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RESEARCH PRODUCT
Let me in. Visioni architettoniche per habitat multispecie
Zeila Tesorieresubject
Alessandro Melis Coop Himmel(b)lau Friederick Kiesler Hans Hollein ArchigramSettore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbanadescription
I disegni di Alessandro Melis sono lo spunto per una descrizione interpretativa, orientata a mettere in luce l’espressione di un nuovo rapporto fra uomo e non umani come tema dell’architettura contemporanea. L’immaginario che agisce nei disegni esaminati predispone, come sempre in architettura, lo scenario di fondo cui prepararsi per i reali interventi disciplinari. La ripresa degli organi zoomorfi o delle macchine tecno-sensoriali di Coop Himmel(b)lau, a loro volta eco delle prime introduzioni di Archigram, del bowellism di Frederick Kiesler, dei sistemi viventi di Hans Hollein, prolunga nel contemporaneo l’eco di una ricerca di apertura del campo disciplinare. La novità, nella frontiera verso la quale si spostano questi disegni, non è certo quella della poetica bio-tecnologica, o della realizzazione delle ipotesi decostruttiviste, ma la modalità realistica, composta e in equilibrio, con cui questi nuovi corpi e le architetture immaginate coabitano con spazi e fabbriche della storia. Queste macchine viventi della trasformazione bussano alla nostra porta per chiedere all’architettura di costruire ormai realmente la coesistenza. Progettare le forme e i linguaggi per farlo è una delle sue sfide principali. Alessandro Melis' drawings are the starting point for an interpretative description, aimed at highlighting the expression of a new relationship between man and non-human as a theme of contemporary architecture. The imaginary that acts in the drawings taken into account prepares, as always in architecture, the background scenario to reckoning with real disciplinary transformations. The evocation of the zoomorphic organs or the techno-sensorial machines of Coop Himmel (b) lau, that refers in turn to the first introductions of Archigram, of the bowellism of Frederick Kiesler, of the living systems of Hans Hollein, prolongs in our times the echo of a search for expanding the architectural field. The novelty concerning the frontier towards which these designs move, is certainly not that of bio-technological poetics, or the realization of deconstructivist hypotheses, but the realistic, composed and balanced mode with which these new bodies and the imagined architectures cohabit with spaces and historical buildings. These living machines of transformation knock on our door to ask architecture to really build coexistence. Designing the shapes and languages to do it is one of its main challenges.
year | journal | country | edition | language |
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2020-01-01 |