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Marchese Rosa

Il ritratto più importante. Libri, biblioteche, lettori nella poesia dall'esilio di Ovidio

Nell’elegia 1.7 dei "Tristia", la prima raccolta di versi che Ovidio mette insieme dopo la condanna alla relegazione a Tomi, sul mar Nero, il poeta istituisce una relazione speciale e molto significativa tra la sua "imago", il ritratto, i suoi libri, e i luoghi in cui le opere letterarie sono ospitate, le biblioteche. In un certo senso, invita a riflettere sulla funzione dei "volumina", sulle opere ovidiane che i “libri” contengono e mettono in circolo come spazio della memoria e di dialogo con gli autori. L’elegia di Ovidio esule ha il pregio di mettere sotto la lente tutti questi fenomeni, e di farli interagire con un elemento che crea una tensione interessante nel rapporto con tutti gli …

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Sconfinamenti. La strana storia della letteratura in Roma antica

Oggetto di questo contributo è l'analisi di come, nella letteratura latina, lo “sconfinamento” rappresenti un principio vitale e virale di rinnovamento, che funziona sul piano delle forme letterarie ma anche delle idee, dei significati, delle proposte etiche e politiche che queste vogliono mettere in circolo.

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Parola e silenzio nell'ultimo Cicerone: il caso della Philippica I

Il silenzio e la parola sono, più che temi posti ad oggetto della riflessione dell’ultimo Cicerone, poli di una dialettica identitaria entro la quale egli prova a far rientrare il proprio profilo esistenziale. Tornato a Roma dopo Farsàlo, dopo esser rimasto a lungo in attesa del benestare al suo rientro da parte di Cesare, nell’aprile del 46 Cicerone rompe il silenzio completando in breve tempo il Brutus. Si tratta di un’opera dal profilo letterario ibrido cui egli affida il compito di testimoniare il suo ritorno entro una dinamica di reciprocità amicale, letteraria e sociale attraverso una ricostruzione dell’oratoria romana, ad uso di una compagine politica di cui, negli eventi convulsi de…

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La ricezione di Orazio nell’età del libro antico. A proposito di Antonio IURILLI, Quinto Orazio Flacco. Annali delle edizioni a stampa secoli XV-XVIII, tomi I-II, Droz, Genève 2017, 1540 pp., ISBN 978-2-600-04730-2.

recensione al volume di di Antonio IURILLI, Quinto Orazio Flacco. Annali delle edizioni a stampa secoli XV-XVIII, tomi I-II, Droz, Genève 2017, 1540 pp., ISBN 978-2-600-04730-2.

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Meritare le responsabilità. Il complicato confine tra merito, virtù e gloria in Cicerone e in Tacito

Quale posto la relazione tra merito e responsabilità ha avuto nelle concezioni morali dei Romani? Quale lessico ne è in qualche modo spia e rappresentazione? Per provare a rispondere a tali domande intendo partire dal Dialogus de oratoribus di Tacito, che presenterò come un apologo significativo del conflitto tra successo, gloria e virtù, utile anche per misurare la distanza tra le idee romane di merito e responsabilità e quelle nostre; quindi passerò dal racconto al modello, andando a recuperare, dietro i personaggi dell’opera, la riflessione etica compiuta dall’ultimo Cicerone, che trova il suo punto culturalmente più interessante proprio nell’individuazione di criteri che definiscono il …

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Le conseguenze del crescere. Una rilettura di Orazio, Carmina 4.10

L'ode 4.10 di Orazio è un componimento che mette a tema il passaggio dalla fanciullezza all'età adulta. In Ligurino, il protagonista dell'ode, il crescere lascia segni irreversibili nel corpo e nel volto, e le sue guance non possono tornare illese dal morso insaziabile del tempo proprio mentre si è sviluppata una sua maturazione interiore. Lo specifico processo di crescita che coinvolge l’essere umano implica un cambiamento radicale, una metamorfosi espressa attraverso la terminologia del "vertere" e del "mutare"; soprattutto, esso scava uno iato incolmabile tra corpo e mente, tra condizione fisica e consapevolezza interiore. Una originale lettura della crescita umana che Orazio individua n…

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Fare i conti con i fantasmi. Properzio 4.7

In "Properzio dopo duemila anni", pubblicato nel 1987 su "MD", Maurizio Bettini esortava a offrire una interpretazione dell'elegia latina in grado di fare i conti non solo con i suoi debiti letterari, ma anche con conquiste e modelli culturali in essa rappresentati. Scegliendo, come testo di riferimento, una delle molte elegie in cui Properzio fa i conti con i propri fantasmi, la 4.7, questo saggio prova a confrontarsi con quell'invito di metodo e con quanto è stato fatto per ripercorrere l'esperienza elegiaca dal punto di vista antropologico.

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Non nuocere, aiutare, non offendere. Rileggere il De officiis di Cicerone nel conflitto tra prossimi e lontani

Can Cicero’s De officiis be considered as an excuse for justifying and supporting the common idea that rights, aid and solidarity have been reserved only to those are “close” to us? In the current debate concerning the real universality and the value of human rights, the interpretation of the last work of Arpino’s author, framed in its historical and cultural context, may contribute to a fair restitution of the meaning we assume for the virtue named ratio societatis et communitatis.

