patrimonio del nostro sistema.

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Gli atti introduttivi al dibattimento

Nel capitolo si delineano le attività prodromiche al dibattimento, fondamentali per la futura attività di formazione dei saperi del giudice nel segmento dell'istruzione dibattimentale, esaminando previamente le regole generali che governano l'udienza dibattimentale, nella consapevolezza che sia il corretto svolgimento dell'udienza come delle pregresse attività necessarie siano condicio sine qua non per l'elaborazione di un'esperienza cognitiva in grado di ricostruire i fatti nel modo più possibile conforme alla 'verità storica', nell'orizzonte della decisione "giusta".

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Commento agli artt. 284, 285, 286, 286 bis c.p.p.

L'Autrice commenta gli articoli del codice di procedura penale concernenti gli arresti domiciliari, la custodia cautelare in carcere, la custodia in luogo di cura e il divieto di custodia, riportando le tesi più accreditate in dottrina e la giurisprudenza più recente.

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La rinnovazione in appello

Il contributo analizza la disciplina della prova dichiarativa nel giudizio penale di appello, avuto riguardo soprattutto alla prassi giurisprudenziale italiana ancora non allineata agli orientamenti europei rispettosi della tutela del diritto al contraddittorio nell'esito peggiorativo della sentenza del secondo grado a fronte, quindi, della prima pronuncia favorevole all'imputato.

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Sospensione del processo nei confronti degli irreperibili

Dopo avere passato in rassegna la contumacia, il contributo analizza nelle grandi linee il contenuto della l. n. 67/2014 che ha soppresso il suddetto istituto, sostituendo il processo in contumacia con il rito in assenza dell'imputato e con la sospensione del processo nei confronti dell'irreperibile, modulando diversamente l'itinerario e i congegni restitutori in base a tre distinte situazioni di mancata comparizione. Infine, segue una breve sottolineatura dei profili critici, nella consapevolezza della parzialità dell'analisi per l'assenza di un confronto della disciplina col "diritto vivente".

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Profili penali e aspetti sostanziali in materia di reati di pedofilia. Analisi della legge 3 agosto 1998 n.268

Lo studio ha come tema le modifiche operate dalla legge n. 268 del 1998 sui reati di c.d. pedofilia. L'analisi passa in rassegna gli aspetti sostanziali per poi soffermarsi ai peculiari meccanismi stabiliti sul versante processuale. L'approccio è adesivo all'intervento normativo sia per l'ingresso delle relative fattispecie tra i reati contro la persona, sia per l'indubbia tutela della vittima nell'accertamento dei reati.

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Commento agli artt. 521 bis, 522, 523 c.p.p.

L'Autrice commenta gli articoli del codice di procedura penale relativi alle modifiche della composizione del giudice a seguito di nuove contestazioni, alla nullità della sentenza per difetto di contestazione e allo svolgimento della discussione, riportando giurisprudenza e dottrina più recente e significativa.

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Paradigma mediativo come alternativa al 'modello autoritario': affresco idilliaco o strada percorribile?

IL LAVORO AFFRONTA L''ISTITUTO DELLA MEDIAZIONE PENALE, OPERANDO UN RAFFRONTO TRA L''APPLICAZIONE DELLA MEDIAZIONE NEL PROCESSOI PENALE MINORILE E NEL PROCESSO DAVANTI AL GIUDICE DI PACE, SOTTOLINEANDO INCOMPATIBILITA'' E ''DISTONIE'' TRA LA MEDIAZIONE COME ISTITUTO DI TIPO VOLONTARIO E L''INNESTO DELLA STESSA NEL PROCESSO PENALE, CON LA CONFIGURAZIONE IN TERMINI DI OBBLIGATORIETA''. sI PROPONGONO SOLUZIONI CHE CERCHINO DI RECUPERARE DIMENSIONI DI AUTENTICA PARTECIPAZIONE DEI SOGGETTI COINVOLTI, SENZA LA QUALE L''ISTITUTO E'' ESPOSTO AL RISCHIO DI ESSERE RIDOTTO A UNA FORMALITA''O, PEGGIO, A UN ADEMPIMENTO FORZOSO, FALLENDO COSI'' NELLO SCOPO DI PACIFICAZIONE SOCIALE CHE GLI E'' PROPRIO.

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La vittima nel processo penale: un "personaggio in cerca d'autore"

Nell'occasione della nota vicenda giudiziaria scaturita dall'assassinio di una studentessa inglese in Italia, lo studio, partendo dall'analisi del complesso procedimento penale, si sofferma sul ruolo marginale riservato alla parte civile. Ancora oggi infatti l'unico modo affinché la vittima possa intervenire al processo, come parte, si realizza attraverso la richiesta di danni patrimoniali e non, da "monetizzare". Le critiche alla marginalità della persona offesa, o, come in questo caso, degli aventi diritto, sono nette atteso che il processo è giusto se è luogo di garanzia non solo della persona sottoposta ma anche di chi ha avuto leso un bene giuridico, spesso di massimo valore, come in q…

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Condanna senza contraddittorio: un'anacronistica anomalia del processo di appello

Sembra un dato pacifico che il giudizio di seconda istanza sia connaturale al nostro sistema processuale. Invero, dopo un’attenzione dottrinale, legislativa e giurisprudenziale concentrata per almeno un decennio dal varo del nuovo codice di procedura penale sul giudizio penale di primo grado, poi culminata nella riforma dell’art. 111 Cost. – che, come noto, ha fissato le linee guida del giusto processo (con la legge costituzionale n. 2 del 1999) 1 – e nella c.d. legge attuativa sul giusto processo (n. 63 del 2001), è andata aumentando, nel dibattito scientifico, l’attenzione per un ripensamento funditus delle impugnazioni e, in particolare, della fisionomia del giudizio penale di secondo gr…

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Commento all'art. 284 c.p.p.

