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Giuseppe Antista
Pietro Novelli architetto. Disegni di portali e finestre
Tra i disegni della collezione del barone Pietro Sgadari di Lo Monaco, oggi conservati presso la Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis (Palermo), figurano sette portali e una finestra attribuiti al noto pittore Pietro Novelli (1603 - 1647). I dettagli di alcuni portali - come quello di Santa Maria Maggiore nel quartiere Albergheria - richiamano le incisioni del secondo volume Della Trasportatione dell’obelisco vaticano… di Domenico Fontana (Napoli 1604); inoltre nel grafico S.L.M. Novelli 75 è possibile riconoscere il portale laterale di Santa Teresa alla Kalsa, in origine appartenente alla chiesa della Madonna delle Raccomandate, oggi non più esistente.
Le cappelle ventimigliane in epoca medievale: Cefalù e Geraci
I Ventimiglia, tra i più antichi e influenti casati nobiliari siciliani, furono titolari di una corposa signoria nell’entroterra di Cefalù, estesa al complesso montuoso delle Madonie. Ancor prima della fondazione della quattrocentesca cappella di Sant’Antonio annessa alla chiesa di San Francesco a Castelbuono, pensata come mausoleo di famiglia, essi disponevano di altri luoghi di culto dove custodire la memoria del lignaggio; tra questi rientrano la cappella di giuspatronato nella cattedrale di Cefalù (dove i Ventimiglia figurano pure come committenti di importanti opere architettoniche), la cui esistenza è documentata fino ai lavori di adeguamento seguiti alla Controriforma, nonché quella …
Elements of stereotomy in the essay and the works of the sicilian architect Giovanni Amico
Il contributo si prefigge di indagare sull’uso della stereotomia nell’apporto teorico e nella pratica professionale dell’architetto trapanese Giovanni Amico, attivo in Sicilia nella prima metà del Settecento. Nel suo trattato L’architetto prattico (pubblicato in due volumi, rispettivamente nel 1726 e nel 1750), si possono riscontrare alcuni principi di stereotomia: a titolo di esempio si cita il capitolo dedicato agli archi e ai ponti, dove l’autore inserisce un ponte in pietra «o sia Capoalzato per comodità di passare Fiumi, o Torrenti», che tramite la successione di due archi rampanti supera il dislivello fra le due sponde. L’intervento mira anche a chiarire i rapporti e gli eventuali deb…
Cefalù: l’assetto urbano in età medievale
Il contributo ripercorre le tappe fondamentali della storia urbana di Cefalù, sulla costa settentrionale della Sicilia, soffermandosi in particolare sull’età medievale. La costruzione della cattedrale a opera del re normanno Ruggero II (dal 1131) determinò la rifondazione della città, che conoscerà nei decenni successivi, sotto la signoria vescovile, una profonda rinascita sociale e urbana, le cui peculiarità si manterranno sino all’epoca moderna. L’altra componente fondamentale nell’evoluzione della città fu l’arrivo dell’aristocrazia feudale che, forte della tolleranza regia al tramonto della dinastia sveva, ne logorò il ruolo di civitas episcopale; infatti dalla metà del Duecento si inse…
Le piazze quadrate ad angoli chiusi nelle città siciliane di fondazione. Alcuni casi di studio
La piazza delle città fondate in Sicilia tra Cinquecento e Settecento dalla classe baronale accoglie solitamente la sede del potere politico e religioso, palesata nel palazzo del fondatore e nella chiesa Madre, e con la sua posizione orienta la trama viaria, che è di regola a maglia ortogonale. Un caso particolare, non molto diffuso in Sicilia, è rappresentato dalla piazza ad angoli chiusi, attraversata nella mezzeria dei lati da una croce di strade, i cui esempi più noti possono individuarsi nelle piazze di Cattolica Eraclea (1610) e Palma di Montechiaro (1637), che nel testo vengono analizzate.
Disegni di architetture normanne dei pensionnaires dell’Accademia di Francia a Roma
Dai primi decenni dell’Ottocento molti allievi dell’École des Beaux-Arts di Parigi inclusero la Sicilia tra le tappe del viaggio di formazione in Italia; i loro disegni, raccolti in album e taccuini, mostrano una molteplicità di interessi, tra cui spicca l’architettura normanna delle grandi cattedrali di Cefalù, Palermo, Monreale e Messina.
