0000000000450072
AUTHOR
Patrizia Sardina
Acta Curie Felicis Urbis Panormi (1311-1410): la ricostruzione del volto di una città attraverso il processo selettivo della memoria. Primo ciclo (1311-1336),
Il I ciclo degli Acta Curie permette di ricostruire la storia di Palermo nell'età di Federico III e le relazioni con i comuni siciliani, le compagnie fiorentine, i mercanti genovesi e catalani. Le lettere inviate al re testimoniano la partecipazione della città agli eventi lieti e tristi della sua vita. La principale istituzione municipale era al Corte Pretoriana che giudicava civilmente i cittadini, ne difendeva i privilegi, organizzava le ronde notturne, la manutenzione delle mura, delle porte, delle armi e della catena del porto.
Datini, Majorque et le Maghreb (14e-15e siècles)
Si tratta di una recensione del libro di I. Houssaye Michienzi, Datini, Majorque et le Maghreb (14e-15e siècles)
Prefazione a: Istituzioni ecclesiastiche e potere regio nel Mediterraneo medievale : Scritti per Salvatore Fodale
Si esamina la produzione scientifica di Salvatore Fodale, basata sullo studio di documenti inediti custoditi in archivi italiani e spagnoli. Lo studioso ha posto al centro della sua ricerca i rapporti tra potere ecclesiastico e potere politico dall’età normanna al Quattrocento, nelle sue molteplici sfaccettature, dedicando ampio spazio allo Scisma d’Occidente e agli ordini religiosi. L’orizzonte geografico delle sue ricerche ha spaziato nel contesto mediterraneo, includendo la Sicilia, la Sardegna, l’Aragona, la Grecia e il Maghreb. We analyze the scientific production of Salvatore Fodale, based on the study of unpublished documents kept in in Italian and Spanish archives. The scholar has f…
Prefazione a: DIETRO UNA GRATA. Le logge delle monache lungo il Cassaro di Palermo
Tra il XIV e il XVIII i monasteri femminili di Palermo erano ben radicati nel tessuto urbano e le badesse provenivano da nobili e facoltose famiglie. Nella prefazione si istituisce un parallelo tra il tardo-medioevo e l’età moderna. Fino al Quattrocento i monasteri erano frequentati da laici ed ecclesiastici, le badesse potevano uscire dal monastero, con uno speciale privilegio papale, e non mancarono scandali e storie scabrose. Il Concilio di Trento mise in atto una profonda riforma, ma rimasero immutati il desiderio di vivere, le tensioni tra i monasteri e la città, la concorrenza tra famiglie potenti e ordini religiosi, il diverso livello economico dei monasteri, la presenza di monache p…
Favara
Nella Descriptio feudorum del 1335 Giovanni Chiaromonte il Vecchio è proprietario di Favara. Nel 1375 il casale ha 51 fuochi e appartiene all’ammiraglio Manfredi Chiaromonte. Il centro urbano medievale di Favara si struttura e si espande grazie al privilegio di affidare, che favorisce il popolamento, poiché garantisce il condono delle pene ai delinquenti e ai debitori insolventi che si trasferiscono nel casale.
Spigolature sulla fine degli ultimi Chiaromonte
Tessuto urbano, ceti sociali e governo cittadino ad Agrigento nei secoli XIV e XV
Nel Trecento Agrigento, guidata dai Chiaromonte, assume una chiara fisionomia sociale e urbanistica anche grazie al ruolo delle chiese parrocchiali e degli ordini monastici. La fine della signoria dei Chiaromonte determina una profonda crisi politica, che culmina durante il regno di Alfonso V, quando la città viene penalizzata dalla mancanza di risorse economiche e scossa da laceranti contrasti sociali.
