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Mangano Dario
Postfazione. Che cos'è un progetto?
We should go back to the project and redesign it. Maybe even changing its form. No longer a technical drawing, a sketch on paper, a working scheme of an object that does not yet exist, but something different. Maybe a different kind of drawing, a diagram, or maybe a story. No storytelling though, please, at least if by storytelling we mean telling stories as is done in marketing to sell products. No, the project can be thought of as a story only if the story is also thought of as a project. Without a formal definition of storytelling we cannot think of formalizing the way to take into consideration the social dimension of objects. In the end it is Bruno Latour, perhaps in spite of himself, …
Semiotica del design
Tra i tanti artefatti con cui la semiotica si confronta, quelli che ricadono sotto l’ampio ombrello della parola design sembrano godere di uno statuto particolare. Il pensiero va subito agli oggetti naturalmente, il cui senso, come hanno spiegato i padri fondatori della disciplina, obbedisce a un doppio criterio di pertinenza: pratico e mitico. A fianco a tali questioni tuttavia la riflessione più recente sul design ha messo in evidenza come a costituire motivo di interesse possa essere la nozione stessa di progetto. È questo il vero oggetto del design a ben pensare, non foss’altro perché i professionisti che lo praticano non esitano a dar forma tanto a oggetti quanto a un’infinità di altri…
Dolci simboli
Se risulta impossibile pensare che un cannolo preparato a Palermo sia anche soltanto simile a uno americano o svedese (sic), tutte queste versioni hanno qualcosa in comune. Come nei miti studiati da Lévi-Strauss, tanto più evidente è il tradimento di ogni traduzione quanto più chiara risulta la presenza di una struttura comune, una dimensione profonda a cui non possiamo non imputare questa straordinaria efficacia. Quello che faremo in questo saggio sarà allora utilizzare i dolci siciliani per riflettere sui simboli, su cosa siano ma soprattutto su come si costruiscano, dunque su quel modo simbolico che è stato sempre il convitato di pietra di ogni discorso semiotico, ma anche il punto di pa…
Postfazione
This text of Dreyfus takes on for us a double value. It speaks to us of knowledge, of the way in which it can be thought in a different way with respect to the Leibnizian paradigm of pure calculation pure calculation and rules of application, offering us consequently a divergent perspective divergent perspective towards the scientific discourse in general, understood as something that, Kantian-style, is such a priori . In doing so, however, it makes evident the constant conflictuality of which the very idea of competence is the product.
Ikea e altre semiosfere. Laboratorio di sociosemiotica
Da quando l’uomo è diventato sapiens sapiens, la vita non ha a che fare solo con la biosfera ma anche con la semiosfera. Con questo termine ci riferiamo ancora a un insieme di elementi eterogenei che hanno la capacità di produrne altri, solo che tali elementi non hanno una natura chimica o biologica, hanno invece a che fare con le straordinarie capacità mentali che l’uomo possiede. Possiamo allora immaginarci questo spazio popolato da prodotti culturali di varia natura: parole, immagini, discorsi, ma anche oggetti, edifici, abiti, cibo, dove a rendere tali elementi parte del sistema non è unicamente la loro natura materiale, peraltro molto diversa, ma la cosa che di volta in volta li accomu…
Cosa bolle in pentola. Per una semiotica degli strumenti di cottura
Pentole, padelle, coltelli, fornelli sono sempre trattati come qualcosa di ovvio, scontato. “In una casseruola mettete a scaldare 100 grammi di burro”. Cosa sia una casseruola, che ruolo giochi sul prodotto finale, nessuno lo dice. A parte poche eccezioni di libri che trattano specificamente degli utensili da cucina, questo aspetto viene normalmente omesso. Una casseruola è una casseruola. E se anche non fosse proprio quella giusta – sembra voler dire il ricettario – poco importa, basta che il burro si sciolga e tutto andrà bene. Pentole e utensìli in genere sarebbero dunque un supporto alla preparazione, più o meno adeguato, ma sempre “innocente” rispetto a ciò che contribuiscono a realizz…
Per favore, non chiamatelo cibo per cani
Fra uomo e cane esiste quello che potremmo chiamare un patto nutrizionale, un accordo del tutto implicito che, per tramite del cibo, li lega. Come fare allora a conoscere i termini di tale patto? Come ricostruire le tante potenziali logiche che possono governarlo? Come capire insomma cosa può essere un cane per una persona e viceversa? Due modi di affrontare la questione sono evidentemente quelli dell’etologia e dell’antropologia, che cercano di risolvere il problema da un lato guardando agli animali, al modo in cui si comportano e imparano, capiscono e si esprimono, dall’altro alle comunità umane, e al ruolo che di volta in volta queste creature assumono al loro interno. L’approccio semiot…
Le mucche non sorridono
Cani e gatti (per lo più cuccioli), ma anche elefanti, giraffe, orsi, e naturalmente leoni nell’atto di azzannare gazzelle, aquile con gli artigli protesi, gigantesche balene che danzano nel blu. Il vasto mondo degli animali esiste per la maggior parte di noi sotto forma di fotografia. Alcune di queste immagini, quelle prodotte dai professionisti, spesso sono spettacolari, piene di colori, dettagliate all’inverosimile, e si propongono come una finestra aperta su mondi che difficilmente riusciremo a vedere. In breve la proverbiale massa eteroclita di oggetti e problemi di saussuriana memoria è servita, e al semiologo non resta che trovare un modo per districarsi al suo interno, per capire no…
How Sicily Made its Sweet Symbols: Glocal Identity and Food
The concept of symbol has always been very controversial for the science that studies the processes of signification, at the same time too rich in determinations by the common sense and too inconsistent from a formal point of view. A gastronomic example may be that of pizza and pasta that, at a certain moment, acquired the role of symbols of Italian gastronomy to the point of being perceived as fetishes of taste (which is both gastronomic thought and aesthetic sensibility) of this country. Everybody forgot not only how recent was their invention but also that they were just two of the several possible elements of an enormously more complex system.
This Is Not Vivian. The Photographer as a Form of Life
In Semiotics, the notion of form of life seems to be associated to crossing a boundary, be it the one between dimensions of language (usage/rule), between cognitive aspects of a discourse (ethical/aesthetic) or generic dimensions of living (particular/general) in such a way that its own perception (and therefore its heuristic relevance) seems subordinate to the possibility of comparing those that initially appear to us as heterogeneous textualities. In order to detect the form of life it is necessary to go beyond the text, whether this leads to a practice or another text, and therefore a discourse. But is there a possibility that a text does not limit itself to speaking about a form of life…