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Maria Sofia Di Fede
Progetto e cantiere nella Palermo del Seicento: la facciata della chiesa di San Matteo al Cassaro
Il prospetto della chiesa di S. Matteo costituisce una delle espressioni più potenti del vivace ambiente artistico palermitano del Seicento, di cui restituisce paradigmaticamente modalità progettuali, realizzative e formali; ciò in virtù anche del coinvolgimento nella sua vicenda di personaggi di altissimo calibro fra l’élite intellettuale e le gerarchie ecclesiastiche della capitale da una parte, dall’altra di molti degli architetti ed artisti più in auge nella Palermo del tempo. Probabilmente per tali ragioni diventò subito un exemplum, soprattutto nel secolo successivo, per l’architettura siciliana: la facciata “campanile” pare abbia trovato in S. Matteo il prototipo compiuto, al di là d…
Andrea Calamech (1524-1589)
Andrea Calamech è ricordato da Vasari come «creato ed accademico» di Bartolomeo Ammannati, menzionato quindi più in virtù dell’amicizia e della lunga collaborazione professionale che legava i due maestri della corte medicea, che per una approfondita e duratura conoscenza dello scultore e architetto carrarese, della cui attività, infatti, non sembra essere ben informato: nella seconda edizione delle Vite lo dà per morto nella lontana Messina, proprio nel momento in cui la carriera artistica di Andrea nella città dello stretto, invece, progrediva favorevolmente, per svilupparsi con grande successo fino alla fine degli anni ottanta del secolo, come architetto di fiducia della municipalità, del…
La festa barocca a Palermo : città, architetture, istituzioni
La festa barocca a Palermo costituisce l’alter ego effimero e occasionale del processo di monumentalizzazione, graduale e complesso, della città: entrambi obbediscono alle stesse esigenze di ufficialità e magnificenza, da soddisfare obbligatoriamente nell’ottica di una città capitale. L’autorevole regista delle grandi manifestazioni ufficiali è il Senato palermitano, al quale come massima istituzione della città è affidata in genere la responsabilità sia dell’organizzazione materiale, sia dell’elaborazione culturale del programma celebrativo, in particolare della festa annuale in onore di S. Rosalia.In Palermo the baroque festival is the ephemeral and occasional alter ego of monumentalisati…
I prospetti delle chiese di S. Matteo a Palermo e della SS. Annunziata a Messina
Carlo Maria Ventimiglia e la cultura architettonica nel XVII secolo
Carlo Maria Ventimiglia è ricordato nelle opere storiografiche come «architetto civile e militare, oltre d’essere insigne matematico, e letterato», maestro di celebri artisti come Pietro Novelli, Pietro dell’Aquila, Francesco Negro e Gerardo Astorino. Di fatto è un personaggio nodale nella trama di relazioni che tiene insieme tutti gli attori della scena artistica e culturale palermitana nella prima metà del Seicento: la corte vicereale, che più volte anche in anni diversi affidò al Ventimiglia incarichi di grande prestigio e responsabilità come la guida dell’Accademia dei Riaccesi a partire dagli anni venti e più tardi, nel 1634, l’incarico di visitatore generale dell’isola; l’élite senato…
Agrigento nel Quattrocento
Biblioteche e trattati nella prima metà del Settecento: l'Architetto Pratico di Giovanni Amico
Giovanni Amico pubblica il primo volume del suo trattato nel 1726, in un momento di forte ascesa professionale: già dal 1720 ha contatti con l’ambiente, palermitano, in particolare con la committenza gesuitica, ma in quell’anno riceve il prestigiosissimo incarico di completare la colonna mariana per la piazza imperiale di Palermo, antistante la chiesa di S. Domenico, e il terremoto che colpisce la capitale, sempre nello stesso anno, gli permetterà di essere coinvolto in una serie di interventi di restauro di diverse fabbriche, fra cui la cattedrale, in virtù della grande competenza ormai riconosciutagli nel campo degli interventi strutturali. E’ il momento della maturazione professionale ra…