S. Maria di Valverde tra mercanti e artigiani nella Palermo dei secoli XIV e XV
In the fourteenth century the convent of S. Maria di Valverde of Palermo depended on the priorate of Messina. It was linked to craft and merchant classes and had close relationships with the Friars Preachers and the confraternity of Penitent women of S. Lucia. In the fourteenth century the vicar became provincialessa of all the Sicilian convents citra et ultra Farum and in S. Maria di Valverde tensions between nuns of different factions arose. They were also due to the opposition between the Dominicans, close to the nuns, and the archbishop of Palermo linked to the Benedictines of San Martino. In the papal documents we can trace the different influences that conditioned the convent of S. Ma…
Barbers and Surgeons in the medical marketplace of the Fifteenth-century Corleone
The article analyses the role of surgeons and barbers in the fifteenth-century Corleone, royal town in the hinterland of Sicily with a pretty rich economy based on agriculture and sheep-breeding. The documents reveal a rich and complex medical marketplace were the barbers went into partnership with other barbers or with surgeons. Furthermore, surgeons and barbers invested in the real estate market, traded wine, wheat and animals, had slaves. In Corleone there were also barber-surgeons from Naro, Palermo, Caltabellotta and renowned surgeons of Polizzi, with whom barbers of Corleone could train. In the notorial acts the same person could be qualified as magister, barber and surgeon, however a…
Margherita di Navarra
Le Clarisse di Palermo nei secoli XIV e XV
Nel Trecento a Palermo l’ordine di Santa Chiara fu sostenuto economicamente dal ceto cavalleresco e nobiliare. Tra il 1330 e nel 1341 il conte Matteo Sclafani fondò un monastero di Clarisse, nel quartiere Cassaro, nel palazzo ereditato dallo zio Matteo di Termini, maestro giustiziere. Le badesse appartenevano a ricche famiglie del ceto nobiliare (Angela Chiaromonte) e produttivo (Agata de Garofalo). Nella prima metà del Quattrocento il convento fu retto da Margherita de Mecta che tra il 1451 e il 1454, ormai vecchia e malata, si scontrò con Costanza de Milina per il possesso della carica di badessa. La lotta fu lunga e lacerante non solo per il capitolo monastico, ma per l’intera città. Pap…
Tra lusso e peccato nella Sicilia medievale
Nella Sicilia tardomedievale, la trasformazione di abiti e oggetti preziosi, lussuosi e costosi, in paramenti a arredi sacri era una chiara forma di restituzione, che assumeva la medesima funzione della costruzione di cappelle, chiese e monasteri. Manfredi III Chiaromonte, conte di Modica, fondò il monastero di Santa Maria degli Angeli di Baida per potere «terrena in celestia, et transitoria in eterna commutare». La stessa aspirazione nutrivano i testatori che emendavano il peccato di vanagloria derivante dal possesso di beni di lusso, mutando il profano in sacro. Senza ricorrere al fuoco purificatore dei roghi delle vanità, eretti dai Francescani nelle pubbliche piazze, abiti lussuosi e og…
Giovanni Inveges e Calamonaci: un cavaliere incendiario e un feudo conteso nella Sicilia del Quattrocento
Il saggio ripercorre la storia del feudo Calamonaci, le vicende biografiche del cavaliere Giovanni Inveges e l'iter giudiziario dell'incendio doloso da lui appiccato alla masseria del monastero di San Martino delle Scale,al fine di evidenziare lo stile di vita dei cavalieri siciliani nel XV secolo
San Salvatore di Palermo nel Medioevo fra città, Corona e potere ecclesiastico
The article analyses the history of the basilian convent of San Salvatore during Middle Ages in connection with social and economic life of Palermo. San Salvatore was a royal fondation of Norman age, but it had to face the Archbishop of Palermo, because the convent belonged to his diocese. The convent had a strong relationship with the city and kept its archive. Abbassess and nuns belonged to knightly and mercantile families, whose members hold offices in the city administration or in the government of the Kingdom. At the end of the Fifteenth century the Archbishop of Palermo and the Pope promoted a reform and the convent abandoned the Greek rite.
