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Il controllo della qualità edilizia. Un caso applicativo di innovazione di processo a Palma di Montechiaro.

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Oggi il problema degli standard qualitativi iniziali degli insediamenti edilizi è molto sentito. Soprattutto dopo l’esperienza del periodo della ricostruzione e del cosiddetto “boom” edilizio, fenomeno che ha interessato buona parte della seconda metà del secolo scorso. Sono infatti gli edifici di quel periodo che a differenza degli edifici realizzati in epoche precedenti, hanno manifestato un degrado precoce ed accelerato per motivi diversi: la convulsa attività costruttiva rivolta soprattutto alla quantità e non alla qualità; l’introduzione di materiali di scarsa qualità e non ancora testati; l’aumentata complessità tecnologica del processo costruttivo; gli errori di progettazione e di esecuzione; la caduta del livello professionale della mano d’opera e delle imprese. Oggi con l’ampliamento dei mercati, l’insorgere della concorrenza, lo sviluppo della ricerca e del quadro normativo, insieme alla necessità di una razionalizzazione nell’uso delle risorse, si impone un concetto di qualità più attento non solo alle mutate esigenze dell’utente ma anche a quelle di sostenibilità degli interventi costruttivi. Nel quadro delle ricerche riguardanti la razionalizzazione e l’innovazione delle metodologie e delle tecniche applicabili al processo edilizio, per la gestione ed il controllo della qualità edilizia, la presente relazione riguarda una sperimentazione su un intervento di edilizia economica e sociale, denominato “Contratto di Quartiere” a Palma di Montechiaro in Sicilia. Una esperienza che ha consentito di poter introdurre in un processo edilizio tradizionale, ed in un contesto territoriale emblematico per il suo sottosviluppo e le difficoltà economiche e sociali, elementi di innovazione di processo attraverso l’applicazione di strumenti e metodi di controllo della qualità, in fase costruttiva ed in fase gestionale, ed il coinvolgimento di tutti gli operatori interessati.