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Marina C. Castiglione
Progetti di lessicografia onomastica dell’Atlante Linguistico della Sicilia
L’Atlante Linguistico della Sicilia ha adottato, già una decina di anni fa, lo strumento del dizionario-atlante. Quando si è cominciato ad indagare il ricco universo onomastico, se ne è valutata la spendibilità anche su tre diversi corpora orali: uno relativo alle forme popolari del patrimonio toponomastico (DAToS, Dizionario-atlante toponomastico della Sicilia), uno riguardante l’inventario plurale dei soprannomi etnici (DASES, Dizionario-atlante dei soprannomi etnici in Sicilia), l’ultimo afferente al patrimonio antroponomastico popolare, individuale e familiare (DASS, Dizionario-atlante dei soprannomi di/in Sicilia). Il contributo fornisce lo stato dell’arte dei tre progetti e ne descriv…
Luca Serianni, l’equilibrio della parola
Un breve ricordo in memoria dello storico della lingua italiana Luca Serianni, scomparso tragicamente A brief note in memory of the historian of the Italian language Luca Serianni, who died tragically
L’interazione asimmetrica nel Bastardo di Mautàna di Silvana Grasso: diverse forme di potere
Un’analisi pragmatica delle interazioni tra i personaggi del romanzo “Il Bastardo di Mautàna” di Silvana Grasso (1994) mette in luce un sistema linguistico in cui si cristallizzano rapporti di potere tra classi sociali nella Sicilia di inizio ventesimo secolo. Una prima evidenza si ha nella selezione onomastica operata dall’autrice e che costituisce un primo meccanismo di riconoscibilità della collocazione socio-economica dei personaggi. In maniera schematica e banalmente oppositiva, possiamo evidenziare come nei gradini più alti della scala sociale vi sia chi gode della sequenza onomastica più complessa, che comprende oltre al nome e cognome anche il titolo, la professione e l’eventuale pr…
Nomi di giovani e nomi di re. Il patrimonio onomastico nella tradizione favolistica di Giuseppe Pitrè
La tradizione favolistica mondiale attinge i nomi dei propri protagonisti dalla creatività popolare, attribuendogli soprannomi che rappresentano linguisticamente il destino o l'origine o un tratto fisico, oppure rifacendosi al contesto regionale. Giovani popolani e re, nei centoquaranta testi di fiabe raccolti nella Biblioteca delle Tradizioni popolari di Giuseppe Pitrè, non sono connotati onomasticamente in maniera che ne denunci la provenienza sociale. Ipocoristici e soprannomi, persino ingiuriosi, possono essere il marchio distintivo del figlio minore di un fabbro come del reuccio di Spagna. In ogni caso la presenza del nome proprio, quale che esso sia, è segno inequivocabile di una cent…
Lessici settoriali disciplinari in classe
Il contributo nasce da una sperimentazione tendente a verificare gli effetti positivi nella comprensione del lessico di matrice greca delle discipline scientifiche in studenti di licei in cui non si studia il greco. Le classi sottoposte alla ricerca hanno svolto un percorso mirato alla riflessione metalinguistica sulla forma delle parole e sulla possibilità di rintracciare spie sul significato dalle combinazioni lessicali in cui ricorrono. I dati sono stati confrontanti con una classe di controllo di anologhi istituti e con una classe di un liceo classico.
Leonardo Sciascia, nel tempo del pane (e coltello) quotidiano
La rilettura della produzione sciasciana a partire dalle note sparse relative all'alimentazione, restituisce l'immagine di una Sicilia tradizionale rurale e povera. In particolare, nei suoi scritti degli anni Settanta – ne Le parrocchie di Regalpetra, ad esempio –, il cibo è associato a una tavola che è difficile imbandire, sia per le troppe bocche da sfamare che per lo scarso salario familiare. Le immagini della refezione scolastica a cui accedevano i figli dei minatori e dei braccianti riportate nelle Cronache scolastiche ricollegano a usi tipici della Sicilia centrale e a lessemi oggi presenti nelle fonti lessicografiche dialettali. The reinterpretation of Sciascia's production starting …
“Caltanissetta fa quattro quartieri”, nello Stato della città del 1731
L’odonimia nissena, come emerge da “Lo Stato della Città di Caltanissetta nel 1731 sotto l’arciprete Giovanni Agostino Riva”, presenta la suddivisione storica in quattro quartieri così come consegnataci ancora nel Novecento nell’omonima canzone di Rosa Balistreri: nel manoscritto si elencano il “Quartieri chiamato delli Zingari”, il “Quartiero di Santo Rocco”, il “Quartiero di San Francesco” e il “Quartiero di Santa Vennira”. Per ciascuno dei quartieri l’arciprete segna non soltanto il tessuto viario con le denominazioni dell’epoca, ma anche le anime dei battezzati e dei non battezzati, specificando nomi, cognomi, mestieri, età. In “Lo Stato della Città di Caltanissetta nel 1731 sotto l’arc…
Patrimonio toponomastico di Sicilia. Una raccolta capillare per la toponimia orale e la sua cartografazione digitale
Il progetto onomastico qui presentato rientra nel più ampio progetto dell’Atlante Linguistico della Sicilia. L’obiettivo è di documentare capillarmente l’intero patrimonio toponimico nella forma popolare (che affianca quella documentata e cartografata). La ricerca che si propone, di straordinaria ampiezza, costituirà una fondamentale chiave di lettura della storia linguistica della Sicilia e della sua complessa stratificazione. I primi sondaggi confermano che il patrimonio toponimico orale è a grave rischio di scomparsa. La possibilità di realizzare un portale interrogabile e interattivo è una opportunità di riconsegna al territorio non passiva e inerte, ma può sollecitare ulteriori attivit…
Un lessico settoriale estinto: la lingua solfaresca dell'oralità
L’esperienza zolfifera, tutta siciliana, influenzò anche il linguaggio settoriale apportando voci intraducibili o talmente peculiari da non sembrare sostituibili. Il contributo si occupa di analizzare i dati orali riscontrabili nelle inchieste dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS) condotte negli anni Novanta del XX sec.