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Cappelle di palazzo nella Sicilia del Trecento

Emanuela Garofalo

subject

Cappella palazzo Sicilia TrecentoChapel palace Sicily 14th centurySettore ICAR/18 - Storia Dell'Architettura

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Nei palazzi e nei castelli dell’aristocrazia siciliana, realizzati ex-novo o rinnovati nel corso del XIV secolo, la presenza di cappelle palatine appare una costante. Inserite tra gli ambienti della stessa residenza o costruite in volumi autonomi ma adiacenti alla prima, esse contribuiscono a definirne il rango, in un ambiguo equilibrio tra sfera pubblica e privata. Infatti, sebbene destinate essenzialmente a una fruizione privata - della quale tuttavia non si conoscono con precisione modalità e frequenza - si tratta al contempo degli ambienti definiti con maggiore cura e con scelte formali che appaiono mirate a perseguire precise strategie di autorappresentazione, che oscillano tra modelli esogeni e tradizioni locali. Questo contributo si propone di analizzare una selezionata casistica di esempi, che comprende tra gli altri le cappelle delle due residenze dei Chiaromonte a Palermo e a Favara, con un’attenzione rivolta tanto alle soluzioni formali e di linguaggio, quanto agli aspetti tecnici e costruttivi. In definitiva, il tema tipologico si presta a costituire la base di un ragionamento più ampio, che può contribuire a un nuovo inquadramento critico di una stagione dell’architettura siciliana sulla quale ha pesato a lungo il pregiudizio storiografico di un processo involutivo innescatosi dopo i fasti dell’età normanno-sveva. In palaces and castles of Sicilian aristocracy, newly built or renewed during the 14th century, the presence of palatine chapels is a constant. Included among the spaces of the main building itself, or built in autonomous volumes but adjacent to the first, they contribute to define its rank, in an ambiguous balance between public and private sphere. In fact, although intended primarily for private use – of which, however, mode and frequency aren’t still precisely known – at the same time they are spaces defined with greater care and with formal choices that seem to pursue specific self-representation strategies, moving between exogenous models and local traditions. This contribution aims to analyze a selected series of examples, which includes among others the chapels of the two Chiaromonte palaces in Palermo and Favara, with a focus on formal and language solutions as well as on technical and constructive aspects. Finally, the typological theme can offer the basis of a broader reasoning, which can contribute to a new critical reflection on a season of Sicilian architecture weighed down for a long time by the historiographical prejudice, triggered after the splendors of the Norman-Swabian age.

10.17401/studiericerche-4/2018-garofalohttp://hdl.handle.net/10447/352732