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Cometa
From Image/Text to Biopicture: Key Concepts in W. J. T. Mitchell's Image Theory
One of the most influential American journals, October, in 1996 submitted to an authoritative array of art historians and visual art scholars the famous “Visual Culture Questionnaire”. Though the answers showed some scepticism about the term “visual culture”, this issue can be considered the point of no return in the evolution of a field that has since had, especially in the United States, but also in Europe, considerable and well-established institutional effects, an increasingly transparent and self-conscious disciplinary statute as well as an appropriate number of canonical texts that define the “visual turn” in the humanities.
Kierkegaard e il paradosso della poesia
A proposito dello scandalo, precisamente dello scandalo della fede, Kierkegaard preferisce parlare di paradosso, di contraddizione piuttosto che di assurdo, che però gioca un ruolo nel suo pensiero. Ne La malattia mortale chiarisce cosa significhi non scandalizzarsi di Gesù, ma a partire dal fatto che il Cristianesimo è una religione dello scandalo e che quindi, con l’opzione per esso, si sfugge e insieme si accetta l’assurdità - una parola non sua - cioè il paradosso, la contraddizione di un uomo che è Dio. Se lo guardiamo dal punto di vista dell’uomo, l’uomo-Dio è un uomo che è Dio, si sente Dio, vuole essere Dio ed è Dio; se lo guardiamo dal punto di vista di Dio, Egli è un uomo che si f…
Dalle mitologie alla biopoetica
Ho sempre pensato che chi come me appartiene ancora alla generazione del rigore e della coerenza disciplinare (nel mio caso la germanistica e la comparatistica) abbia il dovere di dimostrare che quello che ha studiato è solo una parte della storia e debba invece avventurarsi in campi del sapere diversi dal proprio. Non si tratta del semplice culto dell’interdisciplinarietà – che è comunque, come ricordava Roland Barthes, la capacità di intercettare ‘nuovi oggetti’ – ma dell’esigenza di riannodare proprio i fili delle ‘culture’, sfuggendo, da un lato, alle scotomizzazioni tipiche delle discipline accademiche (soprattutto in Italia) e, dall’altro, al vicolo cieco in cui ci conduce, per esempi…
L'eclettismo italo-tedesco nell'Architettura dell'Ottocento
1823 e 1879: queste due date simboliche racchiudono un cinquantennio in cui si sono decise le sorti di tutta l’architettura italiana (e tedesca) del secondo Ottocento. E segnano una stagione fecondissima dei rapporti tra architettura tedesca e architettura italiana, sia sul piano della teoria sia su quello della prassi progettuale.
Forme e retoriche del fototesto letterario
In ciò che tradizionalmente chiamiamo letteratura esistono forme che definiamo fototesti. Nella loro ormai secolare storia – che di fatto inizia a pochi decenni dall’invenzione della fotografia con il testo di Georges Rodenbach, Bruges la morta (Bruges-la-Morte, 1892) – la teoria letteraria ha avuto costante difficoltà anche semplicemente ad accettarne l’esistenza tra le forme alte di letteratura (per non dire nel canone), preferendo per lo più relegare questi ibridi tra le forme giornalistiche, quando addirittura non ne ha negato l’esistenza amputando l’immagine dal testo e viceversa.
Breve storia della bioetica. Gottschall, Boyd, Dutton
l termine ‘biopoetica’ affascina gli studiosi di letteratura, e ancor più la moda delle ‘svolte bioculturali’. Ancora una volta, sullo sfondo ci sono figure come quelle di Michel Foucault, Gilles Deleuze e Felix Guattari, ai quali va l’indiscutibile merito di aver voluto ripercorrere più volte il sentie- ro fangoso che unisce gli studi umanistici alle scienze naturali, tra l’altro dando ampia diffusione a termini come ‘biopolitica’ e ‘biofilosofia’. the term "biopoetic" fascinates scholars of literature, and even more the fashion of "biocultural changes". Once again, in the background there are figures like those of Michel Foucault, Gilles Deleuze and Felix Guattari, who deserve unquestiona…
Profondità della superficie. Una paleontologia dello schermo
Possiamo resistere al fascino dell’arcaico? Dobbiamo resistere? Ha ancora senso guardare a queste “scene primarie” che segnano la genealogia dei dispositivi, degli apparati, degli assemblaggi che continuiamo a definire “schermi”? Possiamo davvero parlare di “cultura visuale del Paleolitico” e dunque di schermi e display paleolitici?