I Chiaromonte nella Sicilia del Trecento: storia e geografia di una famiglia feudale
The essay analyses the rise and fall of Chiaromonte family in the fourteenth century Sicily, characterized by political instability and factional struggles. Their power was based on strategic marriage alliances, on the managements of public offices, and on a territorial control in the counties of Caccamo and Modica and in the urban lordships of Palermo and Agrigento. Manfred [I], Giovanni the Elder, and Federico [II], sons of Federico [I] Chiaromonte and Marchisia Prefolio, got a lot of power in various areas of Sicily, increased the family assets and created political alliances with important ghibelline families. Manfredi [I] became first Earl of Caccamo, then Earl of Modica thanks to the …
Spatafora, Fiordaliso
Potere signorile, consenso, dissenso e controllo del territorio nella Sicilia del Trecento: l’esempio dei Chiaromonte
The essay analyses the reasons why the governments created by Chiaromonte family in the cities of eastern Sicily failed, and investigates the cause of their success in the long lasting urban signorie of western Sicily. To create consensus, they had to ensure the supply of grain for the population, to defend the territory from external attacks, and to maintain public order. In addition to military prowess, they used their speaking skills to influence citizens and showed a magnificent lifestyle by building imposing palaces, celebrating sumptuous weddings and funerals, and commissioning works of art. They created spy networks and used violent methods to repress dissent (imprisonment, torture, …
Il monastero di Santa Caterina e la città di Palermo
Il monastero femminile di Santa Caterina fu edificato ai primi del Trecento nel quartiere Cassaro di Palermo per volere di Benvenuta, figlia di Ruggero Mastrangelo, nominato capitano all'indomani del Vespro, e vedova del ghibellino toscano Guglielmo Aldobrandeschi, conte di Santa Fiora. Priva di figli, la contessa dotò il monastero di un cospicuo patrimonio immobiliare, dislocato sia all'interno della città che nel suo territorio, e lo affidò ai Domenicani. Nei secoli XIV e XV Santa Caterina fu il monastero più ricco di Palermo ed ebbe uno stretto rapporto con la città, che prima della costruzione del nuovo Palazzo Pretorio si riuniva nella sala capitolare. A Santa Caterina vissero monache …
Chiusa Sclafani
Matteo Sclafani, conte di Adrano, ebbe dalla prima moglie, Bartolomea Incisa il casale di Chiusa, che popolò e dotò di un castello. Nel testamento del 1354 Matteo lasciò Chiusa al nipote Guglielmone Peralta, nato dalla figlia Aloisa e da Guglielmo Peralta. Morto Nicolò Peralta divennero signori di Chiusa i figli Gabriele e Caterina, avuti da Isabella Luna.
Castelbuono
Castelbuono fu fondatata da Francesco Ventimiglia senior, conte di Geraci, che nel 1317 creò un centro urbano e iniziò a costruire un castello nel poggio di San Pietro di Ypsigro. Nel testamento del 1337 Francesco lasciò la terra e il castello di Castelbuono al primogenito Emanuele e chiese di essere sepolto nella chiesa di San Francesco, da lui eretta a Castelbuono.
Piana degli Albanesi
Nel 1488 l’arcivescovo di Monreale concesse ad alcuni greci fuggiti in seguito all'invasione turca la licenza di edificare un casale nei feudi Lu Mercu e Anidugli, con l'impegno di costruire case, piantare vigne, pagare la decima e le gabelle. Il giustiziere di Monreale ebbe il mero e misto imperio sugli abitanti del casale. Piana, qualificata come casale di li greci nel 1492, prosperò grazie alla coltivazione del grano e dell’orzo. Cities. Sicily. Middle Ages.
Tra chiostro e secolo: le benedettine di S. Maria delle Vergini nella Palermo medievale
In the fourteenth century Preziosa Abbate, widow of Garsiolo de Yvar from Navarre, founded the benedectine convent of S. Maria delle Vergini, in the Cassaro quarter. Since its foundation, it was linked to important and prestigious families of Palermo, was supported by the kings of Sicily and received movable and immovable property, money, and precious objects by lay people of different social classes. In the fifteenth century the number of nuns grew, so maintenance costs increased and the monastery was enlarged, by buying new buildings. The relationship with the secular world was always very strong because the nuns kept close ties with their families; in the convent, besides the nuns, there…
Il ruolo della Cattedrale di Palermo e la gestione della maramma dal Vespro alla morte di Alfonso V (1282-1458), in Storia & Arte nella scrittura, a c. di G. Travagliato, "Atti del Convegno Internazionale di Studi (Palermo, 9 e 10 novembre 2007)", Palermo 2008, pp. 141-200.
Nel Trecento la città di Palermo gioca un ruolo fondamentale nella manutenzione e ristrutturazione della Cattedrale, attraverso la nomina di tesorieri della cera e dei soprintendenti. Nel Quattrocento il ceto dirigente e imprenditoriale partecipa attivamente alla gestione della "maramma", amministrando i fondi e dirigendo i lavori.
Uno sguardo d'insieme
Nell’Europa bassomedievale mantenere il potere, ottenere il consenso e contrastare gli oppositori furono obiettivi imprescindibili per tutti i sovrani, nella complessa e, a volte, conflittuale dialettica tra la monarchia e le realtà locali. Una pluralità di soggetti entrava in gioco nella gestione del potere, nella macchina del consenso e nella composizione del dissenso. Accanto ai protagonisti del palcoscenico politico (imperatori, papi e re), cercavano spazio di negoziazione attori comprimari ma essenziali per l’azione scenica (aristocratici, città, regine consorti ed ebrei). Divisioni e contrasti interni compromettevano il funzionamento della compagine statale e appannavano l’immagine de…
Il culto di Sant'Orsola e la nobiltà civica palermitana nel XIV secolo
Il saggio analizza l'evoluzione del culto di Sant'Orsola, strettamente connesso a quello di Santa Caterina, in rapporto alla nobiltà civica di Palermo nel XIV secolo. Ai primi del Trecento Ruggero Mastrangelo, capitano della città all'indomani del Vespro, e la moglie Palma furono seppelliti nella cappella di San'Orsola. Nella seconda metà del secolo la cappella fu restaurata da Dedio de Scarano, ricco notaio del quartiere Porta Patitelli.
