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Tracce dell’arcaico locativo nell’opera di Luca Matranga

Gezim GurgaVito Matranga

subject

Morphologyancient textSettore L-FIL-LET/12 - Linguistica Italianatesti antichiMinoranze linguisticheLinguisticMorfologiaSettore L-LIN/18 - Lingua E Letteratura AlbaneseLinguistic minoritiesLinguistica

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L’opera di Luca Matranga “E mbsuame e Krështerë” (1592), che dal punto di vista cronologico è, secondo monumento in albanese (dopo il “Messale” di Buzuku del 1555) e la prima testimonianza in dialetto tosco, fin dalla sua scoperta agli inizi del secolo scorso ha costituito una preziosa fonte di dati per i linguisti e gli studiosi della storia della lingua albanese. Pervenutaci in ben tre versioni manoscritte e una a stampa, la traduzione di Matranga ha vissuto una storia tanto travagliata quanto affascinante, soprattutto dal punto di vista della critica del testo e del trattamento strettamente filologico. L’opera ha conosciuto, infatti, ben quattro edizioni critiche parziali prima dell’edizione completa apparsa nel 2004, nella quale il curatore Matteo Mandalà ha ricostruito l’intera storia redazionale dell’opera evidenziando doviziosamente ogni sorta di intervento, di contaminazione o emendamento testuale e individuando per ciascuno di essi le circostanze, i motivi e la rispettiva attribuzione di paternità. In questo saggio, basandoci sull’analisi del solo manoscritto autografo di Matranga (ms. A), si esaminano alcuni aspetti dell’antica flessione nominale della parlata arbëreshe di Piana degli Albanesi, di cui lo scrittore era originario. Luca Matranga's work "E mbsuame e Krështerë" (1592), which from a chronological point of view is the second monument in Albanian (after the Buzuku "Missal" of 1555) and the first testimony in Tuscan dialect, since its discovered at the beginning of the last century has constituted a valuable source of data for linguists and scholars of the history of the Albanian language. Coming to us in three manuscript versions and one in print, Matranga's translation has lived through a history that is as troubled as it is fascinating, especially from the point of view of textual criticism and strictly philological treatment. In fact, the work went through four partial critical editions before the complete edition appeared in 2004, in which the curator Matteo Mandalà reconstructed the entire editorial history of the work, lavishly highlighting every kind of intervention, contamination or textual amendment. and identifying for each of them the circumstances, the reasons and the respective attribution of paternity. In this essay, based on the analysis of only Matranga's autograph manuscript (ms. A), we examine some aspects of the ancient nominal inflection of the Arbëreshe speech of Piana degli Albanesi, of which the writer was a native.

http://hdl.handle.net/10447/391854