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RESEARCH PRODUCT

Nuove frontiere della Letteratura

Giovanni Saverio Santangelo

subject

Letterature migrantiSettore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria E Letterature Comparate

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In un Mondo che è venuto progressivamente globalizzandosi, la Letteratura non è più, né potrà mai più tornare ad essere, una Letteratura “nazionale”. Il percorso che ha condotto dalla decolonizzazione fino ai nostri giorni ha visto nascere in ogni angolo del Pianeta testi letterari che, inspirati agli inizi dalle riflessioni sulla Négritude e dalla poetica della “resistenza” nei confronti delle culture colonizzatrici, hanno finito per concretizzarsi, ai nostri giorni, nelle stimolanti scritture “migranti” di donne e di uomini che vivono ormai sulla propria pelle, per motivi spesso diversi, una cultura meticcia e transnazionale. Autorevoli esponenti degli studi postcoloniali (Mouralis, Anderson, Spivak, Bhabha, Said, Chambers, Appadurai, Moura), muovendosi sulla scia delle lucide osservazioni di Gramsci, hanno a mano a mano analizzato tale sconfinata e multiforme realtà, offrendo una serie di chiavi di lettura (meticciato culturale, ibridazione dei generi, transgenericità, ibridismo culturale, modernità diffusa, liquidità, subalternità, comunità immaginate, scritture di frontiera, non-luoghi, in-between) che risultano di grande utilità per l’analisi di quei testi. Ogni produzione letteraria eurofona (non esclusa, oggi, anche quella in lingua italiana) concorre ad alimentare l’idea che nuove frontiere si siano delineate per la Letteratura, e che, come aveva auspicato il Glissant, il lettore possa leggere il Mondo, nelle pagine degli scrittori “migranti”, “in altri modi”. Perché della Letteratura, raccogliendo il monito del Todorov, è forse utile continuare a nutrirsi nell’intento di ridar vita, nella nostra inquietante stagione e a dispetto di tutto, alla Civiltà dell’umano. In a world that is becoming progressively more globalized, literature is no longer, and can never again be, a “national” literature. The path leading from decolonization to the present day has seen literary texts created in all parts of the world which were inspired early on by reflections on Négritude and by the poetics of “resistance” to colonizing cultures. Now this literature has evolved into the fascinating “migrant” writings of both men and women who, for diverse reasons, live in transnational and hybrid cultures. Important scholars of postcolonial studies (Mouralis, Anderson, Spivak, Bhabha, Said, Chambers, Appadurai, Moura), building on Gramsci’s lucid insights, have little by little analyzed this boundless and multiform reality, offering a range of interpretative models (cultural métissage, generic hybridization, transgenre, cultural hybridity, diffused modernity, liquidity, subalternity, imagined communities, border writing, non-places, in-between) which have proven quite useful for the analysis of these texts. All literary production in European languages (including, today, even in Italian) is conducive to the idea that new frontiers are outlined in literature and that, as Glissant hoped, the reader can read the World “in other ways” in the pages of migrant writers. Thus remembering Todorov’s advice, even in this unsettled age, it is perhaps worth continuing to feed on literature in spite of everything, hoping to give new life to human Civilization.

http://hdl.handle.net/10447/89804