Castellammare del Golfo
Nel 1338 Pietro II concede Castellammare a Raimondo Peralta, conte di Caltabellotta, e attorno al castello si sviluppa un borgo. In seguito al matrimonio tra Margherita, figlia di Nicola Peralta, e Artale Luna, Castellammare passa al figlio di costoro Antonio Luna Peralta, poi al nipote Carlo, che nel 1468 la permuta a Gerardo Alliata. Nel 1507 Giacomo Alliata ottiene la licentia populandi.
I CHIAROMONTE TRA VENTIMIGLIA E PALIZZI: DIPLOMAZIA MATRIMONIALE E STRATEGIE DINASTICHE NELLA SICILIA DEL TRECENTO
The essay investigates the marriage diplomacy of Chiaromonte family by a detailed analysis of their ties with Ventimiglia and Palizzi, in the context of their relations with the kings of Sicily, the Angevins, the Aragonese, and the papacy. We deduce that the marriage strategies of comital families influenced the island’s politics. The genealogical construction rooted families in the past, so preserving the good reputation of the ancestors was essential. A fair number of sons, able to pass on the family surname and to maintain comital feuds, ensured dynastic continuity and projected towards the future. Blood and personal skills were more important than legal rules, so illegitimacy was not an…
Siculiana
Federico Chiaromonte fortifica l’oppidulum di Siculiana e nel 1311 lo lascia alla figlia Costanza. Nel 1350 eredita Siculiana Antonio Del Carretto, figlio di Costanza. Nel 1422 Alfonso V autorizza Gispert de Isfar, marito di Damiata Del Carretto, a costruire a Siculiana un castello e una terra circondata da mura. Gispert utilizza la licentia populandi per edificare sul litorale un caricatore e un fortilizio in un nuovo sito corrispondente all'odierna Siculiana marina.
Dal profano al sacro: oreficerie e abiti nella Sicilia tardo-medievale
Nell’Europa tardo medioevale le leggi suntuarie disciplinarono l’uso di abiti e gioielli e i frati predicatori portarono avanti campagne moralizzatrici contro il lusso, con discorsi nelle piazze e roghi delle vanità. In Sicilia gioielli e abiti lussuosi divennero una forma d’investimento, servivano per costituire le doti, si trasmettevano in eredità e potevano essere impegnati. Modificare gli oggetti profani, simbolo di peccato, in paramenti e arredi sacri fu considerata un’opera meritoria, fondamentale per la salvezza dell’anima. Beni temporali, acquistati a volte con un arricchimento illecito, subivano una metamorfosi che consentiva di conciliare aeterna e temporalia. Nel Trecento nobildo…
Vizi privati e pubbliche virtù dei Gerosolimitani di Corleone tra XIV e XV secolo
Il contributo esamina il ruolo degli Ospedalieri a Corleone, grosso centro agricolo della Sicilia, tra l'inchiesta papale del 1373 e la morte del precettore Antonio Taberna (1419). Nel decennio 1378-1388 esponenti di ricche famiglie furono sepolti a S. Giovanni, lasciarono denaro, commissionarono oggetti sacri , dipinti e Bianca de Brancaccio costruì un nuovo ospedale. Il precettore Ruggero Vaccarella migliorò le finanze, ma nel 1399 fu sostituito con Antonio Traversa, esponente di una nota famiglia messinese. Il nuovo precettore si occupò dei beni dell'ordine e rimase in carica fino alla morte, nonostante lo stupro di una fanciulla. This work examines the role of the Hospitallers in Corleo…
Ceti dirigenti, ceti mercantili e Francescani a Palermo in età aragonese
Tra il XIV e il XV secolo il legame tra i ceti dirigenti e mercantili di Palermo e i Francescani assume una valenza non solo religiosa, ma anche politica ed economica e ricche famiglie di origine amalfitana, pisana, genovese e catalana edificano le proprie cappelle nella chiesa di San Francesco posta nel quartiere Kalsa.
