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RESEARCH PRODUCT
IL TERRITORIO NELL’ARCHITETTURA. Grande scala e agricoltura nell’architettura italiana, 1966-1978.
Zeila Tesorieresubject
Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E UrbanaVittorio Gregotti Aldo Rossi Archizoom Superstudio 9999 Tendenza Radical architectureVittorio Gregotti Aldo Rossi Archizoom Superstudio 9999 Radical architecturedescription
Nel quadro composito di superamento del Moderno, il rinnovamento dell'architettura italiana si lega al Territorio a partire dagli anni Sessanta. Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Superstudio, Archizoom, Studio 9999, ne animano i due distinti filoni principali, includendo fra le matrici del procedimento progettuale la storia urbana, la geografia umana, la fotografia aerea dei territori, con riferimento sia ai segni antropici arcaici che all’agricoltura e a tecniche moderne per la trasformazione produttiva dei luoghi. L'articolo rievoca i temi e i progetti principali di tale quadro, con l'obiettivo di mostrare che la flessibilità di estensione di buona parte dell’orientamento disciplinare contemporaneo ha un fondamento teorico articolato in tali precedenti esperienze, che per prime fecero corrispondere alla transcalarità della concezione la transdisciplinarietà che inquadrava il progetto dello spazio. An unprecedented inter-scalarity links Italian architecture to the notion of territory between 1966 and 1978. Two main strands are shown as theoretical foundations of some contemporary orientations of the discipline. The first refers to Vittorio Gregotti and Aldo Rossi, the second to the Radical avant-garde. The teaching of the territory concerning the modalities of relationship between formal facts and the autonomous role of architecture in the historical city, seen in parallel with the fictional projects of the Radical architecture and the role that agriculture plays there, show that trans-scalarity is here inseparable from transdisciplinarity. Those works, distilling the formal gesture to reactivate large-scale relationships in a diachronic time; by opposing architecture to the artificiality of the consumerist city on its way to conquest every land, using the collage in a poetics for fragments, and composing projects as scenarios, still echo in our season.
year | journal | country | edition | language |
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2020-01-01 |