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RESEARCH PRODUCT
Strategie ecosistemiche e infrastrutture verdi in simbiosi con il costruito
Cesare Spositosubject
Ecosystem strategies green infrastructures symbiosis with the built environmentStrategie ecosistemiche infrastrutture verdi simbiosi con il costruitoSettore ICAR/12 - Tecnologia Dell'Architetturadescription
Il numero 11 di AGATHÓN raccoglie saggi, studi, ricerche e progetti sul tema Vegetazione | La sua Simbiosi con il Costruito richiamando il ruolo che la Natura in generale e la Vegetazione in particolare possono svolgere nel breve periodo per affrontare l’attuale sfida del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici causati da deforestazioni e incendi boschivi, urbanizzazioni selvagge, uso indiscriminato di materie prime non rinnovabili e incremento delle emissioni di anidride carbonica, tutti fattori che determinano un impatto devastante sul nostro ormai fragile ecosistema, sulla società e sull’economia. Se Simon aveva intuito già nel 1969 il potenziale di una ‘nuova ecologia’ in cui componenti animati e inanimati dell’ambiente costruito concorrono a caratterizzare un paesaggio ‘unificato’, gli studi di Beynus costituiscono un patrimonio di conoscenze utile alla rigenerazione consapevole e responsabile dell’ambiente costruito: nel corso dei millenni la Natura ha infatti perfezionato strategie e soluzioni, processi e meccanismi per adattarsi alle diverse condizioni climatiche e fisiche attraverso la razionalizzazione dell’utilizzo di materia e di energia ottimizzando gli scambi metabolici di tipo materiale e immateriale. Mentre il Movimento Moderno ha considerato paesaggio, urbanistica, architettura e design come discipline separate, nel nuovo millennio si rileva uno ‘spostamento scalare’ in cui esse sono assunte come parti di un sistema territoriale unificato nel quale si è chiamati a superare l’antropocentrismo e a progettare per l’uomo e per le altre forme viventi, in un rapporto di profonda conoscenza e comprensione delle traiettorie e dei bisogni reciproci degli esseri umani e non umani. La relazione tra le parti del sistema assume un’importanza nevralgica quando adottiamo una visione più ampia e sistemica, supportata da un approccio olistico e partecipativo; le tecnologie digitali possono supportare questa ‘doppia convergenza’ verso una ‘ecologia cibernetica’, consentendoci di vedere il mondo naturale e quello artificiale come un unicum. Il quadro teorico e sperimentale presentato dal volume 11 di AGATHÓN, seppur non esaustivo delle potenzialità delle soluzioni basate sulla natura, dimostra come la loro essenza multifunzionale possa contribuire in maniera rilevante, sia con tecniche e approcci tradizionali e vernacolari sia facendo ricorso all’IoT e alle tecnologie digitali, da un lato a contrastare gli effetti derivati dai cambiamenti climatici realizzando un costruito più resiliente e meno vulnerabile a dinamiche di trasformazione erosiva, dall’altro a creare ambienti più sani, valorizzare la biodiversità, fornire servizi ecosistemici, migliorare la qualità della vita, favorire nuove opportunità economiche e sociali e creare catene di valore, agendo contemporaneamente sui processi di rigenerazione urbana con i temi fondativi della circolarità e gli strumenti multiscalari. Per raggiungere nel minor tempo possibile tali obiettivi e superare la cattiva pratica del greenwashing è però necessario dare avvio a un nuovo paradigma fondato sul ‘passaggio da un’economia di crescita a un’economia di appartenenza’ e su una ‘nuova ecologia’ con la consapevolezza dell’uomo a istaurare un rapporto di simbiosi, integrazione e adattamento alle diverse scale del progetto, magari incentivando iniziative di formazione come quelle del Valldaura Labs dell’IAAC di Barcellona che mira a diffondere pratiche per realizzare paesaggi ecologici e tecnologici olisticamente integrati. AGATHÓN issue number 11 is a collection of essays, studies, research and projects on Greenery | Its Symbiosis with the Built Environment. It recalls the role that nature and greenery, in general, can play in the short term to address the current global warming and climate change challenges. They are caused by deforestation and forest fires, urban sprawl, indiscriminate use of non-renewable raw materials and an increase in carbon dioxide emissions. These elements cause a devastating impact on our fragile ecosystem, society and the economy. In 1969, Simon had already guessed the potential of a ‘new ecology’ whose animate and inanimate elements of the built environment characterise a ‘unified’ landscape. Beynus’ studies are a knowledge heritage useful for the informed and responsible regeneration of the built environment. Over the millennia, Nature has perfected strategies and solutions, processes and mechanisms to adapt to different climates and physical conditions through the rationalisation of the use of matter and energy by optimising material and immaterial metabolic exchanges. While the Modern Movement has considered landscape, urbanism, architecture and design as separate disciplines, in the new millennium there is a ‘scalar shift’ in which they are considered part of a unified territorial system, in which we are called to overcome anthropocentrism and to design for man and living beings, in a connection made of profound knowledge and understanding of the trajectories and reciprocal needs of human and non-human beings. The relationship between the parts of the system takes on crucial importance when we adopt a broader and more systemic vision, supported by a holistic and participatory approach. Digital technologies can support this ‘double convergence’ in their shift towards a ‘cybernetic ecology’ allowing us to see the natural and artificial world as a unicum. The theoretical and experimental framework presented by AGATHÓN issue number 11, although not exhaustive of the potential of nature-based solutions, shows that their cross-disciplinary essence can relevantly help – both with traditional and vernacular approaches/techniques and using IoT and digital technologies – to counteract the effects of climate change by creating a more resilient built environment, less vulnerable to erosive transformation dynamics, and to create healthier environments, enhance biodiversity, provide ecosystem services, improve quality of life, foster new economic and social opportunities and create value chains, while acting on urban regeneration processes with the circularity and multi-scalar tools as pillars. To achieve these goals in the shortest possible time and overcome the greenwashing bad practice in design, it is necessary to start a new paradigm based on the ‘shift from an economics of growth to an economics of belonging’ and on a ‘new ecology’ in which man and nature characterize an unprecedented ‘unified’ landscape in a profound bond made of mutual knowledge and understanding to build a relationship based on symbiosis, inclusion and adaptation at the different scales of the project. For example, by stimulating training initiatives such as those of the Valldaura Labs of the IAAC in Barcelona, which aim to disseminate practices for holistically integrated ecological and technological landscapes.
year | journal | country | edition | language |
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2022-06-30 |