Contessa Entellina
Nel Trecento Guglielmo, duca d’Atene e Neopatria, lascia il casale Contessa al fratello Giovanni, marchese di Randazzo. Nel 1405 Eleonora, figlia di Giovanni, lascia Contessa alla nipote Caterina, Peralta, moglie di Alfonso Cardona. Alla morte di Caterina (1453) eredita Contessa il figlio Antonio. Il progetto di riedificare il casale si concretizza con Alfonso, figlio di Antonio, che nel 1522 ottiene il mero e misto imperio su Contessa.
Gestione e manutenzione del castrum ad mare di Palermo nella prima metà del Quattrocento
Nella prima metà del Quattrocento il Castello a mare di Palermo mantiene un importante ruolo difensivo e identitario per la città, ma necessità di continui interventi di restauro sovvenzionati da ricchi banchieri come gli Afflitto e gli Alliata, e diretti da noti "mamammieri".
Le rivolte nella Sicilia del Trecento. Il caso di Palermo: questioni politiche e ideologiche
Nell’articolo si analizzano le cause, i protagonisti, i simboli e gli slogan delle quattro rivolte scoppiate a Palermo tra il 1339 e il 1351, la repressione violenta della “dissidenza armata” e le strategie di ricomposizione Sullo sfondo dello scontro militare, ma anche ideologico, tra Aragonesi e Angioini, nella Sicilia del Trecento le rivolte furono spesso scatenate dalla penuria di grano, ma ebbero alla base cause politiche ben più complesse. Nell’isola le rivolte furono alimentate dalla congiuntura sfavorevole caratterizzata da guerre, svalutazioni monetarie, carestie e pandemie che misero in crisi l’intera Europa. La maggior parte scoppiò nelle città, i protagonisti furono il popolo e …
La Corona de Aragón en el Centro de su historia 1028-1458. El interregno y el Compromiso de Caspe
Per gli antichi chiostri. Monache e badesse nella Palermo medievale
Il libro inquadra la storia degli otto monasteri femminili fondati a Palermo tra l’XI e il XIV secolo sul piano sociale, economico e culturale, ricostruendo le vicende fondative, il patrimonio, il profilo di monache e badesse. All’atto della fondazione i monasteri ricevettero beni di diversa entità, concentrati nella città e nel territorio di Palermo, che divennero il principale cespite finanziario. Solo la metà dei monasteri ebbe in dotazione un feudo che forniva i prodotti agro-pastorali indispensabili per il fabbisogno interno. La monacazione era considerata la forma di esistenza più alta e perfetta; inoltre, le doti monastiche erano di gran lunga inferiori a quelle matrimoniali e consen…
A Companion to Medieval Palermo
The aim of this book is to recast the medieval history of Palermo beyond the old and stereotypical idea of a city characterised by political immaturity and cultural richness due to a series of fore...
Raimondo de Puyolis: un arcivescovo catalano a Messina nel Trecento
Originario di Salses, nella diocesi di Elne, il catalano Raimondo de Puyolis fu designato arcivescovo di Messina da Clemente VI nel 1342. Nei pochi anni in cui visse nella città dello Stretto cercò di esercitare un significativo ruolo economico e politico, recuperando decime e censi ed effettuando visite pastorali. Giunto nella sua diocesi dovette fronteggiare una rivolta. Riuscì poi a ottenere la fiducia dei canonici e degli esponenti del ceto cavalleresco. Il suo testamento, ritrovato a Toledo nell'Archivo Ducal de Medinaceli, consente di ricostruirne la personalità, la consistenza patrimoniale e la biblioteca.
Arti magiche, influenze diaboliche e malefici in Sicilia nei secoli XIV e XV
I dati sulla magia nella Sicilia tardo-medievale sono scarsi, ma i documenti testimoniano la commistione tra magia, religione e medicina. Le presunte maghe sono spesso donne sole, prive di un cognome che le collochi in un contesto socio-familiare. Il maleficio operato dallo schiavo Giorgio ai danni del vecchio padrone apre uno spiraglio sui riti magici portati in Sicilia dagli schiavi. L’episodio segue gli schemi della magia tradizionale e la sua assoluzione pare legata all’intervento del nuovo padrone. La magia è un campo aperto senza confini spaziali e sociali, Giorgio comunica il suo sapere popolare a speziali e mercanti di Palermo che lo ascoltano, lo temono e ne seguono le indicazioni.…
Mussomeli
L’ammiraglio Manfredi Chiaromonte fondò un centro fortificato chiamato Manfreda, ed edificò il castello di Mussomeli, dove Federico IV di Sicilia risiedette tra la fine del 1374 e l’inizio 1375. Dopo la decapitazione di Andrea Chiaromonte, Martino I concesse la terra di Manfreda e il castello di Mussomeli a Guglielmo Raimondo Moncada, conte di Augusta e marchese di Malta.