Architetture siciliane nei disegni degli allievi dell’École des Beaux-Arts di Parigi
Alcuni fondi archivistici di Parigi conservano numerosi disegni di architetture siciliane, che sono stati realizzati nella prima metà dell’Ottocento dagli allievi dell’École des Beaux-Arts, venuti in Sicilia come vincitori del Grand Prix. I giovani architetti non si sono interessati solo delle rovine classiche, ma di tutta l’architettura siciliana e in particolare di quella medievale; per esempio Pierre-Joseph Garrez disegnò il soffitto in legno della cattedrale di Messina e Jean-Jacques Clerget raffigurò il cortile del palazzo Chiaromonte a Palermo.
La tomba di Terone ad Agrigento nei disegni degli allievi dell’École des Beaux-Arts
I futuri architetti dell’École des Beaux-Arts di Parigi venivano indirizzati allo studio dell’architettura classica, che si perfezionava poi in Italia a contatto con monumenti e siti archeologici, grazie al Grand Prix, che permetteva loro di soggiornare presso l’Accademia di Francia a Roma. Molti di essi, sulla scia di celebri viaggiatori quali Dufourny, Hittorff e Schinkel, giunsero in Sicilia nella prima metà dell’Ottocento alla scoperta delle antichità e dei multiformi aspetti del paesaggio. Guillaume-Abel Blouet, Pierre-Joseph Garrez, Charles-Auguste Questel, Jean-Jacques Clerget, Louis-Clémentin Bruyerre - per citarne alcuni - si soffermarono a lungo sulle rovine classiche, rilevando e…
Le absidi nelle prime chiese normanne e nella Cappella Palatina di Palermo
Nei primi decenni del XII secolo si realizzano in Sicilia numerosi edifici religiosi, le cui absidi seguono in genere i modelli bizantini, ma non mancano soluzioni originali. Tra le chiese basiliane del Val Demone si distingue quella dei Santi Pietro e Paolo a Casalvecchio Siculo (1117-1172), la cui abside centrale assume esternamente la forma di una torretta a pianta rettangolare, che include due nicchie pentagonali negli spazi di raccordo con la curva interna. Tutte e tre le absidi della chiesa di Sant’Andrea a Piazza Armerina (ante 1148) presentano esternamente un profilo rettilineo e la massiccia struttura muraria ingloba la torre campanaria. Nella cappella palatina di Palermo, consacra…
San Sebastiano (Gangi, chiesa Madre di San Nicolò)
Il rilievo di San Sebastiano, databile entro la prima metà del XVI secolo, è oggi ubicato in una nicchia alla sommità del portale laterale della chiesa Madre di Gangi, a fianco della torre campanaria, un tempo torre civica appartenente ai Ventimiglia.
La committenza dei Ventimiglia a Cefalù: città e architettura. 1247 - 1398
Lo studio riguarda la committenza dei Ventimiglia, un’importante famiglia aristocratica di origine ligure, protagonista di larga parte della storia siciliana medievale, con la finalità di approfondire il legame tra il casato e la città di Cefalù, posta sulla costa tirrenica della Sicilia. Il centro, di antica origine, deve la sua prosperità e notorietà alla fondazione nel 1131 della cattedrale a opera del primo re di Sicilia, il normanno Ruggero II, e alla conseguente istituzione di una nuova sede vescovile, in posizione baricentrica tra le grandi diocesi di Palermo e Messina, nello spartiacque tra la parte occidentale e orientale dell’isola. I Ventimiglia, tra i più antichi casati nobiliar…
Le impressioni dei viaggiatori italiani e stranieri
Il contributo propone la raccolta antologica delle annotazioni più significative che i viaggiatori giunti a Palermo tra l'inizio del Seicento e la prima metà dell’Ottocento hanno lasciato sui Quattro Canti, centro fisico e simbolico della città, nonché snodo obbligatorio per la sua visita.
