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Da Akrágas a Girgenti. Architettura e paesaggio nelle descrizioni e nell’iconografia della “città dei templi” fra Settecento e Ottocento

Maria Sofia Di Fede

subject

Agrigento antiquities travellers 18th century 19th centurySettore ICAR/18 - Storia Dell'ArchitetturaAgrigento antichità viaggiatori XVIII secolo XIX secolo

description

Quando Gioacchino Di Marzo, intorno alla metà dell’Ottocento, intraprende l'opera di traduzione in italiano del Lexicon topograficum siculum di Vito Amico, dato alle stampe fra il 1757 e 1760, sente l'esigenza di dovere emendare incisivamente la voce dedicata alla città di Agrigento, in cui l'abate catanese aveva concesso alla città antica soltanto alcune brevi notazioni intorno ai templi antichi – fatta eccezione per il tempio di Giove Olimpico – soffermandosi invece sulla «novella Girgenti» e fornendo notizie dettagliate su tutti gli edifici degni di nota presenti nella città. Il tentativo di Di Marzo di colmare una simile lacuna – ingiustificabile a suo modo di vedere – scrivendo una lunghissima nota dedicata alle antichità agrigentine [Amico 1855, I, 523-532] è il segno evidente di un totale ribaltamento avvenuto nell’arco di un secolo nell’immaginario collettivo dell'élites intellettuali siciliane ed europee riguardo alla città dei templi. Subito dopo la pubblicazione del Lexicon di Amico, infatti, l’attenzione per Girgenti era stata totalmente oscurata dal fascino delle rovine dell'antica Akrágas, essendo ben presto diventata una delle mete imprescindibili per la gran parte dei viaggiatori e degli studiosi che dalla seconda metà del Settecento avevano raggiunto la Sicilia alla scoperta delle antichità classiche. Ciò generò, come è noto, una produzione vastissima di descrizioni e raffigurazioni dedicate alle antichità e al contesto paesistico della valle dei Templi che, lasciando sullo sfondo la città contemporanea, si differenziò non solo in senso diacronico, ma in virtù delle diversità sostanziali di formazione, approccio e finalità sottese a tali opere. Throughout the 18th and 19th centuries, the area of the town of Agrigento was the subject of studies and cultural debates, producing a massive quantity of documentation and drawings focusing on the antiquities and landscape of the “valle dei Templi”. Where not completely ignored, the contemporary town was seen only as background. From the erudite studies of Pancrazi, to the evocative drawings by painters and architects such as Hoüel and Schinkel, and the graphic reconstructions by von Klenze and Labrouste, these descriptions and drawings yield evidence of chronology, and of the authors’education, interests and purposes.

http://hdl.handle.net/10447/223621