Palazzo Adriano
Nel 1243 Federico II assegna il casale Adriano all’abbazia di Fossanova. Nel 1427 Bernardo Maya, commendatario di Fossanova, concede il feudo al fratello Giovanni Villaragut. Nel 1474 Giovanni II ordina di lasciare Palazzo Adriano ad Aloisio, figlio di Giovanni Villaragut. Nel 1482 il greco Giorgio Bonacasa e coloro che si trasferiranno intorno al castello ottengono la licenza di edificare case e una chiesa.
In dicta ecclesia omni die fit maramma et non est pecunia. Restauri e penuria di fondi nella cattedrale di Agrigento tra il XII e il XV secolo, in La cattedra di Gerlando- Giornate di studio sulla Cattedrale di Agrigento in memoria del canonico Domenico De Gregorio.
Nel Trecento le famiglie nobiliari, mercantili e notarili di Agrigento e, in primo luogo, i Chiaromonte ebbero un ruolo fondamentale nella committenza degli affreschi della Cattedrale, attorno alla quale si sviluppò un vivace agglomerato urbano. Le uniche notizie certe sui responsabili della "maramma" della Cattedrale risalgono alla prima metà del Quattrocento, quando fu procuratore Salvatore de Palmerio, ricco e discusso esponente di una nota famiglia del ceto cavalleresco originaria di Naro.
I ceti privilegiati di Agrigento e i Francescani (1282-1458), in Francescanesimo e cultura nelle provincia di Agrigento, "Atti del Convegno di studio (Agrigento, 26-28 ottobre 2006)", a c. di I. Craparotta e N. Grisanti, Palermo 2009, pp. 295-312.
In età sveva e angioina i Francescani di Agrigento furono condizionati dal potere regio e papale. Nel Trecento la loro sopravvivenza dipese anche dal ruolo politico dei Chiaromonte, signori di Agrigento, e dal sostegno del patriziato urbano. Nel XV secolo la critica situazione economica cittadina ebbe notevoli ripercussioni anche sull'ordine francescano.
Condition and Role of the Norman Cathedrals in the Fourteenth Century: Maintenance, Restoration and Renovation
After conquering Sicily between 1061 and 1091, the Normans built new cathedrals that modified not only religious life, but also architecture and urban layout. Dramatic events, like wars, earthquakes, and fires, clumsy restorations and culpable inaccuracy have profoundly altered the appearance of Norman cathedrals. The aim of this paper is to analyse the state of conservation of the Cathedrals of Palermo, Monreale, Messina and Agrigento in the fourteenth century, when Sicily was profoundly affected by the war between the Angevins and the Aragonese that lasted ninety years and impoverished the island. The analysis of four case studies from the past will allow us to outline new perspectives fo…
Il notaio Vitale de Filesio, vicesecreto di Agrigento nell'età dei Martini (1392-1410)
Tra il XIV e il XV secolo il notaio Vitale de Filesio s'inserisce nell'amministrazione della città di Agrigento, diventa vicesecreto ed eleva lo status socio-economico della sua famiglia grazie ad un'accorta politica di collaborazione col potere regio e le principali famiglie feudali.
Il duomo di Monreale nel tardo Medioevo: condizioni, fondi e interventi tra re, papi e arcivescovi (1329-1409)
After the Sicilian Vespers, the Cathedral of Monreale was neglected because of the to lack of funds, due to the war between the Angevins and the Aragonese. In the 14th century the inhabitans of Palermo, popes and kings pointed out that the wonderful church built by William II was in bad condition, and they were afraid it would collapse. The funds for the restoration were not enough, because the archbishopric had to pay high royal and papal levies. The Chiaromonte, lords of Palermo, controlled Monreale and the assets of the diocese were administered by knights, merchants, and notaries of Palermo. Moreover marammieri, carpenters and masons engaged in the renovation work came from Palermo. In …
Ubertino da Corleone
Originario di Corleone, Ubertino era un francescano minore con una solida preparazione, abituato a interloquire con papi e re. La sua abilità oratoria fu apprezzata da Giovanni Boccaccio, che l’incontrò a Napoli. Studiò teologia a Londra, Oxford, Parigi, fu lettore a Pisa e Padova. Tornato in Sicilia, divenne cappellano regio e nel 1372 partecipò ai negoziati di pace tra Federico IV, re di Sicilia, e Giovanna I, regina di Napoli. Ad Avignone, incontrò Gregorio XI, che lo nominò vescovo di Corico, nel Regno di Cilicia. Fu poi vescovo di Patti e Lipari e nel 1396 si recò in Aragona per mediatore tra il papa romano Bonifacio IX e il papa avignonese Benedetto XIII. In seguito, divenne vescovo d…
Dante and Islam
Si tratta della recensione dell'articolo Dante and Islam di Jan M. Ziolkowski
Il Capitanato di Agrigento dai Chiaromonte alla morte di Alfonso V (1355-1458)
Nel Trecento i Chiaramonte amministrarono la giustizia penale nella città di Agrigento, prima sostituendosi arbitrariamente ai funzionari regi, poi governando come capitani a vita con il consenso della Corona. Dopo l'eliminazione dei Chiaramonte, il capitanato fu alienato ai Montaperto. Nel 1447 i cittadini riscattarono il capitanato, ma non riuscirono a razionalizzare e migliorare l'amministrazione della giustizia penale e la città rimase lacerata da insanabili contrasti interni.