Le scale in pietra a vista nel Mediterraneo
Partanna
Il ricco patrimonio architettonico di Partanna, una delle realtà urbane più significative della valle del Belice, oltre ai danni causati dal terremoto del 1968, ha subito molte demolizioni sistematiche, operate per ignavia o a fini speculativi. Situata fra le valli del Modione e del Belice, la città moderna si è sviluppata come addizione barocca al nucleo medioevale, entro un quadrilatero con ai vertici quattro edifici conventuali (San Francesco, il Carmine nuovo, San Nicolò e la Badia), sorti a monte dell’antico castello dei Grifeo, la famiglia nobiliare a cui la storia di Partanna è inscindibilmente legata.
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Il palazzo del marchese Enrico Forcella nel Foro Borbonico
Il palazzo Forcella - Baucina - De Seta sovrasta la porta dei Greci, nel tratto delle mura urbane di Palermo antistante il mare, un tempo compreso tra il bastione di Vega e quello del Tuono. Più di altri edifici cittadini esso riassume tematiche comuni all'architettura siciliana della prima metà del XIX secolo ed è il frutto del raffinato eclettismo culturale del committente: il marchese di Villalonga, Enrico Carlo Forcella (1793-1855).
Niscemi
Niscemi, adagiato su un altopiano nella Sicilia centro-meridionale, sorge sui resti di un insediamento di antica origine; la fondazione si deve ai Branciforte, una delle più potenti famiglie feudali dell’isola, che estende il suo controllo feudale su tante altre città (Leonforte, Militello, Mazzarino, Grammichele).
I disegni delle chiese trapanesi «acchiusi» ai volumi delle visite vescovili
Il fondo Visite Vescovili dell’archivio storico diocesano di Mazara del Vallo conserva i resoconti delle ispezioni dei vescovi nelle città della diocesi, raccolti in volumi ordinati per luogo e cronologia, a partire dalla fine del Cinquecento. Le relazioni delle visite dei vescovi Bartolomeo Castelli (1695-1730) e Girolamo Palermo (1759-1765) aggiungono alle solite note contabili informazioni di carattere storico sulla fondazione delle congregazioni e sulla costruzione di chiese e conventi, divenendo quindi una buona fonte documentaria per la storiografia; inoltre, nel caso della città di Trapani, i due volumi contengono anche le rappresentazioni planimetriche di molti degli edifici visitat…
La scala su arco del palazzo Argomento-Perollo a Sciacca
A partire dal Quattrocento, a Sciacca come in altri centri siciliani, la ricca classe mercantile in concorso con aristocratici e funzionari del Regno, sfruttando le prammatiche del tempo per l’utilizzo di giardini e aree libere, si fece promotrice della costruzione di nuove architetture residenziali, tra cui il palazzo Argomento-Perollo. Nonostante le trasformazioni, questo edificio conserva gran parte dell’impianto originario e mostra in alzato una volumetria compatta, secondo una tipologia che coniuga i modelli palaziali trecenteschi dell’isola con quelli di ascendenza iberica, connotati dalla presenza nel cortile della scala esterna che lo collega direttamente alla sala magna del piano n…
La committenza dei Ventimiglia nella città demaniale di Cefalù: architettura e città (XIII-XVI secolo)
Il testo indaga sui Ventimiglia, un’importante famiglia aristocratica di origine ligure, protagonista di larga parte della storia siciliana medievale, con la finalità di approfondire il legame tra il casato e la città di Cefalù, posta sulla costa tirrenica della Sicilia.
Menfi
Menfi è una città di nuova fondazione nata nella prima metà del Seicento. Sorge nel sito dell’antico casale di Burgiomilluso, sui rilievi collinari fra i fiumi Belice e Carboj a poca distanza dalla costa mediterranea. Fondato dai Musulmani e abbandonato in epoca normanna, l’insediamento ebbe un nuovo impulso con la costruzione di un castello per volontà di Federico II di Svevia; proprio attorno a esso, in epoca moderna, si sviluppò la nuova città per iniziativa dei Tagliavia, principi di Castelvetrano e titolari della baronia di Menfi, elevata a contea nel 1566.
