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RESEARCH PRODUCT

Sacred Music Production and Circulation in Sixteenth-Century Palermo: The Inventories of Giovanni Santoro (1550) and Luis Ruiz (1595)

Ilaria Grippaudo

subject

Inventoriemedia_common.quotation_subjectArt historyCappella PalatinaEarly Modern EuropeSacred musicArtMusicalSacred MusicPalermoBooksellers' Networklanguage.human_languageRoyal ChapelSettore L-ART/07 - Musicologia E Storia Della MusicalanguageCirculation (currency)PolyphonySicilianHumanitiesMusicmedia_common

description

L'importanza degli inventari per lo studio della vita musicale a Palermo è stata riconosciuta soltanto di recente. Nonostante la natura frammentaria dei dati, questi documenti forniscono informazioni di rilievo sulle edizioni musicali, sugli strumenti, sulla cultura materiale che li produceva, nonché sulla circolazione della musica. Considerata la mancanza di testimoni musicali siciliani tra Cinque e Settecento, tale importanza appare ancor più evidente. Difatti, gli inventari palermitani testimoniano la presenza di libri di musica non più esistenti, in particolare musica a stampa, ma anche manoscritti e libri liturgici. L'articolo si sofferma su due inventari del Cinquecento. Il primo è l'inventario di Giovanni Santoro, libraio palermitano, che nel 1550 possedeva decine di volumi, tra antifonari, breviari, oltre a stampe di musica polifonica (madrigali, mottetti, canzoni villanesche). Il secondo inventario fu redatto nel 1595 dopo la morte di Luis Ruiz, musicista spagnolo documentato come maestro di cappella presso la Cappella Reale di San Pietro (o Cappella Palatina), la più importante istituzione musicale della Palermo del Cinquecento. L'inventario di Ruiz è particolarmente interessante perché include riferimenti a diverse opere forse connesse alla cappella musicale della Palatina. Si tratta dunque dell'unica fonte di informazioni sul repertorio musicale relativo a questa istituzione nel periodo considerato. The importance of inventories for the study of musical life in Palermo has only recently been recognized. Despite the fragmentary nature of the data, these documents provide remarkable information about musical editions, instruments, the material culture that produced them, and the circulation of music. Considering the lack of surviving Sicilian musical sources from between the sixteenth and the eighteenth centuries, Palermo’s inventories offer evidence of the presence in the city of no-longer-extant music books, particularly printed music, but also manuscripts and liturgical books. This essay focusses on two significant inventories from the sixteenth century. The first is the inventory of Giovanni Santoro, a Palermo bookseller, who in 1550 owned dozens of volumes, including antiphoners, breviaries, as well as polyphonic music prints (madrigals, motets, canzoni villanesche). The second inventory was compiled in 1595 after the death of Luis Ruiz, a Spanish musician documented as maestro di cappella at the Royal Chapel of St. Peter (or Cappella Palatina), the most important musical institution in sixteenth-century Palermo. Ruiz’s inventory is particularly important because it includes reference to several music sources used at the Cappella Palatina. Indeed, this is the sole source of information about the repertory performed by this institution during the period.

10.1484/j.jaf.5.111879http://hdl.handle.net/10447/566691