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Stratificazioni storiche del simbolismo rituale della Settimana Santa in Sicilia

Buttitta I

subject

Ritual symbolism Holy Week SicilySimbolismo rituale Settimana Santa SiciiaSettore M-DEA/01 - Discipline Demoetnoantropologiche

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I temi della continuità culturale, della diffusione e della “sopravvivenza” del simbolismo rituale sono stati al centro del dibattito antropologico e storico-religioso. Ritornano oggi d’attualità in relazione alla questione della patrimonializzazione dei beni immateriali, delle feste religiose “tradizionali” come, appunto, la Settimana Santa. Possiamo e dobbiamo ritorna-re a chiederci: le testimonianze materiali e immateriali del passato, anche il più remoto, posso-no aiutarci a comprendere ciò che osserviamo declinarsi negli attuali contesti festivi e, di con-verso, le odierne o appena trascorse espressioni del folklore possono contribuire a chiarire il senso di storie e di riti assai più antichi? I significati e le funzioni dei riti, le motivazioni e le aspettative dei devoti di ieri e di oggi hanno qualcosa in comune? Sono davvero così radical-mente diversi come si sarebbe indotti a credere considerando le distanze cronologiche e spazia-li e l’indimostrabilità dell’assenza di soluzioni di continuità di pratiche cultuali e rituali? Historical stratifications of the ritual symbolism of Holy Week in Sicily - The themes of cultural continuity, diffusion and “survival” of ritual symbolism have been at the centre of the anthropological and historical-religious debate. They become topical again in relation to the issue of the patrimonialization of immaterial goods, of “traditional” religious festivals such as Holy Week. We can and must go back to asking ourselves: can material and immaterial tokens of the past, even the remotest ones, help us understand what we observe in current festive contexts and, conversely, can current or recent past expressions of folklore give a contribution towards a clearer understanding of much older stories and rites? Do the meanings and func-tions of the rites, the motivations and the expectations of the worshippers of the present and of the past have anything in common? Are they as radically different as one might be led to think considering the chronological and spatial distance and the impossibility to demonstrate the absence of continuity solutions in worship and ritual practices?

http://hdl.handle.net/10447/498718