La maestranza dei muratori e degli intagliatori di Cefalù: i capitoli del 1631
In età moderna le maestranze si configurano come un’associazione, alla cui attività devozionale e assi- stenziale si aggiunge quella economica e giurisdizionale, in rapporto all’esercizio di un’arte, ossia di un mestiere. Relativamente al settore edile, a partire dalla fine del Quattrocento vengono stilati gli statuti delle corporazioni delle principali città siciliani, quali Palermo (1487), Siracusa (1515), Modica (1541- 1542), Messina (1559), Nicosia (1560) e Trapani (1598), mentre al 1631 risale l’istituzione della Maestranza dei muratori e degli intagliatori di Cefalù; infatti, come risulta dagli atti del notaio locale Calogero D’Anna, l’11 febbraio di quell’anno vennero redatti i Capit…
Libri di Architettura nelle biblioteche private del XVIII secolo
Attraverso lo studio comparato dei cataloghi delle biblioteche private degli architetti Giacomo Amato, Giovanni Amico, Carlo Infantolino e del principe Ignazio Paternò Castello, il testo mostra quanto ampia e varia fosse la circolazione di libri e incisioni d’architettura in Sicilia tra Seicento e Settecento e quali fossero i testi di maggiore successo editoriale.
Statua di Santa Caterina d’Alessandria (Geraci, chiesa di San Giuliano)
La statua marmorea di Santa Caterina d’Alessandria è posta sull'altare principale della chiesa di San Giuliano, annessa al monastero delle Benedettine di Geraci Siculo; l’opera risale all'inizio del Cinquecento e, come dimostra lo studio, va attribuita allo scultore Giuliano Mancino da Carrara.
Rilievi: Madonna col Bambino, l’Annunciazione e gli Evangelisti (Petralia Sottana, chiesa Madre di Maria SS. Assunta)
Nella facciata laterale della chiesa Madre di Petralia Sottana sono apposte diverse formelle figurate, riferibili allo scultore lombardo Giorgio da Milano. Sebbene sia stato ipotizzato che questi rilievi facessero parte di una ancona posta all’interno della chiesa, è molto provabile che adornassero in origine il portico un tempo esistente sopra il portale principale.
Il libeccio antico. Un marmo del Barocco siciliano
Il libeccio antico, uno dei marmi siciliani più pregiati, largamente impiegato tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Settecento, veniva estratto a Custonaci (Trapani) e per il suo aspetto variegato, con venature di colore ocra e verde su un fondo rosso, può considerasi il più “barocco” dei marmi isolani. Gli esordi del suo utilizzo sono rintracciabili in alcuni monumenti funebri, ma fu largamente impiegato nella decorazione architettonica, sia in grandi lastre per i rivestimenti parietali che nelle tarsie a marmi policromi, nonché per realizzare elementi a tutto tondo, quali balaustrini e colonne. Il libeccio fu molto apprezzato anche fuori dalla Sicilia e venne impiegato in opere…
Rosolini
La città di Rosolini sorge nel Val di Noto, nell’omonima baronia appartenuta fin dal XV secolo ai Platamone. Il centro abitato viene fondato dal principe di Lardaria Francesco Moncada e Cirino, che acquisita la baronia a seguito del matrimonio con Eleonora Platamone, nel 1712 ottiene la licentia populandi con il benestare delle autorità netine.
Cerda
La città di Cerda si colloca a poca distanza dal fiume Imera Settentrionale, lungo la strada che collega la costa tirrenica della Sicilia con l’entroterra. La fondazione si deve al nobile Giuseppe Santostefano e Cerda, che nel 1656 ne avvia la costruzione e dopo tre anni ottiene la licentia populandi dal re Filippo IV.
Arte nelle Madonie. Storia, restauro, design
Architettura e arte a Geraci (XI - XVI secolo)
Lo studio ricostruisce attraverso nuove fonti archivistiche le origini di Geraci, un piccolo centro siciliano, un tempo sede della corte comitale dei Ventimiglia; ne viene ripercorsa la storia urbana e quella dei singoli monumenti, soffermandosi volutamente sull'età medievale, forse il periodo di maggiore “lustro” per la città, di cui rimangono i segni di una potenza economica e di uno status non più raggiunti nei secoli seguenti; ancora a fine Quattrocento sono testimoni di questo clima culturale alcuni straordinari reliquari a struttura architettonica e il portale rinascimentale della chiesa di Santa Maria la Porta.