Sulle origini del fare-immagini
Lascaux e Chauvet, veneri steatopigie e art mobilier, cupole e petroglifi: insomma l’“arte” di un remoto passato e il futuro della visual culture come disciplina accademica e come campo di ricerca? Potrebbe sembrare un ossimoro o, piuttosto, una boutade per amore di paradosso. Eppure ci sono molti motivi per credere che questo tuffo nel passato possa indicarci una strada per il futuro dei new media e della digital literacy.
FROM UNBURDENING TO LIBERATED EMBODIED SIMULATION A HISTORY OF CONCEPTS
What is imagination? How to think this «act» (action)? How to describe its phenomenology? And, above all, how to situate its very space in human behavior and mind? Can we outline a topic of imagination? I suggest that an ap- propriate blend between the tradition of philosophical anthropology, from Johann Gottfried Herder to Hans Blumenberg, and the new neuroscientific interpretation of «embodied simulation», could help us to refine our concept of imagination. I quote Herder just to refer to a noble forerunner of this genealogy, being the focus of my paper on a more controversial figure, namely Arnold Gehlen, author of an inspiring work of twentieth-century anthropology, Man. His Nature and …
Storie, malgrado tutto. Per una teoria dell'autopatografia
L’idea di narrazione che intendo proporre per schizzare una possibile teoria delle storie di malattia (illness narrative), è quella di una teoria che cerca di pensarle malgrado tutto. Malgrado, in prima istanza, la teoria letteraria e in particolare la narratologia che hanno preteso di dirci tutto sul funzionamento delle narrazioni, malgrado il silenzio e il mutismo che spesso abita le storie di malattia, malgrado l’illu- sione – certo rafforzata dalla psicologia dopo Jerome Bruner che ha connesso il Sé alla narrazione – che le storie possano rappresentare, incarnare, esprimere tutto il Sé, tutta una persona, tutta una vita.
Ogni libro, lo sai, è un'autobiografia. Lettera a Francesco Casetti
Lettera a Francesco Casetti
Le cose del Sé. Per un'archeologia della cultura materiale
Nel suo brillante ed efficace libro Evoluti e abbandonati. Sesso, politica morale: Darwin spiega proprio tutto? (2014), Telmo Pievani ci consegna forse la più toccante elegia che sia mai stata scritta sull’origine del linguaggio: «Il problema è che pensieri e parole non lasciano fossili. Sono persi per sempre come lacrime nella pioggia»1. Con altrettanta malinconia Lambros Malafouris, un archeologo cogni- tivista della scuola di Colin Renfrew scrive: «Parole come “me” e “io” non producono fossili, né lasciano alcuna traccia materiale immediatamente identificabile e universale»2. Un’affermazione tanto più sconcertante se con- sideriamo la ricerca di Malafouris, culminata in un libro fondamen…
Cultura visuale. Una genealogia
Questo libro offre una ricognizione delle principali genealogie novecentesche della cultura visuale, scegliendo solo tre figure paradigmatiche: Aby Warburg, Sigmund Freud e Walter Benjamin. Dopo Warburg la nozione di immagine è definitivamente cambiata. Dopo Freud lo sguardo è indissolubilmente legato al tema della sessualità e del bios. Dopo Benjamin la nozione di dispositivo e quelle di apparato, assemblage e ambiente mediale sono definitivamente cambiate. Questi autori non stanno solo alle origini della cultura visuale ma ne prefigurano gli sviluppi futuri. Da Warburg abbiamo imparato che il fare-immagine fa parte della biologia e dei comportamenti essenziali dell’Homo sapiens, un aspett…
Mantrana. Un gioco
Mantrana è una collezione di aforismi che costituisce una “magica enciclopedia” del sapere. Ciascun Mantra – in sé autonomo – è ordinato tematicamente insieme ad altri a formare diverse raccolte. Mantrana, però, è anche una sorta di domino in cui ogni giocatore può disporre i Mantra a proprio piacimento. Può dare agli uni la precedenza nei tempi rispetto agli altri, trovare nuove relazioni tra i Mantra e allinearli diversamente. È come cercare conchiglie sulla spiaggia, disporle secondo motivi e scompigliarle di nuovo: il gioco vive proprio di questo.
