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Sabina Montana

Strumenti, pratiche e rappresentazioni dello spazio nella stagione manierista palermitana tra la fine del XVI secolo e la metà del XVIII

Tra la ristrutturazione del Palazzo Reale e la conclusione dei lavori al nuovo molo s’inseriscono il taglio della croce, ovvero l’apertura dei tracciati Toledo e Maqueda, e l’inscrizione centrale dell’ottagono di Piazza Vigliena. L’analisi delle trasformazioni che accompagnano e sanciscono il ruolo di Palermo capitale del Regno, e non soltanto dei caricatori siciliani, ripropone molte e diverse problematiche. Nel saggio, il ricorso all’iconografia e alle fonti letterarie vuole illustrare l’esperienza urbana dell’epoca e accompagna la ricerca di nuove categorie analitiche. La teoria della rappresentazione, a partire dal Palermo restaurato del nobile Di Giovanni, sostiene una perfetta corrisp…

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L'architetto e l'aristocrazia

Il saggio intende dare un contributo alla conoscenza dell'architetto Rosario Gagliardi a partire dal suo rapporto con la committenza nelle città del Val di Noto

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Il territorio come bene culturale. Gli studi-progetto del I ciclo del Master in Storia e Analisi del Territorio

Il saggio propone una lettura diacronica del modello agrario modicano con riferimento alle forme complementari del grano-carne e della vite e una classificazione delle forme insediative rurali tradizionali.

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Palazzo Belmonte a Palermo

Largely ruined by World War II bombings, the Prince of Belmonte’s palace still stands in old Palermo, the remains nowadays having been recovered and reused as Contemporary Art Museum. The essay reviews the important reforming plan from the late XVIIIth century, focusing on the actors (clients, architects, decorators, workforce...) and on some unknown aspects of the construction site. Which role has been played in it by Giuseppe Venanzio Marvuglia, the major architect of Neoclassicism in Sicily? How much the Hittorff’s drawings of the palace – published in 1835 – conditioned the understanding of this architectural work? New sources coming from the family archives together with the drawings m…

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Maschere di Pietra e di Teatro nel Tardobarocco degli Iblei

Il saggio analizza le peculiarità figurative e le valenze simboliche dei mascheroni tardobarocchi iblei. Il repertorio tematico e i caratteri formali delle sculture sono messi in relazione alle maschere funerarie, ai reperti degli Antiquaria di Ragusa e Camarina e agli esiti scultorei del gotico mediterraneo, che nello spazio comitale visse una virtuosa stagione in massima parte cancellata dal terremoto del 1693. Le forme marcate e iperrealistiche, simboliche, a tratti seriali, messe in scena dai mascheroni tardobarocchi sono invenzioni nel senso etimologico del termine, in quanto memoria della continuità di una cultura figurativa e artigianale che trae fondamento dalla tradizione locale, d…

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Palermo 1701-1720: la città nelle rappresentazioni del Senato di Palermo

Il contributo passa in rassegna l’idea di città che emerge dalle rappresentazioni verbali e grafiche elaborate tra la fine della reggenza di Carlo II e quella di Carlo VI.

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"O corte a Dio". Prime architetture barocche a Bagheria: villa Branciforti Butera

Oltre quarant’anni fa Margherita De Simone sistematizzava le ville barocche palermitane in un abaco di forme e schemi tipologici e poneva a matrice del ciclo la bagherese villa Branciforti. Lungamente gravata da pregiudizi linguistici, giudicata idiomatica e vernacolare perché al di fuori delle accreditate linee guida del barocco italiano, ad impedirne la messa in valore, come per tanti brani di architettura del Seicento siciliano, sono stati l’assenza di studi documentati e di adeguati codici interpretativi. Questi gli orizzonti teorici da cui ha mosso il saggio, dedicato ad una tra le più antiche e maggiori ville bagheresi, fondata negli anni sessanta del Seicento da Giuseppe Branciforti …

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Fiumefreddo di Sicilia. Vicende storiche, forme del territorio e della territorialità

Lo studio esamina le vicende storiche, i caratteri del territorio e della territorialità di Fiumefreddo di Sicilia a partire dalla definizione dei confini originari dell'antica baronia e dei feudi ad essa aggregati, ripercorrendo i diversi passaggi d’investitura, dai Parisio ai Mancuso, che ottennero per le terre licentia di populare seu rehabitare, passando per i Gravina, al cui nome la storia di Fiumefreddo è indissolubilmente legata. La ricerca è condotta su scala territoriale e pone particolare attenzione al quarantennio compreso tra la fine del XVIII secolo e i primi decenni del XIX, anni in cui i confini amministrativi e le strutture sociali di Fiumefreddo subirono profonde trasformaz…