Madonna con il Bambino (Geraci, chiesa di Santa Maria la Porta)
La Madonna con il Bambino custodita presso la chiesa di Santa Maria la Porta a Geraci Siculo reca nella base un’iscrizione con i nomi dei committenti e la data 1475. L’opera è da attribuire a Domenico Gagini e dovrebbe prendere posto nella sua produzione accanto alle Madonne del municipio di Licata (1470), della chiesa Madre di Erice e di Polizzi Generosa (1473).
Realtà e retorica nei “ritratti” delle città siciliane di nuova fondazione: Niscemi e Palma di Montechiaro
Nella Sicilia del XVII secolo per iniziativa delle nobiltà locale sorgono numerose città nuove, che oltre ad accrescere il prestigio sociale del fondatore rispondono a un preciso programma della Corona: rimpinguare le casse dell’erario e popolare le campagne dell’isola per incrementare la produzione agricola. Molte di queste città vengono “ritratte” in opere pittoriche, celebrative dell’atto di fondazione, la cui accentuata carica retorica spesso travalica l’effettiva realtà spaziale, come nel caso di Niscemi e Palma di Montechiaro, qui analizzate attraverso lo studio dell’iconografia storica.
La scala a chiocciola e il portale obliquo nel castello di Castellammare del Golfo
L’antico castello di Castellammare, edificato lungo la costa tra Palermo e Trapani, in età moderna fu del tutto ricostruito e ampliato; intorno al 1531 venne inoltre realizzata una torre cilindrica contenete una rilevante scala a chiocciola a “occhio aperto”, che si distingue per la cura dei dettagli stereotomici.
La facciata della chiesa di San Lorenzo a Trapani
Il secondo ordine della facciata della cattedrale di San Lorenzo a Trapani, realizzata dal 1736 dall’architetto e trattatista Giovanni Amico, presenta un andamento sinuoso contenete diversi elementi di stereotomia, quali un arco in curva e due archi rampanti del tipo capo alzato.
Salaparuta
Ricostruita a seguito del terremoto in un sito diverso dall’originario, Salaparuta era una città di antica origine e aveva raggiunto un assetto urbano compiuto tra Cinquecento e Settecento, sotto il dominio feudale dei Paruta e degli Alliata. Uno degli edifici più significativi del centro era la chiesa madre, con la sua originale facciata a torre con campanile, risalente alla metà del Settecento.
Architetture di pregio nel territorio del Parco, dal medioevo al Novecento
Il Parco Regionale delle Madonie, nel complesso montuoso che segna il limite orientale della provincia di Palermo, oltre a custodire notevoli beni ambientali, con rare specie di flora e fauna, vanta un ricco patrimonio architettonico, testimone della presenza secolare dell’uomo sul territorio. Queste architetture, inserite in contesti paesaggistici di grande fascino, coprono un vastissimo arco temporale che giunge fino alla metà del Novecento, comprendendo sia edifici religiosi (chiese e monasteri), che civili, nella duplice funzione di fabbricati per la produzione agricola (mulini, masserie, ecc.) e di residenze signorili.
Madonna della Catena (Gangi, chiesa di Santa Maria della Catena)
La statua in marmo della Madonna della Catena è custodita all'interno dell’omonima chiesa di Gangi ed era in origine collocata sull'altare maggiore; la scultura richiama alcune opere della bottega di Giuliano Mancino, come la Madonna della Catena della chiesa Madre di Sciacca, realizzata intorno al 1507.
Madonna con il Bambino (Gangi, chiesa Madre di San Nicolò
La pregevole formella marmorea di autore ignoto risale al secolo XVI e raffigura la Madonna con il Bambino; l’opera, nota come la Madonna delle Grazie, è posta nei pressi del presbiterio nella chiesa Madre di Gangi.
I mille nodi irrisolti. La cattedrale di Cefalù…
La cattedrale di Cefalù, elemento cardine della scena urbana e prestigioso esempio della stagione architettonica inaugurata in Sicilia dai Normanni, contiene nella sua lunga e complessa storia costruttiva, molti nodi ancora problematici; sorta all’inizio del XII secolo, non trovò riferimenti in precedenti costruzioni e il suo cantiere fu il luogo della sperimentazione per le realizzazioni future.
