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RESEARCH PRODUCT

Critica scientifica, popolarizzazione dell’etnografia ed etica dell’antropologo: sulla “controversia yanomami”, per esempio

Alessandro Mancuso

subject

Napoleon Chagnonidee di “società primitiva”etica della ricerca antropologicaGN1-890EducationEthnology. Social and cultural anthropologyHM401-1281Urban StudiesGender Studiesethics of anthropological researchGN301-674Anthropologyconcepts of “primitive society”YanomamiJacques LizotYanomami concepts of “primitive society” popularization of anthropological research ethics of anthropological research Napoleon Chagnon Jacques Lizotpopularization of anthropological researchSociology (General)Settore M-DEA/01 - Discipline Demoetnoantropologichepopolarizzazione dell’antropologia

description

La “controversia sugli Yanomami” ha investito questioni centrali, tanto epistemologiche quanto etiche e politiche, per la disciplina e la pratica dell’antropologia, riguardando in particolare l’etica della ricerca sul campo; il modo di impiegare i dati di ricerca per sostenere determinate ipotesi teoriche; i rapporti tra popolarizzazione e politicizzazione delle ricerche e, più in generale, la responsabilità degli antropologi rispetto sia agli usi dei loro studi nella sfera pubblica sia nei confronti dei soggetti umani con cui lavorano. In quest’articolo esamino alcuni momenti chiave della “controversia”. In particolare provo a ricostruire il modo in cui si è inizialmente consolidata, dentro e fuori l’antropologia, l’immagine degli Yanomami come “ultima società primitiva” mettendo a confronto le etnografie di Chagnon e Lizot. Nello scritto pongo in particolare rilievo anche i diversi modi con cui gli etnografi hanno marcato testualmente il loro posizionamento sul campo come “prova” dell’“autenticità” delle loro rappresentazioni del mondo yanomami. Nell’ultima parte, riassumo gli effetti che nell’antropologia statunitense ha avuto la “tempesta mediatica” suscitata dalle accuse di comportamenti eticamente inappropriati, quando non del tutto esecrabili, rivolte a Chagnon e Lizot in Darkness in El Dorado, il libro-reportage del giornalista free-lance Patrick Tierney. The “controversy over the Yanomami” has affected central issues, both epistemological and ethical and political, for the discipline and practice of anthropology, particularly concerning the ethics of field research; the way to use research data to support certain theoretical hypotheses; the relationships between popularization and politicization of research and, more generally, the responsibility of anthropologists with respect to both the uses of their studies in the public sphere and towards the human subjects with whom they work. In this article, I examine some key moments of the “controversy”. In particular, I try to reconstruct the way in which the image of the Yanomami as the “last primitive society” was initially consolidated, inside and outside anthropology, and, in this sense, I compare the ethnographies of Chagnon and Lizot. In the paper, I also place particular emphasis on the different ways in which ethnographers have textually marked their positioning in the field as “proof” of the “authenticity” of their representations of the Yanomami world. In the last part, I summarize the effects of the “media storm” on American anthropology, which were caused by the accusations of ethically inappropriate, if not completely execrable, behavior addressed to Chagnon and Lizot in Darkness in El Dorado, the book-report by journalist Patrick Tierney.

10.4000/aam.3728http://journals.openedition.org/aam/3728