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Diritto dell'imputato all'interprete e alla traduzione degli atti

Il contributo illustra in sintesi le modifiche in materia di interpretazione e traduzione degli atti nella disciplina del c.p.p., in attuazione della direttiva europea 2010/64UE, sottolineando la maggiore garanzia del diritto alla partecipazione consapevole al procedimento per l'alloglotta, al fine di assicurare una difesa il più possibile consapevole.

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Commento agli artt. 284, 285, 286, 286 bis c.p.p.

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La Corte di cassazione tra aspirazioni garantiste e perduranti insensibilità verso il giusto processo d’appello

Il commento alla sentenza, dopo un breve cenno sui requisiti del reato di associazione per delinquere, affronta la questione delle conseguenze della omessa valutazione delle memorie difensive, nonché la questione dei termini per il deposito delle stesse innanzi alla Corte di cassazione; infine ci si sofferma sull'utilizzabilità di dichiarazioni precedentemente rese dall'imputato ed utilizzate per le contestazioni dibattimentali, con una critica sulla interpretazione della disciplina che, nel caso concreto, nega spazio alla legittima aspettativa difensiva dell'imputato.

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Gli «enti esponenziali di interessi lesi dal reato»: figli legittimi del "nuovo" codice, ma ancora eredi del "vecchio" status di parti civili

L'Autrice traccia le caratteristiche degli "enti esponenziali di interessi lesi dal reato" nel processo penale, soffermandosi sui requisiti richiesti a tali Enti per la partecipazione a processo. L'attenzione si sposta sulla distinzione tra interessi diffusi e interessi collettivi e sulle conseguenze che tale distinzione determina sul piano processuale.

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Il regime del segreto investigativo

Il presente contributo intende esporre la disciplina del segreto investigativo nel sistema processuale penale, dando risalto ai profili di pregio rispetto alla segretezza completa che caratterizzava la fase analoga nel processo regolato dal 'codice Rocco'. Nella disciplina vigente, infatti, il segreto è stato configurato come limite per singoli atti e documenti, non coprendo l'intero arco delle attività prodromiche all'esercizio dell'azione penale. La 'ratio' della limitazione è rintracciabile nella volontà di contemperare le ragioni della segretezza, funzionali all'efficacia delle indagini, con la tutela della esigenza di conoscenza, per una difesa il più possibile consapevole.

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I "buchi neri" nella galassia della pena in carcere: ergastolo ostativo e condizioni detentive disumane

Per molto tempo, la teoria polifunzionale della pena, e l'agnosticismo conseguente, ha permeato il dibattito sul senso della pena, emarginando così il vincolo rieducativo alla sola fase finale del momento punitivo. Nessuno può essere ucciso per legge, così come nessuno, ugualmente, è "perso" per sempre, né, tantomeno, è irrecuperabile. Si insiste: se l'errore è sempre insito nell'agire umano, quindi anche nella decisione del giudice, tanto da essere ormai acclarata la crisi della certezza del giudicato penale, che, sappiamo del resto sempre più fluido, come accettare una condanna a vita irrimediabile, senza alcuna via di uscita dalle mura del carcere?

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La sospensione del processo e il rito degli irreperibili tra novità e ambiguità

Passata in rassegna in sintesi la abrogata disciplina della contumacia, il contributo guarda, a grandi linee, al nuovo rito in assenza dell'imputato e alla sospensione del processo nei confronti dell'irreperibile, introdotti dalla l. 18 aprile 2014, n. 67 che ha modulato diversamente i rimedi della mancata partecipazione dell'imputato in base a tre diverse situazioni di assenza, con attenzione ai profili nuovi ma anche ai punti critici, nella consapevolezza dell'astrattezza della disciplina, ancora da sperimentare nel "diritto vivente".

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Defensa "tecnica" y autodefensa en el proceso penal italiano: entre la necessidad de una defensa efectiva y el respeto de la eleccion defensiva en cuanto derecho del individuo

Il lavoro ha per oggetto la difesa nella duplice declinazione di diritto all'autodifesa e diritto alla difesa tecnica, quest'ultimo traduzione del principio sancito all'art. 24 della Costituzione Italiana. Si riflette sulla marginale funzione dell'autodifesa dell'accusato, sulle ragioni delle lacune dell'autodifesa e sulla necessità di rafforzare i profili dell'attività personale difensiva dell'imputato quale espressione dell'effettiva sua partecipazione nel procedimento penale.

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L'inutilizzabilità della prova, tra punti fermi e profili controversi

Il contributo analizza l'inutilizzabilità delle prove, passando in rassegna ratio, qualificazione e natura del vizio che, come noto, è di nuovo conio rispetto al sistema delle invalidità del c.p.p. 1930. Ci si sofferma sulla duplice modulazione della inutilizzabilità fisiologica e patologica come riflesso della struttura bifasica del processo penale vigente, con la connotazione degli atti in endoprocedimentali e processuali, nonché sulla questione relativa alla valenza in favor di prove inutilizzabili e sulla possibilità di utilizzare prove viziate in procedimenti diversi. Infine l'attenzione è rivolta alle prove incostituzionali, all'inutilizzabilità derivata e al raggio di azione delle pr…

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