Palermo extra moenia: dalla strada Colonna alle espansioni di fine Settecento
Nel quadro delle radicali trasformazioni urbanistiche che hanno interessato la città di Palermo nel XVI secolo, la realizzazione della strada Colonna sul litorale della città e il prolungamento della via Toledo extra moenia in direzione di Monreale costituiscono le prime manifestazione di quella tendenza ad esportare principi di regolarità e di magnificenza monumentale oltre la cortina bastionata della città, che caratterizzerà le imprese urbanistiche più significative del Seicento. Ci riferiamo, in particolare, al completamento dello stesso ‘stradone’ per Monreale, negli anni trenta del Seicento, con la realizzazione di un sistema di fontane marmoree poste a segnare i nodi fondamentali del…
L’invenzione della cattedrale: intereventi di restauro nella prima metà del Novecento
Nella sua monumentale opera storica dedicata alla Chiesa agrigentina, Domenico De Gregorio introduce il capitolo sulle vicende della cattedrale nel XX secolo con queste parole: «La più bella delle realizzazioni dell’episcopato di mons. Lagumina fu il restauro, o meglio, quasi la resurrezione, nelle forme primitive, della cattedrale che egli, con lungo, faticoso e dispendioso impegno, riuscì a riportare, in gran parte e dove possibile, alle linee originali, cancellate dai lavori eseguiti nei secoli antecedenti». Sono parole che permettono di individuare soprattutto due aspetti della vicenda: il primo è l’indiscusso consenso che tali interventi hanno mantenuto, durante tutto il Novecento, nel…
La Sicilia di Jean Houël: città, architetture, paesaggio
Tanti e diversi sono stati i modi in cui alla fine del XVIII secolo il complesso sistema architettura-città-paesaggio della Sicilia è stato reppresentato e declinato, talvolta anche in modi assai differenti da parte dello stesso artista: in tal senso Jean Houël, rappresenta un caso esemplare di "pittore/architetto" estrememente talentuoso, un personaggio nodale nel contesto di quegli anni, attorno a cui ruotano molti dei viaggiatori che si muovono per l'isola sulle tracce delle vestigia antiche. Houël arriva in Sicilia una prima volta nel 1770, per tornarvi poi nel 1776, fermandosi per ben quattro anni: ciò gli permetterà di muoversi a lungo per l'isola ed eseguire moltissimi disegni, rilie…
Libri di autori siciliani
L'immagine della monarchia e il ruolo del Senato nelle feste per S. Rosalia a Palermo: apparati, architetture e spazio urbano nel XVII secolo
La festa barocca a Palermo costituisce l’alter ego effimero e occasionale del processo di monumentalizzazione, graduale e complesso, della città: entrambi obbediscono alle stesse esigenze di ufficialità e magnificenza, da soddisfare obbligatoriamente nell’ottica di una città capitale. L’autorevole regista delle grandi manifestazioni ufficiali è il Senato palermitano, al quale come massima istituzione della città è affidata in genere la responsabilità sia dell’organizzazione materiale, sia dell’elaborazione culturale del programma celebrativo, in particolare della festa annuale in onore di S. Rosalia. In Palermo the baroque festival is the ephemeral and occasional alter ego of monumentalisat…
La fontana Pretoria a Palermo
Nella narrazione vasariana la vicenda della fontana Pretoria di Palermo compare nella sua fase di esordio, quando niente faceva supporre che la “stupendissima” opera di Francesco Camilliani, destinata ad ornare il giardino fiorentino di don Luigi di Toledo, fratello della duchessa Eleonora, potesse divenire uno dei più riusciti manifesti della magnificenza civica nella capitale dell’isola. Negli anni seguenti i problemi finanziari di don Luigi, che lo indussero a vendere la fontana fiorentina, finirono con l’intercettare i propositi del Senato palermitano, determinato a dotare la città di una grande fontana monumentale, creando appositamente un piazza di adeguate dimensioni antistante il pa…