Il ruolo politico, economico e sociale dei Toscani di Agrigento durante il regno di Federico III
Villafranca Sicula
Nel 1447 l’archimandrita di San Salvatore in Lingua Fari di Messina concesse in enfiteusi perpetua ad Antonio Luna Peralta, conte di Caltabellotta, il feudo Troccoli (Triocala). Nel 1481 Carlo Luna Peralta, figlio di Antonio, donò il feudo Troccoli ai cognati Pietro e Giovanni Alliata Settimo. Nel 1493 Pietro donò Troccoli al fratello Antonio, marito di Eleonora Luna Peralta. Nel 1499 il viceré concesse ad Antonio la licenza di popolare Troccoli, edificare un castello, costruire un nuovo centro urbano e chiamarlo Villafranca.
Il labirinto della memoria. Clan familiari, potere regio e amministrazione cittadina ad Agrigento tra Duecento e Quattrocento.
Dopo la rivolta del Vespro e l'arrivo degli Aragonesi, Agrigento assume una chiara fisionomia sociale. Nel Trecento i Chiaromonte controllano la giustizia, l'amministrazione e le finanze, fondano chiese, monasteri, ospedali e imprimono alla città un inconfondibile stile architettonico. Nella prima metà del Quattrocento il tessuto urbano subisce un profondo stato di abbandono e la città è lacerata da lotte di fazione e insanabili contrasti.
Alcamo
Nel 1340 la terra di Alcamo e il castello di Bonifato furono infeudati a Raimondo Peralta, che iniziò a edificare il castello di Alcamo. Gli succede il figlio Guglielmo, che morì nel 1349 e Alcamo fu occupata dai Chiaromonte. Federico IV riconquistò la terra e il castello con l’aiuto di Guarnerio Ventimiglia, che nel 1363 diventò capitano, castellano e signore di Alcamo.
Elisabetta di Carinzia
Los Dominicos y las creencias y prácticas religiosas de las mujeres de Palermo en los siglos XIV y XV
After the Sicilian Vespers (1282) in Palermo the Dominicans played a fundamental role, and conditioned believes and religious practices of women in their sermons, that in the XIIIth and XIVth centuries mainly dealt with heresy, in the XVth century with marriage and the role of women in the society. The Dominicans were chosen by women as witnessess and executors. Albamonte de Falconerio, widow of the knight Giovanni de Camerana Palermo, gave a lot of money and sacred vestments to friar Martino de Panormo, inquisitor of heretics. The countess Benvenuta Mastrangelo and her mother Palma charged the Dominicans to found a convent, that the friars dedicated to St. Catherine of Alexandria. Virgin M…
Canicattì
Nel 1408 il feudo di Canicattì apparteneva ai fratelli Salvatore e Antonio de Palmerio. Morto Salvatore, nel 1448 Antonio, privo di figli, vendette per 250 onze Canicattì al nipote Andrea Crescenzio, che nel 1468 ottenne la licenza di populare et habitare il feudo e di esercitarvi il mero e misto imperio.
The Convent of Palermo in the Middle of the Fifteenth Century
The article investigates the finances of eight convents of Palermo in the middle of the fifteenth century, based on archival work conducted on unpublished documents. By comparing the tithes of these eight convents imposed by Pope Eugenius IV in 1443, we find out that the richest of them was. Santa Caterina of the Dominican Order. As a consequence of the tithe imposed by Pope Callistus III in 1456, the economic situation of Palermo's convents had changed, but Santa Caterina remained the most important of them.