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L’USO DEI DISPOSITIVI DI RINFORZO LIGNEO NELL’ARCHITETTURA SICILIANA IN ETÀ MODERNA

Il saggio studia l’uso dei dispositivi di rinforzo ligneo nelle architetture siciliane d’età moderna ponendo criticamente a confronto documenti di fabbrica, brani tratti dai trattati d’architettura, siciliani e non, e contributi offerti dalla letteratura storica non specialistica. Lo studio evidenzia la persistenza e le peculiarità d’uso di una tecnica che, molto diffusa in area mediterranea, in Sicilia si configura come una “invariante” del repertorio costruttivo tradizionale.

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NEL SEGNO DELL’ÀNCORA La contea di Modica nel dominio degli Enriquéz almiranti di Castiglia

Il saggio muove dall’analisi dei processi sociali, culturali, politici che segnarono l’avvio della stagione moderna nella contea di Modica. Recuperando la centralità degli attori del dominio, gli Enriquéz, ben oltre la sequenza cronologica dei fatti e dei passaggi ereditari, il testo delinea i contorni di un progetto dinastico che, nel suo divenire, contemplava la proiezione dei feudi nella rete mediterranea ed europea della monarchia spagnola. Non due storie parallele, quella della contea e quella dei conti, distratti e lontani, ma un’unica storia che, sullo sfondo di un’analisi di longue durée, sposta in avanti l’asse cronologico fissato dagli Atti del settimo centenario della contea cura…

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Una committenza nobile in Sicilia tra Cinque e Seicento. Le architetture dei Branciforte di Raccuja (1552-1661)

Oggetto di studio della tesi sono i programmi costruttivi avviati tra il Cinque e il Seicento dal casato dei Branciforte di Raccuja. In particolare la tesi affronta lo studio delle architetture fondate da Nicolò Placido Branciforte nel corso del Seicento: il palazzo di famiglia a Palermo e il castello di Leonforte. I programmi costruttivi sono stati analizzati in relazione al cursus honorum, alla politica economica e culturale del casato e posti a confronto con gli omologhi interventi edificatori intrapresi da pari e sodali, secondo una metodologia conoscitiva auspicata da studi precedenti e non ancora messa in atto in Sicilia. In this thesis we study the architectural programs initiated by…

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Una città reiventata

A partire dall’esame del documento che elenca le ragioni dell’iscrizione di Ragusa nella World Heritage List, il saggio propone un inquadramento critico, previa contestualizzazione storica, delle vicende ricostruttive avviate a seguito del terremoto del 1693 nella città di Ragusa. Nel quadro comitale, l’opzione dello sdoppiamento si rivela “singolare” e offre lo spunto per indagare sincronicamente due diverse problematiche: nel caso della città superiore, quella afferente la fondazione ideale di uno spazio urbano, condotta attraverso l’adozione di un piano urbanistico che rendeva immediatamente leggibile l’innesto delle gerarchie sociali; nel caso dell’antico sito, in assenza di un piano no…

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Modica. La cappella dei Confrati in Santa Maria di Betlem

La scheda traccia la storia e descrive la geometria e i caratteri della fabbrica, operando un confronto con la serie delle cappelle cupolate cinquecentesche della Sicilia sud orientale.

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Attività di recensione: Notiziario Bibliografico (recensione di A. Morreale, La Vite e il leone. Storia della Bagaria secc. XII-XIX) in «Archivio Storico per la Sicilia Orientale» , annata 2001, fasc. III, Notiziario

La recensione passa in rassegna i capisaldi della storia delineata da Antonino Morreale nel libro «La Vite e il leone. Storia della Bagaria secc. XII-XIX»: la scala territoriale, la longue durée, che consentono di ripercorrere le fasi dell’alternanza dei popoli e dei poteri a partire dalla stagione punica e fino allo smantellamento della feudalità con semplicità ed evidenza. Sono i vantaggi dell’approccio che l’autore ha scelto, mentre il territorio e le sue trasformazioni, declinate in relazione al corso della storia, diventano parte integrante dell’analisi, non mero supporto di pratiche sociali. I sistemi insediativi, le forme dell’architettura sono parte e misura di una storia che è valo…

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