La "Descrittione di Piazza Vigliena" di Onofrio Paruta
I lavori di costruzione e di completamento dei Quattro Canti, avviati nel 1619, si conclusero appena in tempo per “coinvolgere” le quinte architettoniche nel sistema di apparati predisposti per la prima solenne processione delle reliquie di Santa Rosalia nel 1625; questi furono allestiti per conto della municipalità palermitana avvalendosi della sapiente consulenza di Francesco Paruta, illustre accademico e cultore di antiquaria, impegnato, già dalla fine del XVI secolo, in una vasta attività letteraria legata ad eventi celebrativi. A lui si deve, per questa particolare occasione, l’impalcatura erudita sottesa al progetto dell’arco trionfale del Senato, eretto al centro di piazza Villena, e…
LA FESTA BAROCCA A PALERMO
La "Dichiarazione dei disegni del Reale Palazzo di Palermo" di Nicola Anito, 1801
Il Palazzo Reale di Palermo in età moderna (XVI-XVII secolo)
Il "Sacruma Regium Palatium" di Palermo rapppresenta nell'immaginario collettivo siciliano la testimonianza materiale più illustre dei fasti della corona d'Altavilla e in particolare dell'età ruggeriana: non a caso ancora oggi il complesso prende il nome di "Palazzo dei Normanni". Come è noto, tuttavia, il complesso ha una storia millenaria, che con lo snodarsi dei secoli ha conosciuto vicende alterne e momenti di decadimento. Questo libro è dedicato alla "rinascenza" del palazzo, cioè a quella fase del suo iter architettonico in cui, dopo due secoli di abbandono, torna a ricoprie il suo ruolo istituzionale di sede dell'autorità monarchica in Sicilia. La decisione presa da nel 1553 dal vice…
Da Akrágas a Girgenti. Architettura e paesaggio nelle descrizioni e nell’iconografia della “città dei templi” fra Settecento e Ottocento
Quando Gioacchino Di Marzo, intorno alla metà dell’Ottocento, intraprende l'opera di traduzione in italiano del Lexicon topograficum siculum di Vito Amico, dato alle stampe fra il 1757 e 1760, sente l'esigenza di dovere emendare incisivamente la voce dedicata alla città di Agrigento, in cui l'abate catanese aveva concesso alla città antica soltanto alcune brevi notazioni intorno ai templi antichi – fatta eccezione per il tempio di Giove Olimpico – soffermandosi invece sulla «novella Girgenti» e fornendo notizie dettagliate su tutti gli edifici degni di nota presenti nella città. Il tentativo di Di Marzo di colmare una simile lacuna – ingiustificabile a suo modo di vedere – scrivendo una lun…
Fonti documentarie per le cappelle di Santa Rosalia in Monte Pellegrino e nella Cattedrale di Palermo
L’epidemia di peste scoppiata all’inizio del 1624 e il successivo ritrovamento “miracoloso” delle spoglie di S. Rosalia, a cui fu attribuito il merito della sconfitta del “terribile morbo”, indussero il Senato di Palermo a promuovere la sistemazione della grotta sul monte Pellegrino, dove si riteneva fosse stata sepolta la santa, e la realizzazione di una sontuosa cappella marmorea all’interno della cattedrale, utilizzando il vano cupolato che introduceva alle cappelle di S. Cristina e S. Ninfa (forse in origine la quattrocentesca cappella di S. Cristina), creando così un unico accesso ai tre reliquari delle sante patrone; tale sistemazione non è più visibile, poiché fu poi smantellata in o…
IL VICERÉ GARÇIA DE TOLEDO E I CANTIERI REALI. UN LOGGIATO “ALLA GENOVESE” PER PALERMO
The State Archive of Genoa keeps one of the few drawings related to the reconfiguration projects of the Royal Palace of Palermo in modern age. It's a pen drawing, partly in watercolor, depicting partially the front and the pavement of a long open gallery to be realized in the new eastern façade of the palace; the plan is attached to the contract, signed March 14th 1567 in Genoa, where the sculptors Giacomo Guidetti and Antonio Carabio were commissioned to supply all the necessary marbles and floor surfaces to realize the loggia.
