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Condizioni di detenzione e cooperazione giudiziaria: verso una rafforzata tutela della dignità del detenuto
Caterina Scaccianocesubject
Settore IUS/16 - Diritto Processuale PenaleCooperazione giudiziaria - Condizioni del detenuto - Mandato di arresto europeo - Sentenza Melloni - ControlimitiLawdescription
La necessita di un equilibrio tra “certezza della pena” e “rieducazione del condannato” postula che la pena consista in un trattamento umano e rispettoso della dignita della persona. Posta tale premessa, l’Autrice mette in relazione il fenomeno della sovrappopolazione carceraria con i principi che stanno a base della cooperazione giudiziaria, di cui il MAE rappresenta la prima concretizzazione, per rilevarne le possibili alterazioni dei rapporti tra le autorita giudiziarie, in particolare quando si tratta di accogliere o rifiutare la consegna del condannato a pena detentiva. In tale contesto sembra apprezzabile il nuovo approccio della Corte di Lussemburgo che, nella decisione del 5 aprile 2016, ha, dapprima elevato a valore guida, nelle decisioni di consegna, la dignita e il connesso divieto di trattamenti inumani e degradanti di cui all’art. 3 CEDU, e dopo, tracciato iter e presupposti affinche il rifiuto di eseguire il MAE da parte dello Stato di esecuzione possa essere validamente espresso. Dictum europeo che e stato immediatamente recepito dai nostri giudici di legittimita.
year | journal | country | edition | language |
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2017-01-01 |