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Vincere, perdere, eguagliare. Per uno studio dell'idea di competizione nel mondo romano

Il saggio analizza e interpreta il lessico latino della competizione, inquadrandolo nella cornice della cultura e della società in cui è stato utilizzato, attraverso il filtro della rappresentazione letteraria.

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Vulnerabilità sulla scena. Temi etici e soluzioni drammaturgiche nella "Medea" di Seneca

La Medea di Seneca racconta una storia di vulnerabilità? Questo saggio propone una lettura della tragedia usando il concetto di vulnerabilità non come criterio per verificare la correttezza degli assunti stoici in materia di condotta morale, ma quale paradigma di relazione tra soggetti che, per definirsi, si consegnano gli uni agli altri, esponendosi, e su tale esposizione mettono alla prova l’identità personale e la fallibilità dell’autonomia morale. In questa idea di vulnerabilità non si trova solo una lente per formulare domande di natura etica, ma anche un utile strumento di analisi del meccanismo drammaturgico senecano. Is Seneca’s Medea a story of vulnerability? This paper aims to rea…

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Interpretare una parte. Personae e modelli etici in Roma antica tra tarda repubblica e principato

L’ultima opera di Cicerone, il de officiis, propone una complessa riflessione sulle personae, i ruoli naturali e culturali che ogni uomo è chiamato a mettere in equilibrio e a interpretare sulla scena di un mondo, quello della tarda repubblica romana, nel quale il problema più importante è collegare il piano della politica a quello dell’etica, l’utile all’honestum. Al cittadino che verrà, in un orizzonte che gli appare oscuro, Cicerone prova a mettere in mano la capacità di scegliere “chi e quali vorremmo essere” (1.117), e anche la possibilità concreta di cambiare, in caso di errore nella scelta. Nel giro di pochissimi anni, però, è il mondo al quale Cicerone rivolge la sua riflessione che…

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Il bisturi di Mazzoli sul corpus di Seneca tragico

Recensione a G. Mazzoli, «Il chaos e le sue architetture» (Palumbo), che raccoglie trent’anni di studi esemplari. Giancarlo Mazzoli restituisce un’idea coerente, complessa ma non contraddittoria, di Seneca tragico.

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Lo sguardo in seconda persona. Verecundia in Seneca, ad Lucilium 11

Where does verecundia stand in the ancient Rome? As Robert Kaster said, it stands close to the pudor, working in face-to-face relations “between respect and shame”. How the verecundia concept took part as a moral feeling is clearly explained in Seneca’s Letter 11 to Lucilius. In this text the philosopher offers a complex, concise portrait of verecundia, allowing to see that it is, to all intents and purposes, a social emotion, as well as an useful behavior to explain the birth of a moral gaze in “second person”.

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Un'appartenenza vulnerabile. Il sentimento della storia in Properzio

The cultural heritage of mythical tales connected to real places in Rome is the core inspiration for the fourth book of Propertian elegies. But which features or attitudes lay the ground for the construction of collective memory? In this paper I will try to focus on how Propertius works on selection and removal of Roman history’s events and characters as early as in the first three books of Elegies: in the Propertian sense of history, the “belonging to” and the “distance from” the social frameworks of memory are re-examined by concepts as betrayal and vulnerability of thick relations tying together citizens, soldiers, friends.

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Per amore e per interesse. Moventi e modelli dell’azione benefica nella riflessione antica

Classical thinkers described sometimes the donor’s move employing some unexpected analogies: Aristotle explains the “benefactor’s love” comparing it to the artist’s love for his artwork, or to the mother’s devotion to her sons. Cicero talks about benivolentia as a permanent and constant affect, very distant from amor adulescentulorum. Seneca, in ben. 1.14, chooses to compare donor’s beneficia amabilia to the behavior of meretrix. The aim of this paper is to recognize the tight bind of love and interest underlying these analogies, and to explain how it could be, after all, a pattern useful for re-thinking the nature of contemporary philanthropy.

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Il dilemma tra amore e onore. Reciprocità e modelli etici in Catullo 76 e in Properzio (Elegie 2,23; 2,24A-B-C-)

Poem 76 is probably the most significant text, among Catullan compositions, for investigating the issues of reciprocity-in-love and honour, which dispose the poet’s world. This paper aims to focus the debate between "benefacta" and "gratia", in comparison with some Propertian elegies that seem to propose very different solutions to the same ethical dispute, whether honour is better than love, or not.

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Marco Tullio Cicerone, De officiis. Quel che è giusto fare

Nel 44 a. C., in un periodo di profonda crisi delle istituzioni sociali e politiche di Roma, Cicerone dedica al figlio Marco un trattato che intende riordinare le forme dell’interazione tra i cittadini e rifondare la res publica. Consapevole che l’antico sistema di valori è ormai superato, Cicerone tenta di organizzare un sistema di trasmissione della memoria fra generazioni, regole di comportamento che indichino «quel che è giusto fare» ai giovani della città, cui tocca ripartire dalle rovine ancora fumanti dello stato. Una specie di «Etica spiegata a mio figlio», come si intitolerebbe oggi, che è diventata uno snodo fondamentale per il mondo latino, medievale e moderno, permeando la cultu…

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