Agrigento nell'età moderna: identità urbana e culto dell'antico
Tra antichità e medioevo: viaggiatori, architetti e intellettuali in Sicilia fra gli anni venti e trenta dell’Ottocento
Quando Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc raggiunge la Sicilia nell’aprile del 1836 è un giovanissimo professore dell’Ecole de dessin de Paris in procinto di compiere quello che per numerosissimi suoi precursori era diventato, ormai da diversi decenni, una tappa obbligata del Grand Tour in Italia. Frotte di rampolli dell’aristocrazia europea, ma soprattutto artisti e cultori di antichità avevano attraversato negli anni precedenti le strade talvolta perigliose dell’isola alla ricerca delle vestigia di mitiche città come Agrigento, Siracusa, Selinunte ecc., spesso tenendo insieme passione ar- cheologica e gusto del pittoresco, come può testimoniare il vastissimo repertorio iconogra co che abbiamo…
Difesa, governo, residenza: i castelli reali nel sistema delle fortificazioni di Palermo durante l'età degli Asburgo (XVI - XVII secolo)
After the handing of the Crown of Sicily to the Habsburg dynasty and the riots that followed, in 1517, for safety reasons, the residence of the Viceroy in Palermo was moved from the Chiaromonte palace to the "Castello a mare". Subsequently, in 1553, the viceroy Juan de Vega decided to move from the "Castello a mare" to the castle of St. Peter, the ancient norman palace on the opposite side of town; one of the first interventions that were made was the construction of a large bastion at the foot of the palace, facing the country and connected to the circuit of the city walls. In 1648, after the bloody riots of the previous years, another two bastions were built at the foot of the palace comp…
Agrigento nell'Ottocento: Schinkel, i viaggiatori e la cultura municipale
A metà del A metà del XVIII secolo Winckelmann rilancia sulla ribalta internazionale l’interesse per le antichità agrigentine, di cui in realtà non si era mai persa la memoria e di cui rimanevano alcune prestigiose vestigia, ma che da quel momento in poi diventeranno una delle tappe obbligate del “grand tour” nell’isola. I “visitatori”che, sempre più numerosi durante i decenni successivi, si recheranno nella città dei templi – fra cui anche Schinkel nel 1804 – restituiranno un’immagine della città assolutamente contraddittoria: da una parte le rovine dell’antica Akrágas, dall’altra le deludenti architetture della contemporanea Girgenti; da una parte una élite municipale che nel frattempo av…
Premessa
L'edizione di questo libro nasce dall'esigenza di precisare e divulgare gli esiti del dibattito che, in occasione del quarto centenario dalla fondazione dei Quattro Canti, ha coinvolto studiosi italiani e stranieri. Il volume raccoglie i contributi elaborati in quella occasione con l'intento di aggiornare e approfondire il panorama delle conoscenze, in relazione alle diverse tematiche implicate in una vicenda pressoché unica.
Le città di nuova fondazione nella Sicilia del Seicento: committenza, progetti, istituzioni
Il Seicento è per la Sicilia il secolo delle città: città riconfigurate ed ammodernate, città ricostruite, dopo tragiche catastrofi, ma soprattutto città fondate ex novo nel vasto latifondo isolano per creare comunità agrarie stabilmente insediate e socialmente controllate, seguendo una prassi certamente non inedita per l’isola; nessuna delle esperienze precedenti è però paragonabile a ciò che avvenne a partire dalla fine del XVI secolo fino agli inizi del XVIII, quando vennero fondati più di cento borghi feudali da parte dell’aristocrazia isolana, fenomeno che riguarda soprattutto il val di Mazara (corrispondente nella tradizionale divisione in valli dell’isola alla Sicilia centrale ed occ…
I Vari componenti d'architettura (1766) di Michele Vella
Michele Vella, sculptor and antiquarian of Agrigento, born in nearby Raffadali, is known through chronicles and accounts of foreign travelers who visited "the city of temples" duringin the last few decades of the eighteenth century. Prior to devote himself to the study of ancient Agrigento and to become a "guide" of famous visitors, such as Goethe, he began to develop a treatise on architecture dedicated in 1766 to the bishop Andrea Lucchesi Palli. The unfinished manuscript titled Vari Componimenti d'Architettura is now located at the Library Lucchesiana of Agrigento.
