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Stato, rivoluzione e violenza simbolica. Una lettura à la Bourdieu dell’insorgenza cilena
Clelia Bartolisubject
Settore IUS/20 - Filosofia Del DirittoSettore SPS/11 - Sociologia Dei Fenomeni PoliticiSettore SPS/01 - Filosofia PoliticaIl saggio si inserisce in un volume che intende riscoprire e valorizzare il contributo di Pierre Bourdieu alla filosofia del diritto. Lo scritto di Clelia Bartoli riprende soprattutto la teoria dello Stato del sociologo francese delineata durante i corsi tenuti al College de France nel 1989/1990 e nel 1990/1992. Bourdieu ha rifuggito una moda intellettuale a lui coeva che spingeva storici politologi giuristi e sociologi a vagliarne cause e ragioni evoluzioni ed epiloghi delle rivoluzioni a discapito però di quanto accade sul fondale: lo scialbo ovattato e ripetitivo ordine delle cose. Bourdieu riteneva che dovesse stupire e meritare di essere spiegato fosse più la permanenza del mutamento l’ovvio più dell’eccentrico l’ordinario più straordinario. Tuttavia nel corso delle lezioni menzionate afferma che per provare nell’ardua impresa di pensare e comprendere lo Stato sia necessario guardare al momento della sua genesi o alle fasi di crisi come durante le rivoluzioni. È infatti in quei momenti che il potere simbolico di cui lo Stato ha il monopolio non è stabile e si presta ad essere osservato come frutto di un processo anziché nella sua ineluttabilità. Le categorie e l’approccio socioepistemico à la Bourdieu vengono adottate dalla Bartoli per leggere il caso dell’insorgenza cilena del 2019 e l’esordio del processo costituente.description
The essay is part of a book that aims to rediscover and enhance Pierre Bourdieu's contribution to the legal philosophy. Clelia Bartoli's paper takes up the French sociologist's theory of the State outlined during courses held at the College de France in 1989/1990 and 1990/1992. Bourdieu eschewed an intellectual fashion of his time that pushed historians, political scientists, lawyers and sociologists to examine the causes and reasons, evolutions and epilogues of revolutions, at the expense, however, of what is happening on the background: the dull, muffled and repetitive order of things. Bourdieu believed that permanence more than change, what is obvious more than what is eccentric, the ordinary more than the extraordinary should astonish and deserve explanation. However, in the course of the lectures mentioned above, he suggests that in order to attempt the arduous task of thinking and understanding the State, it is necessary to look at the moment of its genesis or its phases of crisis, such as during revolutions. In fact, during those phases the symbolic power – of which the State is monopolist – is not stable and lends itself to being observed as the result of a process rather than in its pretended naturality and inevitability. The categories and the socio-epistemic approach à la Bourdieu are adopted by Bartoli to read the case of the Chilean uprising of 2019 and the onset of the constituent process.
year | journal | country | edition | language |
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2023-01-01 |