Community planning e community visioning. Visioni e scenari dal basso come “progetto tentativo” per riequilibrare spazio e società e ricostruire territori e comunità
Già dalla seconda metà degli anni 60 del secolo scorso in Italia, alcuni urbanisti (e non solo se si pensa alla poliedrica attività di Adriano Olivetti) incoraggiavano nuove metodologie di costruzione degli spazi urbani e territoriali mediante il recepimento della domanda sociale attraverso le pratiche di partecipazione degli abitanti alle scelte di governo del territorio. Tutto ciò avveniva sulla scia dell’advocacy planning molto in voga negli states, lanciato nel decennio precedente, ma anche dalla contaminazione del “situazionismo internazionale” principalmente di derivazione francese. Così dal nord al sud del nostro Paese, dalla scala urbana a quella territoriale, alcuni pionieri del ri…