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The Freedom to Be Free. Riflessioni su uno scritto di Hannah Arendt recentemente edito per la prima volta

Clelia Bartoli

subject

Hannah Arendt freedom and liberty Civil rights Political rightsHannah Arendt libertà Diritti civili Diritti politiciSettore IUS/20 - Filosofia Del Diritto

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Un saggio di Hannah Arendt è rimasto inedito per oltre 50 anni. Su quelle carte non è apposto un vero titolo, ma solo: A lecture. Il testo sviluppa uno dei temi più cari all’autrice: le diverse declinazioni della libertà e il loro rapporto con la rivoluzione. Manca di data, ma, essendo presenti molti riferimenti all’attualità, è facile dedurre che esso sia stato scritto tra la fine del 1966 e il 1967. Si tratta di un saggio apparentemente poco originale, poiché riprende molte idee espresse altrove, soprattutto nel grande trattato Sulla Rivoluzione pubblicato nel 1963. Tuttavia è interessante vedere come alcuni concetti già apparsi in altre pubblicazioni vengano impiegati per leggere gli accadimenti del presente, quali ad esempio il processo di decolonizzazione, la guerra del Vietnam, la rivoluzione cubana. Inoltre merito di questo testo è introdurre la formula the freedom to be free per riferirsi alla condizione necessaria per sperimentare la libertà piena, che per l’autrice non consiste nel mero godimento delle libertà civili, bensì nell’esercizio della libertà come partecipazione alla res pubblica. In questo articolo verranno messi in luce gli aspetti più interessanti del testo della Arendt, contestualizzandoli storicamente; in particolare verranno discussi le riflessioni dell’autrice sulle rivoluzioni in corso, il significato dell’espressione “libertà di essere liberi” e la distinzione tra liberty e freedom. One of Hannah Arendt’s essays has remained unpublished for over 50 years. The paper has no proper title, only the words A lecture written on it. The text develops one of the themes most dear to the author: the different conceptions of freedom and their relationship with revolution. The text also lacks a date; however, given the numerous references to current events, it is easy to deduce that it was written between the end of 1966 and 1967. The essay does not appear to be very original since it incorporates many ideas expressed elsewhere, especially in the great treatise On the Revolution published in 1963. However, it is interesting to observe how some concepts, already appearing in other publications, are here used to understand the actuality of the time, such as the process of decolonization, the Vietnam war and the Cuban revolution. Furthermore, the merit of this essay is to introduce the expression “the freedom to be free” to indicate the basic condition to have experience of full freedom, which for the author does not consist simply in obtaining civil liberties, but in the exercise of freedom as participation in the res publica. In this article, the most interesting aspects of Arendt’s text are highlighted in a historical frame – in particular, the author's reflections on ongoing revolutions, the meaning of the expression "freedom to be free" and the distinction between liberty and freedom are discussed.

https://hdl.handle.net/10447/355005