L'esperienza della VQR per l'Area 10. Procedure e organizzazione interne
Riflessioni sulla valutazione della ricerca VQR Reflections on the evaluation of VQR research
Incomprensibilità e ironia. Filosofia e letteratura in Friedrcih Schlegel e Paul De Man
Uno strano destino ha voluto che l’ultima frase scritta da Friedrich Schlegel la sera prima della morte, l’11 gennaio 1829, fosse una sorta di epitome di tutta la sua esistenza e di tutta la sua filosofia: «Das ganz vollendete und vollkommne Verstehen selbst aber [...]»1 che si potrebbe tradurre: «La compiuta e perfetta comprensione in quanto tale tuttavia [...]». Poco importa se l’emblema che chiude l’opera ci ricorda che questa “perfetta e compiuta” conoscenza è affidata, per l’ormai cattolico Schlegel, a Dio, cui l’anima si rivolge dopo aver spezzato le catene della mondanità. Per tutta la vita Schlegel aveva comunque creduto che il concetto di una “perfetta e compiuta” conoscenza fosse …
Laudatio_Ismail Kadare
I madh është privilegji i poetëve. Atyre u jepet të ëndërrojnë ëndrrat e njerëzimit, ëndrrat e një populli të tërë. Ismail Kadaresë i është dhënë privilegji të ëndërrojë ëndrrat e popullit shqiptar. Reinhard Kosellek, filozofi i madh i Begriffsgeschichte, i “histori- së së koncepteve” e bashkë me të edhe babai i “cultural history”, Peter Burke, kanë evokuar shpesh nevojën e një historie kulturore të ëndrrave si bazë për të kuptuar arsyet e thella të një kulture. Prej kohësh kjo histori e kulturës është zbatuar nga poetët të cilët përmes ëndrrave shkruajnë historinë e fshehtë të një populli e njëherazi të gjithë njerëzimit.
Letteratura e scienze del bios: il caso di Siri Hustvedt
Negli ultimi anni anche la teoria letteraria in Italia ha cominciato ad affrontare la questione del significato biologico della narrazione e della letteratura. Il presupposto di questo interesse sta nel riconoscimento che la narrazione può essere a pieno titolo considerata un “comportamento” tipico della specie Homo sapiens, non foss’altro perché è un fenomeno che riguarda tutta la specie (in tutte le latitudini e a tutte le altezze cronologiche) e può essere considerata nel quadro delle attitudini cognitive che hanno permesso agli umani di costruire una nicchia ecologica che è il prodotto dell’interazione tra evoluzione biologica e costruzioni culturali.
Bodies That Matter: Miniaturisation and the Origin(s) of ‘Art’
Small things matter, especially in the so-called ‘arts’. From the visual arts to music and literature, ‘miniatures’ are a transcultural and transhistorical phenomenon that involves our aesthetic attitudes but also our everyday life, our emotional, social and cognitive life. Miniaturisation characterises our cognitive life and, of course, the ‘cognitive life of things’ that we produce, manipulate and discard. My paper is articulated into two sections: the first gives a quick overview of the miniatures of Homo sapiens, especially those of the paleolithic age, and a brief survey of the very challenging history of miniature-interpretation in twentieth-century philosophy of culture. In the secon…
La scrittura delle immagini.
Quando, magari tra molti anni, proveremo a guardare indietro all’itinerario intellettuale di Lina Bolzoni – che già riconosciamo come una grande studiosa della tradi- zione letteraria italiana soprattutto cinquecentesca, nota a livello internazionale per i suoi studi sulla memoria/ mnemotecnica e ispiratrice di progetti di ricerca inno- vativi e sempre alla convergenza tra numerose discipli- ne – capiremo che dovremo considerarla anche una del- le protagoniste della “cultura visuale” contemporanea.
PROFONDITÀ DELLA SUPERFICIE. AL DI LÀ DELLO SCHERMO NELLE CULTURE VISUALI DEL PALEOLITICO
Possiamo resistere al fascino dell’arcaico? Dobbiamo resistere? Ha ancora senso guardare a queste “scene primarie” che segnano la genealogia dei dispositivi, degli apparati, degli assem- blaggi che continuiamo a definire “schermi”? Possiamo davvero parlare di “cultura visuale del Paleolitico” e dunque di schermi e display paleolitici?
La svolta bioculturale. Teoria della letteratura e scienze del bios
La teoria letteraria deve una risposta alla teoria dell’evoluzione, soprattutto perché Darwin ha fondato un’estetica generale parecchio convincente e ancora oggi degna di approfondimenti, ma ebbe uno sguardo troppo profondo per accorgersi dei pochi millenni che ci hanno permesso di sviluppare la facoltà di raccontare storie. La narrazione (orale), come la decorazione e l’ornamento, possono infatti aspirare a essere compresi tra quelle pratiche che ci hanno dato un vantaggio evolutivo e ci hanno reso quelli che siamo. Se è stato possibile rifondare un’estetica a partire da Darwin (Menninghaus; Bartalesi), dovrà essere possibile pensare una teoria della narrazione e, di conseguenza, una teori…