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RESEARCH PRODUCT
Il metodo del confronto: un laboratorio di idee per il recupero della centrale termoelettrica “Tifeo” di Augusta
Emanuele Palazzottosubject
Centrale termoelettrica Giuseppe Samonà Restauro del modernoSettore ICAR/14 - Composizione Architettonica E UrbanaPower station Giuseppe Samonà Restauration of modern architecturedescription
Il saggio espone un lavoro di ricerca attorno ai temi del “restauro del Moderno” applicato sul recupero della centrale termoelettrica di Augusta, pregevole opera di Giuseppe Samonà. Tale ricerca si è sviluppata nell’ambito del Dottorato di ricerca in Progettazione Architettonica di Palermo grazie ad un protocollo d’intesa firmato cn ENEL. I presupposti metodologici della ricerca , si fondano sulla coincidenza tra restauro e progetto e sulla consapevolezza che l’esperienza del progetto di architettura (ancor più se attuato sul corpo di architetture di qualità già esistenti) sia un fattore di conoscenza decisivo e che solo mettendo il manufatto alla prova del progetto, è possibile acquisire (da parte del progettista e da parte del committente) un’ampia consapevolezza sulle potenzialità e qualità (talvolta non del tutto esplicite) che questo custodisce. Nell’ottica di un recupero possibile, che sia virtuoso ed eticamente sostenibile, l’orizzonte finale consisterà nell’individuazione di una “giusta misura” dell’intervento rispetto alla discriminante dell’uso, ponendo in corretto equilibrio le ragioni della conservazione con quelle della vita. This essay exposes a research work around the themes of the "restoration of the Modern" applied to the recovery of the Augusta thermoelectric power plant, valuable work by Giuseppe Samonà. This research was developed within the Doctorate in Architectural Design of Palermo, thanks to a memorandum of understanding signed by ENEL. The methodological assumptions of the research are based on the coincidence between restoration and project and on the awareness that the experience of the architectural project (even more if implemented on the body of already existing quality architectures) is a decisive factor of knowledge and that only by putting the artefact to the test of the project, it is possible to acquire (from the designer and from the client) a wide awareness of the potential and quality (sometimes not entirely explicit) which is kept in architectural works like this. With a view to a possible restoration, which is both virtuous and ethically sustainable, the final horizon will consist in identifying a "just measure" of the intervention with respect to the discriminant use, putting the reasons for conservation into proper balance with those of the life.
year | journal | country | edition | language |
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2018-01-01 |