6533b825fe1ef96bd1282d8a
RESEARCH PRODUCT
L’uso di simboli del potere imperiale romano a Bologna da Giovanni II Bentivoglio a Carlo V
Simone Rambaldisubject
Bologna potere imperiale romano signore papa re imperatore cerimonie pubblicheSettore L-ANT/07 - Archeologia Classicadescription
Tra i decenni finali del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, Bologna offre interessanti esempi dell’uso di iconografie e simboli desunti dall’antichità romana. Di questo repertorio figurativo si servirono in primo luogo le autorità che esercitarono un dominio sulla città, cioè Giovanni II Bentivoglio, all’epoca della sua signoria, e il papa, quando Bologna tornò sotto il governo pontificio. Ma esso fu impiegato anche per rendere omaggio alle autorità “ospiti” che, in seguito alle vicende storiche del periodo, visitarono Bologna in quegli anni: il re di Francia Francesco I e Carlo V, il quale fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero in questa città. Nel modo in cui, di volta in volta, furono utilizzati apparati simbolici derivati dal repertorio iconografico di Roma antica si possono rilevare più analogie che differenze, come se si trattasse di un codice visivo sostanzialmente condiviso. Di questo atteggiamento i monumenti e le cerimonie pubbliche offrono gli esempi più significativi. Between the last decades of the Fifteenth and the beginning of the Sixteenth century, Bologna offers interesting examples of employment of iconographies and symbols derived from Roman antiquity. Firstly this figurative repertoire was used by the authorities having political control over the town, i.e. Giovanni II Bentivoglio, in the time of his rule, and the pope, when Bologna returned under papal government. But it was used as well to honour the “guest” authorities who, following the historical events of the period, visited Bologna in those years: king Francis I of France and Charles V, who was crowned Emperor of the Holy Roman Empire in this town. As symbolic equipments derived from the iconographic fund of ancient Rome were each time used, we can observe more similarities than differences, as if it was a visual code substantially shared. Monuments and public ceremonies show the most significant examples of this attitude.
year | journal | country | edition | language |
---|---|---|---|---|
2014-01-01 |