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Il sapere e le tecniche nel cantiere della città: Valencia, secoli XIII-XV

Amadeo Serra Desfilis

subject

UNESCO::CIENCIAS DE LAS ARTES Y LAS LETRASUNESCO::HISTORIA:CIENCIAS DE LAS ARTES Y LAS LETRAS [UNESCO]ConstrucciónConocimiento técnico:HISTORIA [UNESCO]UrbanismoArquitectura

description

Il Regno medievale di Valencia, fondato dopo la conquista cristiana di Giacomo I (1232-1245) è stato definito come un “laboratorio dell’urbanistica medievale”. Il territorio, fortemente islamizzato dopo cinque secoli, divenne campo privilegiato di nuove fondazioni urbane in linea con altre esperienze europee del Duecento, ma anche le vecchie città romane e islamiche furono esposte a ambiziose trasformazioni del loro paesaggio. La cristianizzazione del territorio non solo coinvolse la costruzione di chiese e conventi, ma anche la scelta di nuove modalità d’insediamento, tecniche costruttive diverse e una idea pure differente di città. Tale concezione, di forte impronta cristiana, fu teorizzata da Francesc Eiximenis ma può riscontrarsi nelle fonti d’archivio, in particolare nello sviluppo di una legislazione urbanistica ispirata dalle opere del frate francescano. Questo processo è stato studiato da diversi autori negli ultimi anni, ma resta per indagare in quale modo la conoscenza e le tecniche operarono sia nelle città di nuova fondazione che nei centri tradizionali soggetti a massicci interventi di trasformazione dell’ambiente costruito. Occorre identificare la matrice culturale dei progetti urbani tenendo conto delle esperienze europee e della tradizione islamica ancora presente sul territorio fino a date molto avanzate. Infatti l’apporto dell’esperienza insediativa islamica, pur sia per la lunga durata, non può esse sottovalutato nei confronti della nuova ideologia e della legislazione urbanistica comunale. I lavori pubblici erano nel Regno di Valencia sottoposti al governo locale, dotato di strumenti normativi per delega reale, ma anche la monarchia restava attenta alla rappresentazione del suo potere sulla scena urbana. Questi interventi investivano opere pubbliche d’infrastruttura, come canali, strade, ponti o fortificazioni nonché l’edificazione delle sedi di rappresentanza civica. Era necessario un controllo tecnico di questi progetti e delle operazioni urbanistiche, il quale fu affidato a un maestro costruttore, nominato col titolo ufficiale di maestro delle opere della città. In questo senso va verificata l’ipotesi di un rapporto operativo tra le tecniche del progetto architettonico e quelle degli impianti del disegno complessivo dello spazio urbano. Medieval kingdom of Valencia, founded after its Christian conquest by king James I (1232-1245), has been defined as a laboratory for medieval town planning. This region, strongly islamized after five centuries, became a privileged field for the foundation of new towns following patterns similar to those common in Europe during the 13th century, but old Roman and Islamic towns were also affected by ambitious changes in their landscape. Christianization of this territory not only involved building churches and convents, but also the choice of new patterns of settlement, different construction techniques and even a specific city ideal. Such concept, with a strong Christian root, was elaborated by Francesc Eiximenis but can also be traced in archival sources, particularly in the development of urban normative inspired by works of the Franciscan author. This process has been studied by several authors in recent years, but it is yet worth to research how knowledge and technique operated either in town planning procedures or in reshaping of the older centres. This study tries to identify the cultural roots of urban projects having account of European experiences, but also Islamic tradition, still present in this territory for a long time. Public works were in the kingdom of Valencia under control of local authorities, endowed of legal instruments by royal concession, but the Crown was also receptive to the representation of its power in the urban scenery. These initiatives included infrastructures such as canals, streets, bridges, fortification and also the construction of public buildings. A technical supervision of this projects and of any town planning was required and it was entrusted to a master builder, nominated with the official title of master of the city works. In this context, a hypothesis about the consistency between layout architectural techniques and town planning must be verified.

http://hdl.handle.net/10550/40115