Costanza d'Altavilla
Tra il XIV e il XV secolo il notaio Vitale de Filesio s'inserisce nell'amministrazione della città di Agrigento, diventa vicesecreto e riesce ad elevare lo status socio-economico della sua famiglia grazie ad un'accorta politica di collaborazione col potere regio e le principali famiglie faudali.
Mezzojuso
Nel 1281 il vescovo di Agrigento cede all’abate di San Giovanni degli Eremiti il casale Menzil Yusufu Nel Quattrocento è un feudo con bosco destinato a pascolo e caccia. Il popolamento ad opera dei greco-albanesi risale alla fine del XV secolo. Nel 1501 Didimo Vaquedano stipula alcuni capitoli con i giurati e i rappresentanti degli abitanti del casale dei Greci di Mezzojuso.
Pastor et gubernatrix: la badessa nella Sicilia medievale
In medieval Sicily abbesses had a strong spiritual and temporal power and many of them belonged to noble families. They ran the convents, guided and protected the nuns, and commissioned works of art. In the pictures abbesses were portrayed with nuns, but double in size to underline their leadership. Convents were troubled by disputes and clashes between dissident nuns and abbesses. Moreover, abbesses could not avoid dynastic logics and family power games that affected their life and limited their action.
Lavoratori agrigentini a Palermo nel Quattrocento
L'articolo analizza l'inserimento nel mondo del lavoro degli immigrati agrigentini a Palermo nel XV secolo, sia nel settore agricolo che nelle attività artigianali, partendo dallo studio di fonti notarili inedite. Emerge lo stretto rapporto tra le due città e le difficoltà incontrate dagli Agrigentini per raggiungere una piena integrazione nella città di Palermo.
Ventimiglia, Eufemia
Il contributo di monsignor Giuseppe Lagumina alla ricostruzione della storia della Sicilia nei secoli XIV e XV
Il saggio rivaluta Giuseppe Lagumina, storico e paleografo che lavorò a lungo nella Biblioteca Comunale di Palermo e partecipò alla vivace temperie culturale vissuta in questa città alla fine dell’Ottocento, quando fu fondata la “Società Siciliana per la Storia Patria” e nacquero la rivista “Archivio Storico Siciliano” e la collana “Documenti per servire alla Storia di Sicilia”. Il contributo di Giuseppe al "Codice Diplomatico dei Giudei di Sicilia", realizzato insieme con il più noto fratello Bartolomeo, è di gran lunga superiore a quanto finora ipotizzato. Inoltre, fu il primo storico che cercò di ricostruire gli atti finali della signoria dei Chiaromonte nella città di Palermo sulla scor…
Sant'Angelo Muxaro
Nel 1305 Francesco di Todi, beneficiario del locum e del fortilizio Muxaro, li cede a Giovanni Chiaromonte il Vecchio. Attorno al fortilizio si sviluppa un agglomerato urbano in cui si distinguono la terra di Muxaro e il casale di Sant’Angelo. Dopo la decapitazione di Andrea Chiaromonte la terra e il castello di Muxaro vengono assegnati a Guglielmo Raimondo Moncada. In seguito alla ribellione del Moncada, nel 1398 passano a Filippo de Marinis, insignito del titolo di barone. Nel 1507 Ferdinando II d’Aragona concede a Giosuè de Marinis la licenza di ripopolare il feudo.
Maletta, Manfredi, in Dizionario biografico degli Italiani
Lancia, Manfredi
Luigi I d'Angiò, in "Dizionario Biografico degli Italiani"
Maletta, Federico, in Dizionario Biografico degli Italiani
Marzano, Giovanni Antonio, in "Dizionario Biografico degli Italiani", Roma 2008, vol. 71, pp. 438-441.
Biografia di Giovanni Antonio Marzano, figlio di Giacomo, duca di Sessa, e di Caterina Sanseverino,
Luigi II d'Angiò, in "Dizionario Biografico degli Italiani"
Maria d'Aragona, in "Dizionario Biografico degli Italiani"
Luigi I d'Angiò, in "Dizionario Biografico degli Italiani", Roma 2006, vol 66, pp. 492-496
Biografia di Luigi I d'Angiò, re di Sicilia.
Marzano, Goffredo, in "Dizionario Biografico degli Italiani",Roma 2008,vol. 71, pp. 444-446.
Biografia di Goffredo Marzano, esponente di una nobile famiglia napoletana, vissuto nel XIV secolo.