Le cupole in pietra d’età medievale nel Mediterraneo (Sicilia e Maghreb)
In area mediterranea nell’arco temporale compreso tra il IX e il XII secolo, coincidente in Sicilia con la dominazione araba e con la prima età normanna, le cupole in pietra negli edifici religiosi e civili mostrano una certa varietà di soluzioni formali, che il testo indaga dal punto di vista storico e costruttivo. Le cupole con calotte lisce, lobate e plissettate, oppure quelle a nervature intrecciate o a muqarnas, testimoniano dell’alta specializzazione raggiunta nel taglio della pietra e una comune sapienza costruttiva che, benché sfaccettata e ricca di declinazioni locali, si protrae fino alle soglie dell'età moderna. The Romanesque period in Sicily coincided with Norman rule over the …
La chiesa madre di Geraci Siculo: storia della fabbrica dal Medioevo al Novecento
Lo studio ricostruire le tappe salienti della fabbrica della chiesa madre di Geraci Siculo, dalla fondazione all’inizio del Trecento, negli anni in cui era signore di Geraci Francesco I Ventimiglia, fino al restauro stilistico degli anni 1966-1969, che ha riportato l’edificio alla facies medievale, largamente compromessa nei secoli XVII e XVIII.
Le scale a chiocciola nel duomo di Milazzo
Il duomo antico di Milazzo, ubicato all’interno della cittadella fortificata, accoglie nello spessore murario del vano retrostante una delle absidi una scala a chiocciola del tipo a caracol de Mallorca; il suo vuoto centrale è delimitato da un cordone cilindrico, mentre la superficie elicoidale inferiore è sottolineata da una modanatura posta nella mezzeria.
MALATTIA OSSEA DI PAGET
Acquasantiera (Gangi, chiesa Madre di San Nicolò)
L’acquasantiera in marmo bianco della chiesa madre di Gangi proviene dalla chiesa del monastero benedettino di Santa Maria di Gangivecchio e può ricondursi alla metà del XVI secolo.
Portale (Geraci, chiesa di Santa Maria la Porta)
La chiesa di Maria la Porta, costruita in prossimità di una delle principali porte urbane di Geraci Siculo, custodisce sul fianco occidentale un notevole portale marmoreo; un’iscrizione sul margine superiore della lunetta e sull'architrave riporta i nomi dei committenti e la data 1496. L’opera presenta stringenti analogie con il portale posto sul lato orientale della chiesa Madre di Alcamo, datato 1499 e attribuito al carrarese Bartolomeo Berrettaro
La chiesa di San Giovanni Battista a Collesano: un’ipotesi di ricostruzione
La chiesa di San Giovanni Battista a Collesano (Palermo), attestata fin dal 1439, è crollata nel marzo 1932. Recentemente nel sito sono stati rinvenuti numerosi elementi architettonici quali capitelli, colonne, archi e altre parti intagliate, la cui analisi, assieme al rilievo dei pochi brani murari ancora in piedi, ha permesso di ricostruire la configurazione spaziale dell’edificio. La chiesa aveva un singolare impianto a due navate con un tetto in legno poggiante su mensole intagliate, realizzato nel 1588 dagli intagliatori Andrea Migliore, Giuseppe e Jacobo Mangio, mentre il cappellone sul fondo della navata maggiore era coperto da una volta a crociera. Tutti gli elementi lapidei ritrova…
Palermo tra tardogotico e rinascimento: tre disegni di Viollet-le-Duc
Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) giunse a Palermo nell’aprile 1836, dove oltre ai monumenti cittadini più noti, visitò alcuni edifici minori che ritrasse in disegni minuziosi. Nel testo se ne analizzano tre poco noti o inediti: il portale laterale della chiesa di Sant’Agostino, il prospetto sulla corte del palazzo Aiutamicristo e la sezione trasversale della chiesa di Santa Maria di Portosalvo; l’annotazione «Parement du mur avec pilastres d’une epoque posterieure à l’interieur de l’église» riportata sul margine di quest’ultimo, denota tutte le difficoltà interpretative che ha generato in Viollet-le-Duc la complessa storia della fabbrica, iniziata con un progetto classicista e com…