Viollet-Le-Duc e Les Sarrasins : dal viaggio in Sicilia (1836) a l’Histoire de l’habitation humaine (1875)
Quando Eugène E. Viollet-le-Duc raggiunge la Sicilia nel 1836 è un giovane professore di disegno in procinto di compiere quello che per numerosissimi suoi precursori era diventato, ormai da diversi decenni, una tappa obbligata del grand tour in Italia. Raggiunta Palermo il 18 aprile, insieme al suo amico e allievo Léon Gaucherel, è qui che Eugène scoprirà nelle preziose architetture della capitale un altro Medioevo, sorprendente e, in fondo, inaspettato per i viaggiatori d'oltralpe. Una fascinazione che indurrà immediatamente Viollet-le-Duc ad interrogarsi sull'eredità trasmessa dalla cultura araba alla civiltà architettonica isolana e a indagare in modo particolare quegli edifici, come i p…
Le città della Valle del Belice in Sicilia a cinquant’anni dal terremoto
In seguito al drammatico terremoto che nel 1968 devastò 14 comuni della Valle del Belice, fu avviata una complessa macchina della ricostruzione, in cui le scelte non furono dettate da linee programmatiche omogenee ed univoche, determinando in alcuni casi la ricostruzione in situ dei centri distrutti, in altri il trasferimento in aree anche distanti dall’insediamento originario. La ricostruzione fu occasione per la comunità scientifica e professionale nazionale per sperimentare soluzioni progettuali che però, il più delle volte, non hanno tenuto conto della tradizione insediativa, tradendone le radici identitarie. Following the dramatic earthquake that devastated 14 municipalities in the Bel…
Sicilia 1836: le architetture “saracene” nelle memorie di viaggio di Eugène E. Viollet-le-Duc e di Henry Gally Knight
Gli anni trenta dell'Ottocento costituiscono per la Sicilia un momento decisivo nello sviluppo del dibattito sull'architettura medievale. Da una parte, infatti, i monumenti siciliani trovano in quel decennio, uno spazio editoriale a diffusione internazionale considerevole, permettendo così di amplificare gli esiti di un dibattito che nell'isola aveva radici lontane e che nel decennio precedente si era sviluppato con grande vivacità; sono gli anni in cui vedono la luce il lavoro quasi decennale di Hittorff e Zanth su L'Architecture moderne de la Sicile (1835) e la fondamentale opera del Duca di Serradifalco Del Duomo di Monreale e di altre chiese siculo-normanne (1838). All'importaza di tali…
Urbis Speculum: progetti, cantiere, protagonisti
“Occhio della città”, “Teatro del Sole”, sono due delle tante definizioni che la letteratura del tempo assegnò ai Quattro Canti di Palermo, le monumentali tribune realizzate a partire dal 1608, per definire in forma monumentale la crux viarum fra le vie Toledo e Maqueda. A partire dal primo progetto, elaborato dall’ingegnere regio di Giulio Lasso, le vicende del cantiere si snodano fino alla metà degli anni venti, e oltre per quello che riguarda l’apparato scultoreo, fra lunghe soste del cantiere, ripensamenti progettuali e “rivoluzioni” iconografiche, denunciando gli inevitabili conflitti sorti fra l’autorità monarchica e il Senato cittadino nella definizione della piazza più rappresentati…
La chiesa di S. Cataldo a Palermo
Il Monte Etna in una macchina dei fuochi del 1693 a Palermo
Fra le celebrazioni dedicate annualmente alla santa protettrice di Palermo, Santa Rosalia, in età barocca, il “festino” del 1693, celebrato pochi mesi dopo il sisma che aveva devastato la Sicilia sud-orientale, spicca per il marcato carattere di eccezionalità che gli si volle attribuire, con l'evidente volontà di esorcizzare l'immane catastrofe che aveva colpito l'isola. Tutti gli apparati furono pensati in relazione al tema dei terremoti. Si scelse in particolare di raffigurare il Monte Etna nella macchina dei fuochi, adottando un modello per nulla inedito; d’altronde il parallelismo fra il vulcano in eruzione e una grande macchina pirotecnica riusciva di immediata comprensione, finendo pe…
Carlos Castilla e il "Teatro Geografico antiguo y moderno del Reyno de Sicilia" (1686)
Il saggio fornisce notizie inedite sulla figura di Carlos Castiglia, sconosciuto “editor” del “Teatro Geografico Antiguo y Moderno del Reyno del Sicilia”, il prezioso codice cartografico del 1686, oggi custodito a Madrid, presso l’Archivo General y Biblioteca del Ministerio de Asuntos Exteriores y de Cooperacion; tali notizie permettono di avanzare ulteriori ipotesi sull’oscura genesi dell’opera, sulle aspettative del committente e sul ruolo del suo curatore. The paper presents unpublished information on the person of Carlos Castilla, unknown “editor” of the “Teatro Geografico Antiguo y Moderno del Reyno del Sicilia” the precious chart Code of 1686, now housed in Madrid, at the Archivo Gene…